Gioco simbolico: cos’è e perché è importante

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 07/03/2024 Aggiornato il 07/03/2024

Il gioco simbolico ha una funzione chiave nella crescita dei piccoli. Vediamo insieme all’esperta della Fondazione Montessori cosa è, come si sviluppa e perché è così importante. Oltre ai consigli per i genitori su come favorirlo.

Gioco simbolico: cos’è e perché è importante

Il “lavoro” del bambino è il gioco, come sostiene Maria Montessori. Nello sviluppo dell’attività ludica il piccolo passa attraverso diverse fasi che culminano nel gioco simbolico dove il pensiero sostituisce l’oggetto. In sostanza nel gioco simbolico il bambino utilizza la fantasia e la creatività per trasformare un oggetto in un altro, imitare quello che fanno gli adulti, interpretare un ruolo. Si tratta quindi di un importante momento di crescita che permette al bambino di prepararsi alla vita adulta ma che ha anche una valenza terapeutica perché aiuta a rivivere frustrazioni e paure così da poterle superare.

Tra i diversi tipi di gioco che i bimbi mettono in atto in quella fase chiave della crescita che va da 0 a 6 anni, il gioco simbolico riveste una particolare importanza. Ne parliamo con la dottoressa Rossella Trombacco, responsabile 0/6 per Fondazione Montessori Italia che ci spiega di cosa si tratta, come si sviluppa e quale ruolo riveste. Offrendo consigli ai genitori su come favorirlo.

Cos’è il gioco simbolico

I bambini giocano. Può sembrare un’affermazione banale, scontata ma che merita una riflessione attenta da parte dell’adulto. «Quando Maria Montessori definisce il gioco come il lavoro del bambino intende dire che si tratta di un’attività che il bambino compie liberamente e che rappresenta un momento fondamentale per esprimere le proprie abilità e costruire a poco a poco una serie di competenze manuali e intellettive basilari poi per la vita adulta» commenta la dottoressa Trombacco. Giocando il bambino “lavora” quindi alla costruzione di sé ed è per questo che il gioco riveste un ruolo chiave nella crescita e merita quindi particolare attenzione da parte dell’adulto. «Nella fase tra 0 e 6 anni possiamo distinguere quattro tipi di gioco» spiega l’esperta.

  • Il gioco esplorativo. «Non è un vero e proprio gioco ma è importante per la crescita perché consente al bambino di scoprire come è fatta la realtà» precisa Trombacco. «E’ comunque un’attività soddisfacente per il bimbo, in grado di aumentarne il livello energetico e che permette la conoscenza degli oggetti e del mondo circostante». Raccogliere, tenere, passare da una mano all’altra, tirare e spingere sono gesti propri del gioco esplorativo: occorre in ogni caso che il bimbo prenda confidenza con le caratteristiche proprie dell’oggetto che sta esplorando per mettere in atto uno schema ludico come può essere quello di portarlo alla bocca.
  • Il gioco combinatorio o funzionale. Attorno ai 10 mesi l’attività di gioco che il bambino compie con gli oggetti passa ad essere di tipo relazionale/combinatorio. «Si entra quindi in una fase del gioco nella quale il bambino mette in relazione due o più oggetti con i quali compie un’attività funzionale» precisa l’esperta. «In sostanza quando il piccolo si trova davanti a due oggetti si chiede cosa può fare con entrambi: scatta quindi un meccanismo che porta, ad esempio, a passare la sabbia da una brocchetta all’altra, a sovrapporre le costruzioni per creare una torre, a infilare un oggetto dentro un altro e così via». In questa fase il vassoietto montessoriano viene utilizzato proprio per proporre materiali educativi in modo ordinato così che i bimbi possano impegnarsi in giochi combinatori/funzionali. «Queste attività di gioco con le mani sono molto importanti perché fanno sentire il bambino abile, gli permettono una conoscenza sempre più approfondita della realtà e consentono lo sviluppo delle abilità fino-motorie cioè i piccoli movimenti delle dita, delle mani, dei polsi che, in coordinazione con lo sguardo, conducono un’azione alla sua corretta realizzazione» continua l’esperta.
  • Il gioco di finzione. Con lo sviluppo, in genere attorno all’anno di età, il bambino passa dal gioco combinatorio a quello di finzione. E’ il momento in cui il bambino “fa finta di” .. può ad esempio portare la mano alla bocca fingendo di mangiare quando è sul seggiolino della macchina, chiude gli occhi come per dormire oppure imita la mamma che cucina o il dottore che visita il malato. «In questa fase, quella del gioco di finzione, il piccolo ripete i gesti che vede svolgersi attorno a lui e, pur iniziando a svolgere un’attività simbolica, rimane legato a un referente concreto cioè a un oggetto che mantiene nel gioco la sua funzione reale: il piattino nel gioco resta vuoto ma il bimbo fa finta che contenga un cibo da offrire alla bambola o al pupazzetto» commenta l’esperta.
  • Il gioco simbolico. E’ la fase di gioco per così dire più “raffinata” nella quale, grazie a nuove capacità intellettive, il bambino è in grado di trasformare a suo piacimento gli oggetti facendoli diventare quello che può essere funzionale al gioco che sta facendo. E’ il momento in cui tutto quello che il bimbo ha intorno può diventare, grazie alla fantasia e all’immaginazione, altro: la sedia è una macchina, lo specchio un laghetto dove nuotano i pesci, le mele sul tavolo i combattenti di un ipotetico torneo e così via.

