TikTok e adolescenti: come regolarsi e che limiti porre

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 11/07/2024 Aggiornato il 12/07/2024

Amatissimo dai più giovani, TikTok propone svariati contenuti, non tutti adatti ai ragazzi. Ai genitori il compito di gestire al meglio la fruizione della piattaforma per evitare ogni possibile rischio. I consigli della pedagogista Giacomini.

adolescenti e tiktok

TikTok è la piattaforma social più gettonata dagli adolescenti. Propone infatti moltissimi contenuti, ma non tutti sono adatti a un pubblico giovanissimo. Per questo è importante che i genitori non lascino totale libertà di fruizione ai figli, ma pongano dei limiti sia per quanto riguarda il tempo di permanenza sul social sia per i contenuti da guardare. Non serve diventare rigidi controllori: l’importante è mantenere sempre aperto un dialogo con i figli cercando, anche attraverso una navigazione comune, di far capire ai ragazzi che esistono contenuti di valore e altri che, al contrario, trasmettono messaggi negativi e che non dovrebbero quindi essere seguiti. Educare al senso critico è infatti la miglior strategia perché i ragazzi possano usufruire al meglio dei social, senza correre rischi. I consigli della pedagogista in merito.

Come gestire la fruizione di TikTok di un figlio adolescente

Più di un miliardo di utenti attivi a livello globale. E’ solo uno dei tanti numeri da record di TikTok, piattaforma social che attira in maniera particolare i ragazzi più giovani, dagli 8 anni in su. I video pubblicati ottengono miliardi di visualizzazioni giornaliere anche grazie alla rapida circolazione all’interno di altri social attraverso il meccanismo delle condivisioni. Ma TikTok e adolescenti possono essere in sintonia oppure i genitori devono preoccuparsi? Per riuscire a gestire la fruizione di TikTok da parte di un adolescente è basilare innanzitutto che i genitori abbiano piena coscienza e conoscenza dei social. Per questo abbiamo chiesto il supporto della pedagogista Giovanna Giacomini, esperta di tematiche che riguardano bambini e ragazzi e autrice del libro “Scuole Felici. La pedagogia basata sul metodo danese nei servizi educativi 0-6 anni in Italia”.

«L’Hygge Education, il modello di educazione danese, può venire in aiuto perché essendo centrata sul dialogo e sulla collaborazione in famiglia, offre un approccio efficace per aiutare i genitori a rendere i figli maggiormente consapevoli» spiega l’esperta. «Fornisce infatti strategie che migliorano non solo la gestione del tempo, ma che rafforzano la collaborazione familiare creando un ambiente di supporto e comprensione. Nello specifico parlando di TikTok e adolescenti è essenziale che i genitori educhino i figli sui potenziali pericoli e questo significa parlare apertamente con loro dei rischi e delle strategie per navigare in sicurezza. E’ necessario impostare dei limiti di tempo, attivando ad esempio il controllo parentale. Inoltre è importante monitorare i contenuti. È chiaro che i genitori non possono trasformarsi in controllori, approccio che per altro non funziona e che può solo amplificare il conflitto tra genitori e figli. Quello che invece gli adulti possono fare è creare una preselezione di contenuti insieme ai ragazzi, in modo da avere la garanzia che siano esposti a elementi positivi. Questa importante fase di preselezione assicura che i figli seguano account “sani” riducendo il rischio di esposizione».

I pericoli di una fruizione eccessiva

«TikTok è una piattaforma davvero globale che presenta contenuti molto ampi e diversi tra loro molti dei quali però non sono per nulla adatti a utenti giovani e giovanissimi. Questo per altro a fronte del fatto che TikTok è proprio il social media preferito da questa fascia di pubblico che va dagli 8 ai 10 anni e che ne fa spesso una fruizione eccessiva nonché del tutto senza regole». Dove sta il pericolo quindi? «Nell’esposizione a contenuti che si possono definire inappropriati per l’età» commenta l’esperta precisando che non ci si riferisce solo ed esclusivamente a video violenti o sessualmente espliciti ma anche a video che promuovono comportamenti dannosi». Il tutto pensando alla fascia di età che ne fruisce.

