Bonus mamme 2026: come viene potenziato e tutte le novità a sostegno della famiglia

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 10/10/2025 Aggiornato il 10/10/2025

Secondo le prime indicazioni che anticipano la manovra finanziaria, la misura verrà potenziata il prossimo anno. Al vaglio anche altre misure a supporto delle famiglie e della natalità.

Bonus mamme 2026: come viene potenziato e tutte le novità a sostegno della famiglia

Con l’emanazione del Documento programmatico di finanza pubblica, il 2 ottobre, il Governo ha iniziato a delineare le misure che entreranno nella prossima Manovra Finanziaria che dovrà essere approvata entro fine anno.

Tra queste alcune sono destinate a supportare le famiglie, costrette a sostenere costi sempre più elevati per il mantenimento dei figli. Uno degli annunci più attesi riguarda il bonus mamme lavoratrici che per il 2026 non solo verrà confermato ma verrà anche potenziato.

Occorre in ogni caso attendere per sapere quale sarà l’entità effettiva dell’aumento anticipato e anche se saranno modificati i criteri di accesso così da estendere la platea delle madri aventi diritto. Attualmente il bonus mamme, erogato direttamente dall’Inps in un’unica trance a dicembre, consiste in un contributo di 40 euro per ogni mese lavorato destinato alle lavoratrici, dipendenti oppure autonome, con almeno due figli, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.

Sempre nel Documento programmatico di finanza pubblica annunciati anche ulteriori supporti alle famiglie sotto forma di bonus e agevolazioni fiscali. 

Le novità per il 2026

Il bonus mamme lavoratrici, che inizialmente prevedeva l’esonero dal versamento dei contributi sociali per alcune categorie di lavoratrici, madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno d’età del figlio più piccolo, è diventato nel 2025 un vero e proprio contributo in denaro di 480 euro totali (pari a 40 euro mensili per ogni mese di lavoro effettivo) su base annua, somma non imponibile ai fini fiscali e contributivi e quindi da considerarsi netta.  Il contributo viene erogato direttamente dall’Inps in un’unica trance, a dicembre 2025. 

Come annunciato nel Documento programmatico di finanza pubblica, che delinea la cornice della Manovra Finanziaria da approvare entro dicembre, approvato dal Consiglio dei Ministri il 2 ottobre, il bonus mamme lavoratrici di 40 euro per ogni mese lavorato viene confermato per il 2026 con l’annuncio di un potenziamento, non ancora comunque quantificato. In ogni caso si prevede che nel 2026 l’onere di spesa per il bonus mamme, che nel 2025 ha toccato i 480 mila euro, potrebbe superare nel 2026 il mezzo miliardo. 

Sono al vaglio del Governo anche ulteriori misure a supporto della famiglia e della natalità che, secondo i dati Istat, ha segnato un -2,6% nel 2024 rispetto all’anno precedente. Si parla, ad esempio, di un’estensione del congedo parentale per il 2026, già portato da quest’anno all’80% dello stipendio per tre mesi.

Nel cosiddetto “Pacchetto famiglie” si prevede inoltre un intervento sul sistema delle detrazioni fiscali legate al quoziente familiare in modo che chi ha più figli paghi meno tasse.

Allo studio anche la possibile introduzione di un bonus libri, già sperimentato con successo in alcune regioni come la Lombardia e il Veneto. In una prospettiva ancora più ampia si ipotizza una riforma dell’Isee in modo che questo strumento possa delineare con maggior precisione le reali condizioni economiche in cui si trova un nucleo familiare così da destinare meglio i supporti economici. 

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Requisiti per fare la domanda

Il contributo di 40 euro per ogni mese lavorato per un totale annuo di 480 euro è previsto per:

  • le mamme lavoratrici dipendenti con contratti a tempo determinato e le libere professioniste (purché non aderenti al regime forfettario) che abbiano almeno due figli a carico. Il contributo viene riconosciuto fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo
  • le lavoratrici madri di tre o più figli con contratto a tempo determinato oppure autonome non in regime forfettario fino al compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo
  • in entrambi casi il limite massimo di reddito annuo per godere del bonus è fissato a 40 mila euro. Le donne che lavorano con un contratto a tempo indeterminato sono escluse dal nuovo contributo di 480 euro. A loro, sempre purché abbiano due figli e un reddito annuo non superiore a 40 mila euro, spetta un esonero parziale dei contributi previdenziali, con un tetto massimo di 3 mila euro annui, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.

Sono escluse dal bonus le lavoratrici a tempo indeterminato. A loro, sempre purchè abbiano due figli e un reddito annuo non superiore a 40 mila euro, spetta un esonero parziale dei contributi previdenziali, con un tetto massimo di 3 mila euro annui, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. Un misura che resta in vigore fino alla fine del 2026. 

Rimangono escluse sia dall’erogazione che dalla decontribuzione anche:

  • le madri con un figlio solo, anche se disabile
  • le lavoratici in casa
  • le disoccupate
  • le collaboratrici occasionali
  • le lavoratrici autonome che hanno aderito al regime forfettario

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Come richiederlo

A partire dal 2025 il bonus mamme lavoratrici non viene più erogato direttamente in busta paga dal datore di lavoro ma occorre farne domanda all’Inps. Al momento non sono ancora state date indicazioni precise che si attendono comunque a breve dal momento che l’erogazione del bonus, in un’unica trance, è prevista per dicembre. 

 

 

 

Foto di Sarah Chai per Pexels

 

 
 
 

In breve

Si attendono novità per il bonus mamme lavoratrici che per il 2026 non solo viene confermato, ma anche potenziato. In attesa di sapere quale sarà l’entità dell’aumento, le lavoratrici dipendenti a tempo determinato e autonome che non abbiano optato per il regime forfettario, con due figli e un reddito massimo di 40 mila euro annui, possono godere del contributo di 480 euro versato dall’Inps in un’unica rata a dicembre. A breve le modalità per la domanda. 

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