Baby sitter, nonni o nido: a chi è meglio lasciare il bimbo?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 31/01/2012 Aggiornato il 31/01/2012

Quando la mamma rientra al lavoro dopo la maternità deve organizzare la gestione del bambino. A chi è meglio affidarlo durante la giornata? Ecco che cosa occorre valutare

Baby sitter, nonni o nido: a chi è meglio lasciare il bimbo?

Argomenti trattati

Baby sitter

È una presenza rassicurante che segue il bambino per diverse ore durante la giornata. La baby sitter garantisce al piccolo il sostegno di una figura di riferimento costante e ai genitori una personalizzazione degli orari che gli asili non possono offrire. Economicamente è una scelta impegnativa, ancora di più se ci si affida a una tata qualificata, e inoltre non è sempre facile trovare la persona giusta. La baby sitter offre una relazione esclusiva al piccolo, molto utile per lui, soprattutto se è un bambino molto piccolo e lo aiuta a sviluppare la propria personalità e autostima. La persona ideale è molto affettuosa con il bimbo, in grado di giocare e divertirsi con lui, è preparata e paziente. Se scelta bene, la baby sitter è una risorsa fondamentale anche per tutta la famiglia. Risolve in effetti tanti problemi: arriva a casa, quindi non c’è la necessità di vestire il bimbo e portarlo fuori, cura il piccolo anche quando è ammalato, è presente nelle ore che interessano ai genitori e in genere sbriga le faccende relative al piccolo, come cucinargli la pappa o fargli il bagnetto. Inoltre, alla baby sitter si può chiedere di rispettare alcune regole che la famiglia ritiene importanti: dal riposino pomeridiano all’educazione complessiva del bambino. Il rovescio della medaglia è il fattore economico: anche se i costi variano da città a città, sono comunque nettamente più alti dell’asilo nido.

Nonni

Sono persone preziose nella vita dei bambini e stare con loro è per i piccoli un’esperienza unica e insostituibile. Ai nonni è consentito anche ciò che ai genitori non è permesso, come concedere  qualche vizio e attenzione in più. I bambini lo sentono e beneficiano di queste coccole extra, senza che sul piano educativo complessivo ne risentano, perché i ruoli sono diversi e anche i più piccoli sanno che quello che possono fare con i nonni non sempre lo possono fare con mamma e papà. Con i nonni poi i genitori sono tranquilli. Innanzitutto sanno che il bimbo sta con persone che gli vogliono bene e che resteranno sempre un punto di riferimento costante nella sua crescita. In più, i nonni offrono una flessibilità senza pari, perché sono comprensivi con i figli e più disposti a venire incontro alle loro esigenze e ai contrattempi improvvisi.
Occorre però valutare le capacità dei nonni, perché un bambino richiede molte energie e prendersene cura potrebbe dimostrarsi alla fine un carico di lavoro troppo pesante. È bene poi considerare che tipo di rapporto esiste tra le famiglie: se vi sono conflitti non risolti e mancanza di fiducia è bene evitare questa soluzione, perché si finirebbe per litigare e per acuire le incomprensioni. Anche se i nonni sono molto invadenti potrebbero crearsi problemi, in quanto sarebbero portati a non rispettare del tutto le direttive dei genitori e questi ultimi si sentirebbero esautorati dal loro ruolo.

Nido

A volte è l’unica soluzione possibile per le famiglie, perché copre un’ampia fascia oraria e costa meno rispetto alla baby sitter. L’asilo nido, se è gestito bene e con professionalità, ha il vantaggio di offrire al bimbo molti stimoli, che lo favoriscono nella crescita e nello sviluppo delle sue capacità. Le sollecitazioni che può ricevere da un ambiente di persone qualificate sono preziose e lo aiutano anche nel progressivo distacco dalla famiglia. Il nido, poi, favorisce anche un principio di socializzazione. Quella vera, in realtà, inizia tra i due anni e mezzo e tre, ma anche i più piccoli possono beneficiare di un’esperienza di gruppo e di opportunità relazionali ben articolate. Tutti i bimbi, poi, amano stare con i coetanei, anche se magari fanno fatica a giocarci insieme e a condividere le attività. Da un punto di vista fisico, stare a contatto con altri bambini, per lo più in ambienti chiusi, fa aumentare il rischio di ammalarsi. Per questo i genitori devono mettere in conto che nel primo anno di asilo il bambino potrà stare spesso a casa in malattia e quindi dovranno organizzarsi di conseguenza. Sarà necessario prevedere o un aiuto da nonni o baby sitter o la possibilità concreta di stare a casa dal lavoro con permessi di malattia non retribuiti. L’asilo è, infine, un’esperienza forte anche da un punto di vista emotivo. Per questo, nel caso si possa scegliere, i genitori devono valutare se il piccolo è realmente pronto.

 

In breve

A chi affidare il bambino quando la mamma è al lavoro?

Scegliere chi dovrà occuparsi del bambino durante la giornata di lavoro non è una cosa semplice. Occorre valutare i pro e i contro delle diverse oppotunità: baby sitter, nonni o asilo nido? Per esempio, la baby sitter garantisce un servizio completo e una cura particolare del bambino, ma può essere molto cara. I nonni sono delle figure preziosissime, ma spesso bisogna stare attenti a non caricarli di responsabilità e fatiche eccessive. Il nido, invece, è un’ottima occasione di socializzazione e crescita per il piccolo, ma c’è il rischio che il bambino si ammali spesso.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Fratello e sorella (solo da parte di madre) possono avere figli sani?

22/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

I figli di consanguinei hanno un alto rischio di nascere con anomalie genetiche e disturbi del neurosviluppo. Questa è la principale ragione per la quale nelle società organizzate sono vietate le unioni tra parenti stretti.   »

Dopo un aborto spontaneo quanto tempo ci vuole per cominciare un’altra gravidanza?

15/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Augusto Enrico Semprini

Se un primo concepimento è avvenuto in pochi mesi, ci sono altissime probabilità (addirittura il 100%!) di avviare una nuova gravidanza entro sei mesi dall'aborto spontaneo.   »

Si può ridatare la gravidanza una seconda volta?

14/06/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La ridatazione ecografica può essere eseguita una volta sola nel primo trimestre (quando c'è più di una settimana di differenza tra il calendario ostetrico e le dimensioni effettive del feto), dopodiché se il bambino risulta più piccolo dell'atteso non si può più attribuire il dato a un concepimento...  »

Fai la tua domanda agli specialisti