Come si riconosce un bravo papà?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 20/02/2015 Aggiornato il 20/02/2015

Un libro pubblicato di recente traccia l’identikit del bravo papà. La prima caratteristica che dovrebbe avere? La capacità di ammettere i propri limiti

Come si riconosce un bravo papà?

Spesso i papà provano una grande ammirazione per le loro compagne. Ma una mamma non nasce certo con il libretto delle istruzioni incorporato: è solo con l’esperienza, l’impegno e i tentativi che impara a capire i pianti del bambino, a placare i suoi capricci, a soddisfare i suoi bisogni. Gli uomini non devono, dunque, disperare: diventare un bravo papà è possibile. Basta applicarsi. Qualche spunto utile per capire come iniziare arriva dal libro “Manuale di sopravvivenza per padri Imperfetti” (Franco Angeli, 2014), scritto da Ferdinando Galassi, psicoterapeuta e padre di Giacomo e Matteo.

Non bisogna generalizzare troppo

Innanzitutto, è bene fare una premessa, che forse sembrerà banale e invece è importantissima: ogni bimbo e ogni genitore sono casi a sé. Per questo, generalizzare troppo non sarebbe corretto. Papà, mamma e bebè devono darsi modo e tempo di conoscersi l’un l’altro e di costruire una relazione che tenga conto delle personalità, delle esigenze e dei desideri di ciascuno. Vero, però, che si possono dare delle indicazioni di massima, da considerare come spunti utili.

Meglio essere umili

Indubbiamente, oggi gli uomini sono molto più presenti nella vita dei figli, per cui è normale che si interroghino sul loro ruolo e si chiedano quali siano le strade da seguire per essere un bravo papà. “Si è discusso e si discute molto sul nuovo ruolo dei padri nella famiglia. I cambiamenti avvenuti nella società hanno modificato i ruoli dei genitori. I padri oggi sono più presenti di prima e stanno faticosamente costruendo un modello nuovo di relazione con i figli” ha scritto l’autore del libro. Come affrontare la nuova sfida? Secondo il dottor Galassi, semplicemente provandoci, senza aspettarsi troppo da se stessi. Anzi, è fondamentale avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti e, talvolta, anche la propria inutilità. Non si può pretendere di essere onnipotenti: del resto, nemmeno le mamme lo sono.

Sì all’autoironia

Oltre a mettere da parte l’orgoglio, il bravo papà dovrebbe anche puntare sull’autoironia. Si tratta, infatti, di un’arma utilissima, che può aiutare a gestire e a sdrammatizzare anche le situazioni più difficili. Prendendosi troppo sul serio si rischia di perdersi i lati positivi dell’avventura che l’essere genitori permette di vivere.

Suggerimenti specifici per ogni tema

Dopo aver dispensato alcuni suggerimenti generici, l’esperto affronta in modo dettagliato argomenti specifici, come il momento della nanna, l’uso del ciuccio, il rapporto con l’acqua, la scuola, il primo appuntamento galante. Parla anche di separazione e divorzio, fornendo alcune indicazioni preziose per evitare di traumatizzare i figli.

 

 

 
 

In breve

LASCIARE CHE IL PICCOLO SPERIMENTI

Il bravo papà è quello che è pronto a supportare il figlio in caso di bisogno, che gioca con lui, che risponde alle sue domande, ma che sa farsi da parte quando serve, permettendo al bambino di sperimentare in sicurezza.

 

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