Per aiutare la ricerca sul neuroblastoma scegliamo le uova solidali di Pasqua 2023

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 21/03/2023 Aggiornato il 21/02/2024

Una scelta dolcissima come quella di un uovo di cioccolato può regalare speranza ai bambini affetti da neuroblastoma, una malattia molto seria. Ecco le uova solidali di Pasqua 2023 a sostegno della ricerca medica

Le uova di Pasqua solidali 2023 possono aiutare la ricerca per le cure del neuroblastoma

La Pasqua è ancora più dolce se l’acquisto di un goloso uovo di cioccolato contribuisce a dare speranza a bambini con seri problemi di salute, perché la ricerca possa continuare. Tra le diverse uova solidali di Pasqua 2023, uno aiuta in modo decisivo la ricerca su un tumore cerebrale pediatrico: il neuroblastoma.

Ordina subito le uova solidali Pasqua 2023!

L’Associazione italiana per la lotta al Neuroblastoma onlus sostiene la campagna “Cerco un uovo amico ”, proponendo tre tipi di uova solidali Pasqua 2023, in deliziose varianti:

  • cioccolato al latte con sorpresa
  • nocciolato con sorpresa
  • cioccolato fondente con sorpresa

Un simbolo della Pasqua in un cioccolato di altissima qualità, avvolto nella classica carta rosa a fiori che richiama la primavera, accompagnato dal simbolo del bambino con l’imbuto e dal motivo “metti in modo la speranza e portala lontano”. Ogni uovo si può acquistare direttamente sul sito www.neuroblastoma.org entro e non oltre il 24 marzo 2023 per poter ricevere a casa propria entro Pasqua uno o più uova nei gusti preferiti. Ciascuna di queste delizie contribuirà a sostenere una ricerca scientifica di eccellenza che per tanti bambini con neuroblastoma potrebbe rappresentare una concreta speranza di guarigione.

Che cos’è il neuroblastoma?

È importante continuare a sostenere la ricerca scientifica, perché il neuroblastoma al momento è uno dei tumori solidi pediatrici più diffusi. Insieme con i tumori cerebrali, il neuroblastoma è la prima causa di morte nella fascia di età tra 0 e 10-15 anni, colpendo ogni anno circa 130 piccoli. L’età media della diagnosi è 18 mesi e la metà dei casi si concentra nei primi mesi di vita. Si tratta di un tumore maligno del sistema nervoso autonomo, che trae origine dai residui di cellule nervose che si sviluppano durante la vita embrionale. Il tumore colpisce, nello specifico, i neuroblasti, cellule del sistema nervoso simpatico che regolano varie attività dell’organismo, come la respirazione, la pressione arteriosa, il battito cardiaco. Queste cellule sono presenti ovunque: collo, colonna vertebrale, surreni, torace. Ecco perché il neuroblastoma può insorgere un po’ ovunque nel corpo.

Quali sono i sintomi del neuroblastoma?

Uno dei problemi di questo tumore è che provoca sintomi abbastanza aspecifici, che si possono confondere con quelli di una forma influenzale. Di solito compaiono infatti:

  • stanchezza
  • febbre
  • inappetenza
  • pallore
  • perdita di appetito.

 

Se il neuroblastoma si localizza nella zona dell’addome, possono comparire masse che causano dolore addominale. Altre volte compaiono sintomi da compressione. Se, per esempio, la malattia si localizza nel mediastino, lo spazio tra i polmoni, il bambino può avere difficoltà di respirazione. Nel caso in cui il neuroblastoma coinvolga i gangli nervosi del collo, possono verificarsi abbassamento involontario di una palpebra (ptosi) o restringimento di una pupilla. I segnali della malattia sono comunque poco caratteristici e non sempre è facile inquadrarli in modo corretto come succede, per esempio, con il mal di testa che può essere sintomo di tumori cerebrali.

Come si scopre il neuroblastoma?

Per questa ragione, in una certa percentuale di casi la diagnosi avviene quando il tumore è avanzato e la malattia già disseminata. La possibilità di guarigione si riduce allora a una percentuale piuttosto bassa. Ecco perché è importante non sottovalutare nei bambini segnali insoliti, oppure che simulano un malessere influenzale, ma che durano più a lungo: è importante per lo meno parlarne con il pediatra. La diagnosi avviene prima di tutto con la visita, perché il pediatra può individuare eventuali masse alla palpazione o segni sospetti. È poi necessario effettuare alcuni esami, per esempio:

  • le analisi del sangue con emocromo, ferritina, Ldh, test di coagulazione del sangue, esami per valutare la funzionalità epatica e renale;
  • le analisi delle urine del mattino per il dosaggio dei metaboliti urinari delle catecolamine, sostanze che nella maggior parte di queste malattie vengono prodotte in elevate quantità;
  • ecografia dell’addome;
  • radiografia del torace;
  • eventualmente Risonanza magnetica o tomografia computerizzata con mezzo di contrasto, per individuare l’estensione della malattia;
  • biopsia ed esame istologico per studiare le caratteristiche genetiche e molecolari del tumore, necessarie per pianificare la cura.

 

Per escludere la presenza di metastasi, è necessario eseguire un agoaspirato del midollo osseo con relativa biopsia e una scintigrafia.

Come si cura il neuroblastoma

Le cure per il neuroblastoma dipendono dalle caratteristiche genetiche della malattia stessa e anche dall’età del bambino. Spesso nei piccoli al di sotto dell’anno di età, la prognosi è buona anche se la malattia è già disseminata. Le cure non sono sempre necessarie e, se lo sono, danno buoni risultati. Se invece il bambino è più grandicello spesso la malattia è più difficile da trattare ed è necessario prima sottoporlo a un ciclo di chemioterapia per ridurre la massa tumorale. L’intervento chirurgico permette l’asportazione della massa, ma è poi necessario effettuare radioterapia per evitare recidive locali e altri cicli di chemioterapia mirati per eliminare eventuali cellule malate in circolo. Le uova solidali di Pasqua 2023 possono contribuire in modo decisivo a individuare trattamenti sempre più efficaci contro la malattia.

 

 

 
 
 

In sintesi

Buone speranze nella cura del neuroblastoma si ripongono oggi anche nell’immunoterapia, un trattamento che consiste nel potenziare le difese naturali contro la malattia stessa. Nel caso del neuroblastoma si impiegano farmaci diretti contro una proteina chiamata G2, che si trova sulle cellule malate. I risultati ottenuti finora sono incoraggianti.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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