Carnevale 2024: data, tradizione e la storia delle maschere italiane

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 29/01/2024 Aggiornato il 29/01/2024

Quella del Carnevale è una delle feste più amate dai bambini di tutte le età, e spesso anche dai genitori. Del resto, si tratta di una ricorrenza all’insegna dell’allegria, dei colori e del divertimento: difficile dunque non lasciarsi contagiare dal clima spensierato e gioioso. Ecco una piccola guida per orientarsi e conoscere tutto sul Carnevale.

Carnevale

Quella del Carnevale è una delle feste più amate dai bambini di tutte le età, e spesso anche dai genitori. Del resto, si tratta di una ricorrenza all’insegna dell’allegria, dei colori e del divertimento: difficile dunque non lasciarsi contagiare dal clima spensierato e gioioso. Ecco una piccola guida per orientarsi e conoscere tutto sul Carnevale 2024.

Carnevale 2024: data di inizio e di fine

Il Carnevale 2024 inizia giovedì 8 febbraio e termina il 13 febbraio, giorno del martedì grasso: si tratta di due momenti più importanti di questa ricorrenza che è una delle principali feste mobili, ossia delle ricorrenze che non si celebrano in una data fissa, ma che ogni anno cadono in periodi diversi. I festeggiamenti, infatti, si distribuiscono in più momenti e, oltre a quelli già citati, molto importante sarà anche la data dell’11 febbraio, la domenica deputata ai festeggiamenti in molte zone d’Italia.

Ma per quale ragione le date non sono fisse? Tutto dipende dal fatto che il Carnevale è correlato alla Pasqua, una festività altrettanto mobile, che cade sempre la domenica dopo la prima luna piena di primavera, quest’anno il 31 marzo. Prima di Pasqua, ci sono i quaranta giorni di Quaresima, anticipati proprio dal Carnevale, che inizia la cosiddetta domenica di Settuagesima, circa 70 giorni prima della domenica di Pasqua, ossia la prima domenica delle nove che precedono quella di Pasqua. Nel 2024 la domenica di Settuagesima è il 28 gennaio, che dunque rappresenta l’inizio ufficiale del Carnevale 2024.

Come detto, il martedì grasso, sarà il 13 febbraio, mentre il giorno successivo, il 14 febbraio, è il mercoledì delle Ceneri, che segna l’inizio della Quaresima. Proprio per questo si parla di martedì grasso: in passato si trattava dell’ultimo giorno in cui si poteva mangiare liberamente (si teneva un vero e proprio banchetto) prima di iniziare la dieta priva di carne tipica della Quaresima. E infatti la parola carnevale deriva dal latino “carnem levare”, che significa “togliere la carne”. Dove si osserva il rito ambrosiano, però, la Quaresima inizia la domenica successiva al giovedì grasso.

Origine e tradizione del Carnevale in Italia 

Il Carnevale ha origini antichissime e affonda le proprie radici nei Saturnali della Roma antica e nelle feste dionisiache greche, festività in cui era concesso lasciarsi andare, non avere pensieri, dedicarsi allo scherzo, giocare e liberarsi dagli obblighi. In queste occasioni ci si mascherava per far scomparire le differenze sociali e per diventare irriconoscibili. Anche in molte altre parti del mondo, in passato esistevano feste che prevedevano cerimonie e processioni in cui ci si travestiva. Tuttavia, il Carnevale è considerata una festa legata al mondo cattolico e cristiano proprio per il suo legame diretto con Pasqua e il periodo della Quaresima.

Rito romano e rito ambrosiano

In Italia esistono due tipi di Carnevale, a seconda delle zone di appartenenza: il rito Romano, molto più diffuso, e il rito Ambrosiano. Quest’ultimo è il rito liturgico praticato nelle chiese e parrocchie dell’Arcidiocesi di Milano, che non prevede il mercoledì delle Ceneri e fissa l’inizio della Quaresima la domenica successiva. Il Carnevale ambrosiano viene dunque festeggiato il sabato che segue il giovedì grasso, nel 2024 il 17 febbraio, quando nel resto d’Italia, dove vige il rito Romano, è già Quaresima da tre giorni.

Carnevale di Viareggio

Carnevale di Viareggio

Siete alla ricerca di un’idea per trascorrere il Carnevale? Se i vostri bambini volessero sfoggiare i propri costumi e giocare con i propri amici con i coriandoli, ogni regione organizza parate, feste in piazza e bancarelle durante i weekend precedenti alla festività. Se invece preferite portarli in luoghi al chiuso dove si potranno divertire senza prendere freddo, sono molte le strutture, come ad esempio musei, teatri e biblioteche, che organizzano laboratori o eventi tematici. Qualsiasi cosa scegliate sicuramente i vostri piccoli avranno l’occasione di divertirsi.

Le maschere del Carnevale italiano 

In Italia ogni città e ogni zona festeggia il Carnevale a suo modo, ma maschere, allegria, coriandoli e stelle filanti la fanno da padroni ovunque. A Venezia, per esempio, si festeggia uno dei “Carnevali” più famosi del mondo, durante il quale sfilano maschere tradizionali molto suggestive e avviene il cosiddetto “Volo dell’Angelo” dal campanile di Piazza San Marco. Molto celebri anche il Carnevale di Viareggio e quello di Putignano, in Puglia. L’Italia ha un’antica tradizione legata ai travestimenti e alle maschere, molte delle quali possono essere fatte anche in casa. Ecco le più conosciute.

