Papà

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Il ruolo del partner è fondamentale per la serenità della neomamma e del piccolo, ma una volta nato il bambino, il papà può sentirsi escluso dal rapporto speciale che si instaura tra la mamma e il bebè.
Per quanto entrambi abbiano desiderato molto l’arrivo di un figlio, mamma e papà hanno sensazioni diverse in merito alla nascita del bebè: la donna, avendo vissuto intensamente l’attesa del bambino sia dal punto di vista psicologico sia fisico, instaura istintivamente con il neonato un rapporto di complicità.
Nel papà invece, pur avendo partecipato ai corsi preparto e al parto stesso, dopo la nascita del figlio può subentrare un senso di distacco nei confronti del bambino e di esclusione dal rapporto madre-figlio.
Tutto ciò è normale, in quanto l’uomo è fisicamente escluso dalla gravidanza e l’arrivo del bebè può in qualche modo deludere le sue aspettative: il neonato sembra desiderare solo la vicinanza della mamma, fonte di nutrimento e di coccole. Nel neopadre gelosia e frustrazione sono quindi sensazioni molto diffuse, destinate però a scomparire con il tempo.

Perché il bebè cerca solo la mamma?

L’arrivo di un figlio è per i neogenitori l’inizio di una nuova vita, arricchita di sensazioni nuove. Nonostante sia la mamma sia il papà siano entusiasti della nascita del loro bebè e siano pronti a prendersene cura, si assiste ad una accentuata divisione dei ruoli. È la mamma infatti in questa fase iniziale ad essere il centro della nuova famiglia, in quanto è con lei che il bebè instaura un rapporto esclusivo, iniziato già quando il bimbo era nel pancione.
Il rapporto simbiotico che si instaura tra la mamma e il suo bambino trae la sua origine dalla gestazione e perdura una volta nato il bebè. La mamma infatti rappresenta per il piccolo la fonte primaria di nutrimento e di soddisfazione: allattando al seno la neomamma soddisfa le principali esigenze del neonato, perché lo nutre e, attraverso la suzione, lo rilassa e gli dona piacevoli sensazioni.
Il piccolo identifica così la mamma come un bene insostituibile e desidera intensamente il contatto con lei. Una volta nato il bebè, la neomamma è naturalmente più ricettiva in merito alle esigenze del piccolo ed è più disinvolta con il neonato. Tutto ciò è dovuto non solo ad un fattore istintivo, ma anche al fatto che la neomamma in genere trascorre molto tempo con il bambino, mentre il papà è impegnato con il lavoro.

Le sensazioni del neopapà

In genere i padri sono euforici dopo la nascita del loro bebè e assistono alla magia del rapporto madre-figlio con stupore e ammirazione. Ma è proprio questo sentirsi “spettatore” che fa insorgere una certa frustrazione e un senso di esclusione.
Inoltre, trascorrendo poco tempo con il neonato a causa degli impegni lavorativi, il neopapà si sente più impacciato nel prendere in braccio il bebè o nel cambiargli il pannolino e si trova spesato di fronte ai pianti improvvisi del neonato.
È normale che il papà sia geloso del bambino: tra mamma e bebè si instaura un rapporto di simbiosi, dal quale il papà è naturalmente escluso. Se la mamma allatta al seno, il padre può vedere il piccolo come un “intruso”: il seno non è più una zona esclusiva legata alla sfera intima tra i partners, bensì è ora a completa disposizione per il nutrimento del bebè.

Una figura fondamentale

La figura del papà è essenziale per lo sviluppo psicologico sano del bambino. Quindi, anche se all’inizio il papà si sente in secondo piano rispetto alla mamma, deve stare tranquillo e accettare questa fase: con il tempo il piccolo si affezionerà al papà quanto alla mamma.
È di aiuto pratico e psicologico per la mamma. Il papà può aiutare concretamente la neomamma nella cura del piccolo e nella gestione della casa. Per la donna è molto importante sapere di poter contare sul partner e avere un punto di riferimento è fondamentale per la sua serenità. È basilare che tra i neogenitori ci sia un complice dialogo, per raccontarsi le sensazioni che provano e i dubbi che possono insorgere.
È una figura di riferimento importante per lo sviluppo psicologico del bebè. La presenza della figura paterna è fondamentale in famiglia, per evitare che si crei un rapporto morboso tra mamma e bebè. Il papà “spezza” e movimenta la diade madre-figlio, offrendo anche alla mamma la possibilità di non sentirsi solo madre, bensì donandole più completezza.
Dai 3 ai 6 anni di vita, il bimbo attraversa la delicata fase dell’identificazione sessuale, durante la quale il ruolo del padre è essenziale. Si stabiliscono infatti sottili equilibri in virtù dei quali il maschietto si infatua della madre e si identifica con il padre, viceversa la femminuccia s’infatua del padre identificandosi con la madre: da questo parte lo sviluppo dell’identità sessuale del bambino.
Inoltre si crea una sorta di competizione tra il figlio e il padre nei confronti della madre (viceversa per le bimbe): tutto ciò è assolutamente normale e importante per lo viluppo psicologico del figlio in quanto individuo.

Tra padre e figlio il rapporto cresce con il tempo

Il papà si infatua all’istante del suo piccolo è si tratta di un vero e proprio colpo di fulmine. Dato che il bimbo non corrisponde immediatamente questo sentimento poiché all’inizio per il neonato è essenziale solo la figura materna, l’innamoramento del padre va scemando e il papà avverte un senso di distacco fino a vedere il piccolo come un “estraneo”.
Il sentimento di amore per il bebè andrà comunque via via rafforzandosi con il tempo e la complicità tra padre e figlio si cementerà grazie a momenti ed esperienze vissuti insieme. Per la mamma l’innamoramento nei confronti del figlio è istintuale, per il padre si basa invece su fattori cognitivi-comportamentali.

Come comportarsi

Dare da mangiare al bimbo, cambiarlo, coccolarlo, stare con lui: questo è ciò che dovrebbe fare il papà, anche se non si sente gratificato dal comportamento del piccolo.
Deve accettare l’idea che le sensazioni di esclusione e di distacco appartengono ad una fase passeggera e del tutto naturale. Il tempo gioca a favore del papà: con il trascorrere dei mesi tra padre e figlio si istaura un rapporto di complicità e di simpatia reciproca.
  • Il papà non deve fare scenate di gelosia alla mamma, accusandola di non curarsi più di lui. La mamma dal canto suo deve coinvolgere il più possibile il partner nella cura del piccolo e sdrammatizzare il comportamento del papà “geloso”.
  • Il papà deve razionalizzare le sue sensazioni di esclusione accettando questa situazione e avendo fiducia nel piccolo, che saprà ricompensare con il tempo l’affetto del padre.
  • Inoltre è importante che mamma e papà imparino a distinguere i loro ruoli, sentendosi sì genitori ma anche complici partners. Dopo la nascita del bebè è opportuno quindi che i neogenitori si riapproprino della loro sfera intima.

Da sapere

Se la mamma non allatta al seno non è detto che per il padre sia più facile superare il senso di esclusione dovuto dal rapporto tra mamma e figlio. Anche se il papà si prende cura del bebè offrendogli il biberon ai pasti, il piccolo è comunque orientato istintivamente a guardare e a cercare la mamma. In questo modo il papà può sentirsi ancora più frustrato, perché non percepisce un riscontro affettivo da parte del bebè.

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