In Italia cresce il fenomeno dei padri-nonni

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 15/05/2015 Aggiornato il 15/05/2015

Gli endocrinologi lanciano l’allarme: ci sono troppi padri che decidono di avere il primo figlio in età avanzata

In Italia cresce il fenomeno dei padri-nonni

Non sono solo le donne ad avere la prima gravidanza a un’età molto più tarda rispetto al passato, anche per gli uomini il primo figlio arriva sempre più tardi. È quanto emerso da uno studio presentato al ministero della Salute dalla SIE, Società italiana di endocrinologia. Il fenomeno,  ha spiegato il presidente della SIE Andrea Lenzi, riguarderebbe almeno il 30% dei nuovi papà italiani, ponendo il nostro Paese in cima alla classifica dell’età media del concepimento più alta in Europa.

Un fenomeno recente

La seconda o terza paternità per uomini al di sopra dei 50 anni è un fenomeno già diffuso da tempo anche grazie all’esempio di personaggi pubblici molto noti come Michele Placido, Gianfranco Fini, Flavio Briatore. La prima paternità a 35-40 anni è, invece, un fenomeno molto più recente. In Italia l’età in cui si fa il primo figlio è aumentata di 10 anni, passando dai 25 ai 35 anni, a partire dagli anni ’80, ma toccando anche estremi che arrivano a superare i 40 anni. E poi ci sono i cosiddetti padri-nonni, over 45, che ne avranno 65 quando il figlio diventerà maggiorenne.

Prima si soddisfano altri desideri

Secondo Andrea Lenzi la nostra società ha assegnato alla riproduzione un ruolo tardivo, marginale e dedicato più a soddisfare il desiderio della coppia con il figlio come ultimo gadget della realizzazione sociale, dimenticando che la fertilità sia maschile sia femminile ha il suo picco massimo fra i 20 e i 30 anni. L’aspetto positivo è che la scienza sta utilizzando anche questa criticità anche per capire i meccanismi biologici cellulari e molecolari della fertilità maschile, e quindi recuperare la potenzialità fecondante del maschio ora drammaticamente in declino.

Quali sono i motivi

Sempre secondo il parere di Andrea Lenzi, se 10 anni fa erano le classi più alte, più istruite ad aspettare di terminare gli studi e sistemarsi prima di fare figli, oggi con le difficoltà economiche e finanziarie, tutti si trovano costretti a ritardare. Con l’avanzare dell’età però, ha spiegato l’endocrinologo, diminuisce la fertilità perché i gameti hanno un’età anagrafica, quindi più si va avanti più è difficile fare figli. I padri-nonni sono un problema clinico, scientifico ma anche sociale. Per questo bisogna tornare alle origini e insegnare alle giovani generazioni i vantaggi di una fertilità sana al momento giusto.

 

 

 

  

da sapere!

IMPORTANTE IL RUOLO DELLA VITAMINA D

Recenti studi hanno dimostrato gli effetti negativi, sulla concentrazione e vitalità degli spermatozoi, di livelli troppo elevati o troppo bassi di vitamina D. Gli endocrinologi ritengono che sia importante approfondire il ruolo di questa vitamina sulla potenzialità fecondante maschile.

 

 

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