Arlecchino

E’ una maschera originaria di Bergamo, famosa per il suo costume dai mille colori. Rappresenta un servo agile, furbo, gioioso ma anche un po’ pigro e fannullone.

Maschera di Arlecchino

Maschera di Arlecchino

La leggenda narra che durante una festa un gruppo di mamme, colpite dalla povertà di Arlecchino e dal suo aspetto malconcio, decise di cucire per lui un abito utilizzando tanti scarti di stoffe colorate. Un’altra versione racconta però che Arlecchino fosse al servizio di un mercante molto tirchio che gli dava solo abiti ricavati da toppe di vecchi vestiti. Il personaggio di Arlecchino deriva da una figura presente già nel teatro comico dell’antica Roma, Zanni.

Brighella

Conosciuto sia come l’antagonista che come il migliore amico di Arlecchino, anche questa è una maschera tipica di Bergamo, che indossa un costume bianco e verde. Si tratta di un personaggio scorbutico, intrattabile, che tende a mentire e ad architettare piani loschi per trarne vantaggi personali. Non fa solo il servo di un mercante ma ha un’infinità di altri mestieri più o meno leciti, è bravissimo ad escogitare trappole con le quale ingannare gli altri.

Balanzone

Conosciuto anche come dottor Balanzone, è una maschera di Carnevale di origine bolognese. È un personaggio saccente, presuntuoso e logorroico, che pensa di sapere tutto ma che in realtà fa strafalcioni anche grammaticali. Nonostante ciò sono molte le maschere a chiedere il suo aiuto. Balanzone indossa il costume tipico dei dottori di legge: una toga nera, con panciotto bianco, pantaloni neri, un colletto di pizzo e merletto bianco sui polsi. A completare il tutto un grande cappello nero, scarpe nere e maschera nera. 

Colombina

È la figlia di Pantalone, una domestica fedele, graziosa, seducente e molto intelligente, che spesso usa la menzogna a fin di bene per coprire la sua padrona. Insieme al padre Pantalone rappresenta la città di Venezia. È considerata la fidanzata di Arlecchino. Il costume di Colombina ha innumerevoli varianti. Quella più comune è costituita da un corpetto aderente bianco, un’ampia gonna a balze blu e una giacca rossa, orlata da una passamaneria dello stesso colore della gonna, e un grembiulino bianco

Pantalone

È il papà di Colombina, un vecchio mercante veneziano che, a seconda delle storie, è ricco o povero, ma sempre avaro. Per questo motivo, si lamenta per la mancanza di denaro e tenta di combinare matrimoni vantaggiosi per i figli. Ha un carattere burbero e difficile. Di solito, indossa lunghi pantaloni attillati di colore nero, una giacca rossa, una lunga veste nera e una maschera dal lungo naso a becco. Non possono mancare la borsa per il denaro e un corto spadino.

Gianduia

Gianduia è un’altra delle maschere del Carnevale, tipica del Piemonte. Si tratta di un uomo buono, generoso e ospitale, che elargisce spesso e volentieri sorrisi e che ama la vita, il buon vino e la buona tavola. Tuttavia, pecca di distrazione. Indossa pantaloni a sbuffo di colore marrone o verde, panciotto giallo, calze rosse e giacca marrone bordata di rosso. Completano il suo outfit un cappello a tre punte, una parrucca con il codino e un fiocco verde al collo.

Pulcinella

Si tratta di una delle maschere di Carnevale più antiche, note e amate. Simbolo di Napoli, Pulcinella è chiacchierone, giocherellone e goffo, ma anche un po’ sfrontato e opportunista.

Maschera di Pulcinella

Maschera di Pulcinella

In perenne movimento e alla continua ricerca di cibo, cerca di sfuggire alla prevaricazione e alla prepotenza dei ricchi. Con il naso lungo e gobbo e una maschera nera, indossa pantaloni, ampia camicia e cappello tutti di colore bianco.

Rugantino

Maschera di Carnevale tipica di Roma, Rugantino è arrogante e attaccabrighe, un po’ spaccone, ma in fondo ha un animo buono. È diventato il simbolo dei romani popolari, solidali e con uno spiccato senso di giustizia. Indossa frac, panciotto e calzoni rossi, calze bianche a strisce orizzontali e un cappello da gendarme a due punte. Talvolta però il costume comprende calzoncini consumati, fascia alla vita, camicia con casacca e fazzoletto al collo.

Meneghino

Maschera popolare milanese, Meneghino sembra derivare dal diminutivo di Domenico. È un servitore ma anche un contadino intelligente, obbediente e devoto, capace di destreggiarsi nelle diverse situazioni.  È simpatico, onesto e con voglia di lavorare, per questo piace ai milanesi. Non usa maschere sul viso e indossa calzoni verdi e calze a righe rosse e bianche e una giacca lunga rossiccia e marrone. In testa porta una parrucca con il codino francese e il tipico cappello a tre punte.

In copertina foto di Serge WOLFGANG da Pixabay 

 

In breve

Quando si festeggia il Carnevale? Perché la data cambia ogni anno? Dove è nata questa festa? Quali sono le maschere della tradizione? Tutto sulla ricorrenza più colorata dell’anno, amata da grandi e piccini, che quest’anno inizia il 28 gennaio e termina il 13 febbraio, con il martedì grasso. Unica eccezione, Milano, che segue il rito Ambrosiano, e festeggia sabato 17. 

 

Fonti / Bibliografia

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