 

Foto di Tatiana Syrikova by Pexels

Foto di Tatiana Syrikova by Pexels

Come si sviluppa il gioco simbolico e perché è importante

Il gioco simbolico si sviluppa attorno ai due anni quando nel bambino evolve la capacità rappresentativa del pensiero che gli permette di pensare e immaginare cose, persone, situazioni indipendentemente dal fatto che siano presenti. Non a caso il gioco simbolico con il crescere dell’età, in particolare tra i 3 e i 6 anni, si va facendo sempre più diversificato e complesso: gli oggetti che prima restavano inanimati cominciano a prendere vita perché il bambino li fa parlare, muovere, interagire tra di loro creando scenari di azione complessi. E a poco a poco i bambini arrivano a creare veri e propri “copioni” dove loro stessi ma anche gli amichetti, i genitori, chiunque giochi con loro, persino gli oggetti inanimati possono assumere ruoli diversi e diventare quello che la fantasia e la creatività suggeriscono. Personaggi reali che compiono un determinato lavoro ma anche supereroi, animali, creature fantastiche e così via. Ma perché il gioco simbolico quindi è così importante? «Innanzitutto perché consente al bambino di compiere un esercizio sperimentando quelle che saranno poi le funzioni della vita adulta, dal cucinare al prendersi cura di un piccolo e così via» commenta l’esperta. «Ma il gioco simbolico ha anche una valenza per così dire terapeutica. Attraverso il gioco, infatti, i bambini hanno la possibilità di rivivere esperienze e situazioni nel mondo protetto dalla finzione mettendo in scena desideri ma anche paure e frustrazioni in modo che diventino più tollerabili nel mondo reale». Non a caso secondo la teoria psicanalitica il gioco simbolico è per il bambino una trasposizione dell’esperienza e dei suoi contenuti emotivi, uno strumento per piegare la realtà ai propri desideri e per superare la frustrazione e l’angoscia. Al pari del sogno, quindi, il gioco assicura la stabilità emotiva del piccolo.

Gioco simbolico Montessori

«Con il gioco simbolico il bambino si prepara alla vita e al tempo stesso cura se stesso affrontando le sue paure» conferma la dottoressa Tombacco. «Anche se il gioco simbolico rappresenta il culmine dell’attività ludica per i bambini, va ricordato che durante la fase di gioco possono essere presenti anche il gioco di finzione e quello combinatorio, persino quello esplorativo tipico delle prime fasi di vita in base a quanto la fantasia suggerisce e a quanto serve per creare al meglio lo scenario in cui muoversi». E l’adulto che ruolo nel gioco simbolico? «Quello di preparare l’ambiente come sottolinea la pedagogia montessoriana» precisa l’esperta. «Nei nidi e nelle case dei bambini vengono forniti ai piccoli una serie di oggetti che possono favorire il gioco funzionale e quello di finzione come la cucina giocattolo o il set di attrezzi; il bimbo gioca e man mano che si sviluppano le sue capacità passa al gioco di finzione e a quello simbolico: all’adulto non resta che osservare e lasciare questo tipo di attività emerga, diventando sempre più raffinata».

