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L’aumento del numero di baby sitter disponibili, alcune però molto giovani e senza grande esperienza, e la diffusione di piattaforme online specializzate nella ricerca della tata hanno prodotto una riduzione delle tariffe orarie delle baby sitter. Secondo il rapporto annuale sull’analisi dei costi delle tate in Italia pubblicato da Yoopies, start-up europea specializzata nei servizi alla persona, in Italia oggi la tariffa oraria per una baby sitter ammonta in media a 7,90 euro, contro gli 8,34 euro dello scorso anno.
Iscrizioni raddoppiate
Nel 2017 le baby sitter iscritte alla piattaforma di Yoopies erano circa 150mila, ora sono 307mila. “Lo scorso anno si registrò un aumento vertiginoso dei prezzi che mise in crisi molti genitori”, spiegano dal servizio clienti Italia della piattaforma, “mentre quest’anno i prezzi del babysitting si sono normalizzati grazie proprio alla presenza di piattaforme online, come la nostra, che permettono di trovare un collaboratore di fiducia competente spendendo poco”. Come fare a trovare una baby sitter adatta alle proprie esigenze? Basta selezionare i profili nella propria zona, leggere i commenti degli altri genitori e scegliere quella che si ritiene più adatta.
Meno richieste
Sulla tariffa oraria delle baby sitter però incidono anche i cambiamenti demografici. Come spiega Nicola Ferrigni, sociologo della Link Campus University, “mentre la popolazione anziana è in aumento, e di conseguenza la richiesta di badanti, nascono meno bambini e quindi c’è meno bisogno di baby sitter. Con prezzi al ribasso”. E così oggi per i genitori chiamare il servizio di babysitting per godersi una cena fuori o per un impegno di lavoro, costa meno.
Divergenze tra Nord e Centro-Sud
Rispetto allo scorso anno le regioni del Nord hanno fatto registrare quasi tutte riduzioni nella tariffa oraria delle baby sitter: il calo più sensibile è stato registrato in Liguria, dove quest’anno si spendono 7,94 euro in media contro i 9,21 euro dell’anno precedente, e in Valle d’Aosta, dove si è passati da 9 a 7,63 euro. Ribassi anche in Sardegna. Eccezion fatta per Campania, Basilicata, Calabria, e Sicilia, nelle regioni del Centro e del Sud le tariffe sono invece aumentate, e l’area dove sono stati registrati i rincari maggiori è quella tra Lazio, Umbria e Molise.