«Si tratta di un periodo molto delicato nella crescita, caratterizzato dallo sviluppo come persona, dalla ricerca di un’identità, dal riconoscimento di genere e dalla ricerca di relazioni con i pari» continua la pedagogista. «La preadolescenza e l’adolescenza sono fasi della vita in cui ragazzi e ragazze scoprono a poco a poco chi sono e dove vogliono andare. Se si parte da questo presupposto appare quindi evidente che l’esposizione a modelli insani e spesso negativi caratterizzati da problematiche e dove il focus è sull’estrema importanza data all’apparire, all’estetica, alla violenza e all’aggressività, è molto pericolosa». Inoltre, TikTok permette, come gran parte dei social, di commentare liberamente. «E questo comporta un alto rischio di essere sommersi da parole offensive e umilianti in una sorta di gogna pubblica che può avere un forte impatto negativo sull’autostima e sulla salute mentale dei ragazzi in fase di crescita e quindi ancora poco corazzati nei confronti di quello che gli altri pensano e dicono» commenta Giacomini.

Quanto TikTok vedere al giorno?

L’esperta è decisa: il meno possibile. «La risposta sembra banale ma è supportata da tantissimi studi sui rischi che la fruizione del social può portare» fa presente l’esperta. «A quelli già citati in precedenza va aggiunto il rischio della dipendenza: TikTok propone video brevi e accattivanti, in grado di tenere incollati i ragazzi davanti allo schermo per diverse ore, portandoli a trascurare qualsiasi altra forma d’interazione sociale reale preferendo quella virtuale. Basta pensare a quante volte capita di vedere adolescenti anche insieme in presenza ma con il telefonino in mano e quindi isolati uno dall’altro, incapaci di gestire rapporti nel mondo reale. Molti giovanissimi inoltre non sono consapevoli delle impostazioni della privacy e creano un profilo pubblico condividendo informazioni, anche sensibili e ignorando ciò che questo comporta». Si è di fronte, infatti, a un’esposizione mediatica che può avere risvolti tanto più pericolosi quanto più l’utente è piccolo e non ha quindi gli strumenti per valutare le persone che possono eventualmente contattarlo, gli inviti e le richieste che riceve. «È chiaro ovviamente che i genitori devono arrivare a un compromesso dal momento che si trovano davanti un figlio che ha uno strumento, lo smartphone, e chiede di utilizzarlo e anche perchè è anacronistico pensare di ignorare l’esistenza dei social. E’ necessario però porre dei limiti e il primo in assoluto è il tempo.

Nell’arco di una giornata deve esserci spazio sufficiente per altre attività in particolare per quelle che mettono l’adolescente in relazione con gli altri. È fondamentale mantenere un equilibrio sano tra l’uso di qualsiasi social media e ogni altra attività che sia lo stare con gli amici, il fare sport, il parlare con la famiglia e così via». Si possono poi adottare alcuni accorgimenti pratici. «Ad esempio si possono mettere delle sveglie sul telefonino, un alert che avvisa i ragazzi di quanto tempo è passato da quando hanno iniziato a guardare il telefono» spiega l’esperta. «Questo permette loro di fare delle pause regolari e non perdere la cognizione del tempo. Si può anche creare un planning giornaliero che includa tutte le attività della giornata, anche il tempo dei social: così facendo lo si trasforma in una attività “normale” che, al pari di tutte le altre, ha un tempo e uno spazio per essere svolta. La sera poi è possibile scaricare il report del tempo usando le funzioni di monitoraggio presenti in ogni dispositivo e analizzarlo insieme in famiglia. Anche durante la giornata si possono fare dei check per chiedere ai ragazzi come sta andando, cosa stanno facendo e così via».

Si devono porre limiti ai contenuti?

«Assolutamente sì» precisa l’esperta. «Porre dei limiti quando si parla di TikTok e adolescenti è una garanzia di sicurezza. Pensiamo banalmente alle regole della strada: se non ci fossero ognuno si sentirebbe libero di correre alla velocità che vuole. Usare questa semplice metafora può essere utile per far capire ai ragazzi il perché dei limiti». Resta il problema di come tradurre in pratica questo concetto. «Possiamo sicuramente utilizzare i filtri di contenuto che sono già presenti nelle impostazioni di TikTok e impostare il profilo su privato, soprattutto quando un figlio è molto giovane in modo da limitare l’acceso a profili inappropriati. Esistono poi dei filtri di controllo parentale e una serie di misure di sicurezza che si possono implementare e che offrono maggiore sicurezza riguardo ai contenuti che i ragazzi guardano».

