Ceffone ai figli: sì o no?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 06/02/2013 Aggiornato il 06/02/2013

Da un’indagine di Save the Children è emerso che un quarto dei genitori italiani ricorre ancora al ceffone a scopo educativo per correggere i figli. Il parere di Alessandro Manieri, psicologo dell’età evolutiva a Milano

Ceffone ai figli: sì o no?

 

 

Un quarto dei genitori italiani ricorre ancora al ceffone a scopo educativo per correggere i figli: il 22% lo fa qualche volta al mese, il 5%  quasi tutti i giorni, il 49% dà uno schiaffo solo in via del tutto eccezionale. Il 25% dei genitori intervistati, invece, si rifiuta categoricamente di ricorrere a metodi violenti, il 50% ricorre al dialogo e il 35% all’ascolto per costruire il proprio rapporto educativo con i figli. Sono i dati emersi da una ricerca di Save the Children che ha lanciato la campagna “A mani ferme”, in collaborazione con la

Società italiana di pediatria

(Sip) e l’

Associazione nazionale dei pedagogisti italiani

(Anpe), con l’obiettivo di dire no alle punizioni fisiche nei confronti dei bambini, anche se a scopo educativo.

Una guida per essere genitori non violenti

L’obiettivo della campagna è dire no alle punizioni fisiche di qualsiasi entità favorendo, al contrario, un metodo educativo autorevole ma non violento. A tale scopo nell’ambito della campagna è stata creata la “Guida pratica alla genitorialità positiva-Come costruire un buon rapporto genitori-figli”

.

 Una guida che contiene i quattro principi cardine per essere dei genitori non violenti: 1) individuare i propri obiettivi educativi a lungo termine; 2) far sentire il proprio affetto e fornire punti di riferimento ai figli in ogni interazione con loro; 3) comprendere cosa pensano e cosa provano i figli in diverse situazioni; 4) assumere un approccio che mira alla risoluzione dei problemi piuttosto che uno punitivo.

Tutti i motivi che giustificano la sberla

Tra le principali motivazioni per cui i genitori sono invogliati a mollare un ceffone, c’è per quasi il 45% “l’esasperazione, lo spavento, la reazione di un momento”, e per il 38% “il voler segnalare in modo inequivocabile che si è superato un limite estremo”. Per quanto riguarda le conseguenze di un ceffone sui bambini, la maggior parte dei genitori italiani le considera perfino positive: per quasi il 57% dare uno schiaffo una volta ogni tanto non compromette il bambino e per il 26% può avere addirittura un effetto benefico per renderli adulti educati. “A tutti noi, prima o poi, per ragioni varie è capitato di ricevere uno schiaffo dalla mamma o dal papà – spiega Alessandro Manieri, psicologo dell’età evolutiva a Milano -. Se è vero che un ceffone non ha mai ucciso nessuno, è doveroso dire che il ricorso alla violenza non può che essere considerata una sconfitta educativa. Non avere altra strada che l’utilizzo di una soluzione violenta significa aver raggiunto un limite che nel processo educativo il genitore non deve raggiungere. Dopodiché il vero problema non è lo scappellotto, ma il ricorso sistematico e immotivato alla violenza nel rapporto con i figli”. 

 

In breve

NON DEVE ESSERE UN METODO EDUCATIVO

Uno scappellotto ogni tanto può anche scappare, ma in ogni caso il ricorso alla violenza è da considerarsi una sconfitta educativa.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Fratello e sorella (solo da parte di madre) possono avere figli sani?

22/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

I figli di consanguinei hanno un alto rischio di nascere con anomalie genetiche e disturbi del neurosviluppo. Questa è la principale ragione per la quale nelle società organizzate sono vietate le unioni tra parenti stretti.   »

Dopo un aborto spontaneo quanto tempo ci vuole per cominciare un’altra gravidanza?

15/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Augusto Enrico Semprini

Se un primo concepimento è avvenuto in pochi mesi, ci sono altissime probabilità (addirittura il 100%!) di avviare una nuova gravidanza entro sei mesi dall'aborto spontaneo.   »

Si può ridatare la gravidanza una seconda volta?

14/06/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La ridatazione ecografica può essere eseguita una volta sola nel primo trimestre (quando c'è più di una settimana di differenza tra il calendario ostetrico e le dimensioni effettive del feto), dopodiché se il bambino risulta più piccolo dell'atteso non si può più attribuire il dato a un concepimento...  »

Fai la tua domanda agli specialisti