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I neonati hanno una naturale affinità con l’acqua ed è proprio per questo motivo che molti pediatri consigliano ai neo genitori di iscriverli ad un corso di nuoto neonatale che mantenga questo buon rapporto e che dia anche tanti altri benefici al piccolo. Non si tratta di corsi di nuoto in cui il bambino imparerà effettivamente a nuotare, ma di attività semplici e divertenti che si svolgono in acqua, tra le braccia dei genitori e sotto la supervisione attenta di un istruttore qualificato.
Questi corsi si rivolgono a bambini anche molto piccoli: secondo i pediatri si può cominciare a frequentarli già a partire dai tre mesi di vita, in modo che il piccolo continui a percepire l’acqua come un elemento famigliare, proprio come quando era nel grembo materno, e al tempo stesso si favorisca lo sviluppo psicomotorio. Ma non solo: i vantaggi del nuoto neonatale e dei corsi di acquaticità sono davvero molti!
Corsi di nuoto neonatale: quando iniziare
Il neonato, memore dei nove mesi trascorsi nell’utero materno, mantiene per circa sei mesi dopo la nascita il cosiddetto riflesso di apnea involontaria, che gli permette di evitare di ingerire liquidi quando è immerso in acqua. Molti esperti consigliano quindi di iniziare con i corsi di nuoto neonatale il prima possibile, ma non prima che il moncone ombelicale si sia completamente cicatrizzato e al termine del ciclo dei vaccini obbligatori.
Idealmente si può cominciare a portare il piccolo in piscina tra i 3 e i 5 mesi di vita, ma non è mai troppo tardi per farlo. In ogni fascia d’età, infatti, cambia il modo di rispondere agli stimoli esterni e in particolare di interagire con l’acqua. In particolare:
- dai 3 ai 6 mesi in genere i bambini mantengono il riflesso di apnea involontaria: nonostante i movimenti di gambe e braccia siano per la maggior parte passivi, è il momento in cui la relazione con l’acqua è del tutto naturale;
- dai 6 ai 12 mesi il bimbo può cominciare a modificare volontariamente la propria respirazione in base alle attività svolte. Non solo: ha anche la capacità di muovere il corpo volontariamente e di afferrare oggetti: via libera, quindi, a giochi galleggianti e ad attività natatorie proposte sotto forma di gioco!
- fino ai 18 mesi le attività in piscina sono una grande opportunità di crescita fisica, mentale ed emotiva. Il bimbo deve sempre essere assistito dai genitori, ma si avvia ad essere autonomo e ad avvicinarsi al nuoto vero e proprio.
Bisogna però ricordare che ogni bimbo è diverso dall’altro e ha un diverso percorso di crescita, quindi è difficile stabilire un momento ideale per ogni bambino: sarà il pediatra a valutare insieme ai genitori quando cominciare con i corsi di acquaticità.
Tutti i vantaggi
I corsi di nuoto neonatale e di acquaticità offrono molti vantaggi ai neonati. Tra questi si possono ricordare:
- il neonato, se ben accompagnato in questo percorso, getta le basi di un rapporto sano e sereno con l’acqua, che manterrà per tutta la vita;
- si rafforza il rapporto affettivo e di fiducia con i genitori grazie alle attività stimolanti in cui si è coinvolti e al contatto fisico costante;
- migliora il tono muscolare, la coordinazione, l’equilibrio e la motricità;
- gli stimoli sensoriali dati dall’ambiente circostante favoriscono la crescita sensoriale ed emotiva, oltre a dare una maggiore consapevolezza dello spazio e del modo in cui interagire con esso;
- il neonato impara a controllare la respirazione, favorendo così il rafforzamento del sistema cardiocircolatorio;
- migliora la fiducia in se stesso e un maggiore senso di sicurezza in relazione al proprio corpo;
- il rapporto e l’interazione con altri neonati stimolano la socialità;
- le attività in acqua stimolano l’appetito e regolarizzano il sonno.
Controindicazioni
Ci sono delle controindicazioni al nuoto neonatale e ai corsi di acquaticità? In via generale non ce ne sono, ma bisogna assicurarsi che il neonato sia costantemente seguito in acqua sia dai genitori che da istruttori qualificati, che possano proporre attività e giochi in totale sicurezza. Chi gestisce il corso dovrebbe avere idealmente sia una qualifica ufficiale sia una preparazione pedagogica specifica, oltre ad una buona dose di empatia e sensibilità. Ci si deve poi assicurare che l’acqua della piscina sia ad una temperatura di circa 32 gradi, in modo che i bambini molto piccoli non subiscano bruschi sbalzi termici. È essenziale poi osservare il comportamento del bambino ad ogni lezione e rispettare l’intensità con cui ha voglia di eseguire gli esercizi proposti; se già a casa ci si accorge che il bimbo è stanco e nervoso, meglio dedicarsi ad un’attività meno impegnativa.
In copertina foto di Yan Krukau da Pexels