Capofamiglia: meglio se donna

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 10/10/2016 Aggiornato il 10/10/2016

L'uomo patisce il ruolo di capofamiglia, mentre la donna ne gioisce. All'origine di questo meccanismo psicologico ci sarebbero le aspettative di genere

Capofamiglia: meglio se donna

Umore basso e preoccupazioni continue per lui contro buonumore e senso di soddisfazione per lei: secondo uno studio statunitense condotto dai sociologi dell’University of Connecticut, se il ruolo del capofamiglia è ricoperto dagli uomini il loro benessere psicologico declina, e così anche la salute, fino a raggiungere un picco negativo quando si trovano a essere gli unici sostegni economici della famiglia mentre; esattamente il contrario se, invece, è la donna a essere il capofamiglia, ovvero l’unica fonte di reddito della coppia e della famiglia, l’umore migliora e il senso di soddisfazione aumenta.

Differenze di genere

Gli autori guidati dalla sociologa Christin Munsch sono giunti a queste conclusioni monitorando un gruppo di coppie sposate da più di 15 anni. Secondo lo studio – presentato al meeting annuale dell’American Sociological Association – le differenze psicologiche rilevate tra uomo e donna sono strettamente connesse alle aspettative culturali relative alle differenze di genere: come spiega Munsch, infatti, tra i soggetti partecipanti allo studio è stato riscontrato che “gli uomini che guadagnano più soldi rispetto alle mogli tendono ad avvicinarsi al ruolo del capofamiglia con un senso di obbligo e preoccupandosi di dover mantenere questo stato, mentre le donne riescono a vivere il medesimo ruolo come un’opportunità o una scelta, e sentirsi di conseguenza orgogliose senza preoccuparsi di ciò che gli altri potrebbero dire nel momento in cui dovessero perdere questa posizione”.

 

 

 
 
 

lo sapevi che?

Quando gli uomini sono l’unico sostegno della famiglia i punteggi relativi al benessere psicologico e allo stato di salute scende in media rispettivamente del 5% e del 3,5%.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti