Le vacanze estive sono ormai entrate nel vivo e molte famiglie si apprestano a partire per una località di villeggiatura. La meta più gettonata? Sicuramente il mare, in Italia o all’estero. Peccato che moltissimi bambini e adolescenti non sappiano nuotare o sappiano a malapena galleggiare. A lanciare l’allarme è Italo Farnetani, pediatra, docente alla Libera Università degli studi di Scienze umane e tecnologiche di Malta, da anni fiero oppositore dei “tradizionali” compiti per le vacanze, autore di un’indagine in materia elaborando le risposte di 31 fra pediatri e insegnanti di nuoto italiani e sostenitore dei corsi di nuoto estivi.
Pochi sanno cavarsela in acqua
Secondo la ricerca, su otto milioni di minori italiani fra i 5 e i 18 anni, ossia ben due milioni, pari al 30% del totale, non sanno nuotare e, dunque, corrono pericoli in qualsiasi ambiente acquatico. A questi si aggiungono altri due milioni e 700mila (pari al 40%) ragazzini che sanno solo galleggiare: fra l’altro, di questi solo due milioni sanno galleggiare e spostarsi in avanti sia in mare e sia in piscina, mentre gli altri 700mila riescono a cavarsela solo in piscina. In età pediatrica, dunque, i soggetti che sanno muoversi bene in acqua e ad affrontare anche eventuali piccole emergenze rappresentano una minoranza. Da qui l’importanza di incentivare i corsi di nuoto in estate.
Compiti delle vacanze (forse) meno importanti
Ecco perché, sarebbe bene sfruttare l’estate e la maggiore libertà dagli impegni scolastici per iscrivere i propri figli ai corsi di nuoto. “È importante insegnare ai bambini e ai ragazzi italiani a non aver timore e a muoversi con sicurezza in acqua. Mentre i compiti per le vacanze non servono e andrebbero aboliti: le lezioni davvero utili al loro sviluppo ma anche alla loro salute e sicurezza sono piuttosto quelle di nuoto. Il mio suggerimento ai genitori è quello di approfittare della bella stagione e del tempo libero, per programmare un corso per insegnare ai figli a nuotare” ha commentato il pediatra.