Ma come in tutto ciò che riguarda i ragazzi, oltre al controllo diretto, occorre muoversi anche sul fronte dell’educazione. «E’ importante infatti incoraggiare gli adolescenti a seguire degli account che promuovono dei contenuti di tipo educativo. Tenendo conto anche degli interessi dei figli, i genitori possono segnalare profili sportivi, artistici, di benessere, beauty e via dicendo» precisa l’esperta. «Questo approccio è l’unico che incoraggia al dialogo e alla comprensione reciproca: non si parla apertamente di limite e di divieto ma di fatto, in maniera indiretta, si esercita una sorta di controllo finalizzato semplicemente alla tutela dei giovani e a promuovere uno spirito critico di fronte ai contenuti».

Istruzioni-base per genitori

Può non essere facile, può essere ragione di scontro: eppure i genitori possono rappresentare un supporto per i figli anche per quanto riguarda le tematiche relative ai social. Ecco allora i consigli della pedagogista su come gestire il rapporto TikTok e adolescenti.

  • Lasciarsi coinvolgere. «I genitori dovrebbero sempre essere coinvolti attivamente nella vita dei loro figli, anche in quella digitale» commenta l’esperta. «Può non essere semplice ma interessarsi al mondo di TikTok, cercare di conoscere i contenuti è fondamentale per diventare un punto di riferimento per i ragazzi e per aprire la porta al dialogo. Al contrario il peggior atteggiamento da assumere è quello di prendere quella distanza tipica dei salti generazionali per la quale si dice “ai miei tempi non funzionava così” oppure “non si perdeva così tanto tempo sui social” e ancora “io non ne capisco niente”. Questo tipo di atteggiamento non fa altro che creare una distanza tra gli adulti e i ragazzi che si allontanano sempre più».
  • Condividere. «Navigare insieme riduce il divario generazionale dovuto ai cambiamenti tecnologici» spiega l’esperta. «Scegliere insieme i contenuti da vedere offre la possibilità di comprendere meglio gli interessi dell’altro e viceversa, rafforzando il legame familiare. E per di più consente di educare i figli sull’importanza di seguire creator che promuovono valori positivi: questo significa confrontarsi e discutere sui motivi del perché uno è preferibile all’altro e creare quindi un dialogo che è sempre costruttivo».
  • Bilanciare e creare equilibrio. «Questo significa promuovere sempre delle attività offline» continua Giacomini. «Si possono ad esempio creare dei planning che mettano in evidenza quanto tempo si passa sui social in modo che i figli se ne rendano conto». E ovviamente per bilanciare serve spingere verso attività che non prevedano l’uso dei social, sia un’uscita al cinema piuttosto che una gita fuori porta o un semplice incontro tra famiglie con figli della stessa età.
  • Educare al senso critico. E’ l’obiettivo più difficile da raggiugere ma anche il più efficace. «Occorre insegnare agli adolescenti a essere degli utenti critici e consapevoli in grado di distinguere fra informazioni accurate e informazioni fuorvianti» precisa l’esperta. «Questo può essere fatto solo creando momenti di discussione e dialogo rispettoso all’interno della famiglia che permettano di allenare insieme, adulti e ragazzi, il senso critico ma anche il rispetto reciproco».
  • Fare da modello. «Gli adulti dovrebbero sempre essere un modello di comportamento positivo, soprattutto con i più piccoli che tendono sempre all’imitazione. I genitori, quindi, dovrebbero per primi fare un uso equilibrato e consapevole della tecnologia evitando, ad esempio, di tenere il telefono sul tavolo mentre si mangia o di guardarlo in continuazione quando trascorrono del tempo con i ragazzi».
 
 
 

In breve

Non tutti i contenuti di TikTok sono adatti ai ragazzi. Per gestire al meglio la fruizione del social da parte degli adolescenti, i genitori dovrebbero cercare di porre limiti sul tempo e sui contenuti tenendo sempre aperto il dialogo per educare i più giovani all’esercizio del senso critico.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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