Gioco simbolico esempi

«Ogni oggetto stimola il gioco simbolico nel bambino» spiega l’esperta. «Il genitore può comunque offrire al piccolo una serie di strumenti che favoriscono l’attività ludica del piccolo. Nel caso del gioco funzionale possono essere scatoline, oggetti con cui fare travasi, strumenti che in sicurezza permettano al bimbo di muovere le mani tagliando ad esempio le verdure. Nel caso del gioco simbolico ci si può regolare in base ai gusti del bambino mettendo a su disposizione macchinine e pupazzetti, animali di peluche e dinosauri. Senza dimenticare uno strumento di gioco molto prezioso quale le sono le costruzioni. Fornire un angolo costruzioni, sia a scuola come a casa, permette al bambino di avere uno spazio dove svolgere un’attività di gioco sulla quale concentrarsi per riprodurre gli scenari più diversi nei quali far muovere la fantasia nell’elaborazione di giochi simbolici via via diversi. Inizierà facendo la torre, la pavimentazione e il recinto per poi passare ad archi, grotte e casette in sequenze costruttive sempre più complesse in cui far muovere i più diversi personaggi. Ovviamente anche oggetti di recupero come rotolini di cartone della carta igienica, nastri o vecchi cavetti così come i granulati (il sale grosso ad esempio), la plastilina, l’impasto fatto con acqua e farina, possono diventare oggetti con cui costruire altri scenari dove sviluppare il gioco simbolico».

 

Foto di cottonbro studio by Pexels

Foto di cottonbro studio by Pexels

Consigli per i genitori

«Il gioco dei bambini va sempre osservato con attenzione anche se si stanno facendo altre attività soprattutto nel caso si forniscano materiali come nastri e cavetti che potrebbero risultare pericolosi se usati senza controllo dell’adulto» commenta Trombacco. «Il gioco dei bambini poi va sempre protetto facendo in modo che non venga disturbato da altri bambini e neppure dagli adulti. Si deve uscire e il bimbo sta giocando? Se è possibile si può lasciare che il gioco si esaurisca da solo come in genere succede; ma se l’impegno non è procrastinabile si possono adottare piccole strategie perché l’abbandono dell’attività ludica sia il meno traumatico possibile. Si può, ad esempio, creare una sorta di rituale ricordando ad inizio gioco che entro un dato orario si dovrà smettere e che in quel momento suonerà un carillon oppure partirà una canzone». C’è poi la fase del riordino. «E’ importante perché consente di mettere in atto nuove attività combinative e funzionali che permettono un ulteriore sviluppo della capacità manuali e intellettive» precisa l’esperta. «Se il piccolo lo richiede si può offrire a lui aiuto nel rimettere a posto i giochi ma senza che lo si debba fare in velocità: importante è non mettere fretta a un bambino che si stacca sempre dai giochi con difficoltà. Tanto che la psicanalista francese Françoise Dolto invitava a mandare a dormire i bambini lasciando intatte le costruzioni». E se il bimbo gioca all’aperto? «Innanzitutto, è bene ricordare quanto sia importante che i bimbi giochino in un parco, con la maggior frequenza possibile, ovviamente quando il tempo lo permette. All’esterno, infatti, il gioco combina attività esplorative con altre funzionali fino ad arrivare al gioco simbolico vero e proprio dove è il bimbo stesso con il proprio corpo a diventare simbolo di quello che desidera interpretare. Il gioco al parco è tanto più importante poi in quanto viene fatto con altri bambini che a loro volta rivestono ruoli via via diversi che rendono sempre più articolato e coinvolgente il gioco simbolico. Ecco allora che quando si deve andare via dal parco è bene cercare di concordare prima con il bambino un orario in modo che non ci sia uno stacco brusco con l’attività ludica. Il genitore deve comunque essere in grado di accettare la frustrazione e la rabbia del piccolo che, oltre ad essere accolta, può essere mitigata con le parole, spiegando ad esempio al bambino che si potrà tornare al parco il giorno dopo così da poter riprendere il gioco».

 
 
 

In breve

Il gioco simbolico è molto importante per i bambini piccoli. Attraverso questo tipo di gioco si misurano con la loro fantasia e creatività, trasformano gli oggetti reinterpretandoli e imitano gli adulti. Questa attività ha grande importanza per la loro crescita, per misurarsi con le proprie emozioni e rivivere e confrontarsi con tante paure, superandole.

 

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