Il Covid-19 svuota le culle: si prevedono 10mila nascite in meno

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 20/08/2020 Aggiornato il 20/08/2020

Questo il dato emerso dalle stime dell’Istat. Il Covid rischia di condizionare le nascite nei prossimi anni in un contesto di fecondità già bassa

Il Covid-19 svuota le culle: si prevedono 10mila nascite in meno

In Italia il numero medio di figli per donna oggi è di 1,29, nonostante il desiderio dichiarato del 46% delle coppie sia quello di metterne al mondo due. La caduta della nascite potrebbe subire un’ulteriore accelerazione nel periodo post-Covid-19. Recenti simulazioni, che tengono conto del clima di incertezza e paura creato dalla pandemia, mettono in luce un primo effetto nell’immediato futuro; un calo che dovrebbe mantenersi nell’ordine di poco meno di 10mila nati, ripartiti per un terzo nel 2020 e per due terzi nel 2021.

Paura del futuro

La prospettiva peggiora se si tiene conto anche delle ricadute negative sull’occupazione. I nati scenderebbero a circa 426mila nel bilancio finale del corrente anno, per poi ridursi a 396 mila, nel caso più sfavorevole, in quello del 2021.  È questo lo scenario presentato dal rapporto annuale dell’Istat, Istituto nazionale di statistica.

Nei desideri degli italiani almeno due figli

A fronte di una fecondità reale in costante calo dal 2010 e che ci riporta agli stessi livelli di 15 anni fa, gli italiani continuano a immaginare una famiglia con due figli, evidenziando un significativo scarto tra quanto si desidera e quanto si riesce a realizzare. Ben il 46 per cento degli italiani desidera avere due figli. Il 21,9% tre o più. Solo il 5,5% ne desidera uno. Le aspettative si abbassano a partire dai 40 anni, quando diventa più alta, seppure non maggioritaria, la quota di coloro che ne vogliono solamente uno (20,8 per cento tra 40 e 44 anni).

C’è chi dice no

Secondo l’indagine Istat sarebbero solo 500mila gli individui tra i 18 e i 49 anni che affermano che fare figli non rientra nel proprio progetto di vita: una componente che include, nella metà dei casi, persone che hanno superato i 40 anni e che prendono atto delle difficoltà di avere figli in età avanzata. Altri 2 milioni e 200mila (più della metà ha superato i 40 anni) non ha figli e non intende averne per ragioni di età o perché non ha un partner, o per problemi di salute. Ci sono poi gli indecisi: il 25,4% esprime un desiderio di maternità o paternità senza però saper indicare il numero di figli desiderato.

 

 
 
 

Da sapere!

Il desiderio di avere figli resta comunque elevato, anche quando è difficile realizzarlo. Tra il 2010 e il 2017 il numero di coppie che hanno fatto ricorso alla Pma (Procreazione medicalmente assistita) è aumentato del 12%, il numero di gravidanze ottenute del 24% e il numero di nati vivi del 12%.

 

Fonti / Bibliografia

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