Che cosa fare se tuo figlio frequenta cattive compagnie

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 30/01/2013 Aggiornato il 30/01/2013

Gli amici di tuo figlio sono una combriccola di “teste calde”? I consigli per aiutare i genitori a gestire il problema delle cattive compagnie

Che cosa fare se tuo figlio frequenta cattive compagnie

La paura delle cattive compagnie è un tema ricorrente per molti genitori. Occhio, però, a mettersi a sindacare, controllare e giudicare: il rischio è di irritare profondamente i figli, che vivono questi atteggiamenti come ingiuste ingerenze nella propria vita. 
La decisione di frequentare un amico è un modo di compiere una scelta autonoma, con la propria testa di ragazzino di 8-10 anni. Scegliere compagni poco graditi ai genitori significa essere lasciati liberi di sbagliare, di mettersi alla prova, di sentirsi grandi. In questo modo il ragazzo lancia alla famiglia il messaggio che sta iniziando a crescere. E per farlo deve sperimentare il mondo senza la guida protettiva di mamma e papà, lasciando emergere il suo carattere.

È giusto che i ragazzini facciano le loro esperienze

Per un genitore proteggere sempre il “proprio cucciolo” è la cosa più naturale al mondo. L’eccesso di tutela, però, rende insicuri e rischia di trasformare il ragazzino in un adulto in preda all’ansia, con una visione negativa del futuro e della vita. Potrebbe, insomma, percepire se stesso coma una persona incapace di affrontare le difficoltà. È giusto, dunque, lasciargli fare le sue esperienze, facendogli capire che i suoi genitori sono sempre alle sue spalle, anche nel caso di cattive compagnie. L’importante per un ragazzino di 10 anni, infatti, è sapere che i suoi genitori sono sempre accanto a lui e che gli vogliono comunque bene.

I campanelli d’allarme

Naturalmente mamma e papà devono essere pronti a intervenire quando c’è qualcosa che davvero non va. Ansia, calo dell’umore, irritabilità, cambiamenti nella sua solita routine, difficoltà ad addormentarsi, a mangiare, a studiare e così via sono campanelli d’allarme di un disagio. In genere devono essere cambiamenti importanti, che durano nel tempo: in tal caso serve l’aiuto dei genitori. Attenzione, però, a non avere un atteggiamento da giudici severi, pronti a dirgli “te l’avevo detto!”. È giusto far capire al proprio figlio che per quanto abbia fatto le sue esperienze – anche se non condivise dai genitori – in caso di sbagli la famiglia è sempre disposta ad aiutarlo. In questo modo sarà più facile che sia il ragazzo a rivolgersi per primo a mamma e papà quando ne sentirà davvero il bisogno. Si deve sempre dare l’idea di essere una “squadra” di fronte alla difficoltà.

Come comportarsi

I figli devono sentire la presenza al loro fianco di genitori capaci di affrontare le diverse situazioni che la vita presenta e poter sempre contare su di loro. È utile che mamma e papà ricordino al proprio ragazzo i principi fondamentali in cui la famiglia crede, anche perché possono essergli d’aiuto come criterio di scelta degli amici da frequentare. Assumere atteggiamenti autoritari o ricorrere a imposizioni non fa altro che aumentare i conflitti e favorire le cattive compagnie. Quello che, invece, serve è un dialogo costruttivo e appagante per entrambi, genitori e figli.
Infine, è molto utile cercare di favorire la socialità dei ragazzini attraverso, per esempio, uno sport di squadra. Senz’altro bisogna provvedere con interventi mirati e l’aiuto di professionisti quando vostro figlio manifesta comportamenti tipici dei vandali.

In breve

Compagnie pericolose? Il ruolo dei genitori

Quando il bambino inizia a diventare grandicello può accadere che entri a far parte di una “cattiva” compagnia. Spesso si tratta solo del desiderio di far capire agli altri che sta crescendo e che vuole essere libero di scegliere con chi passare il tempo libero. Il compito dei genitori è molto delicato: devono sorvegliare che il figlio non si metta nei guai ma, al tempo stesso, non soffocarlo troppo con divieti o paure eccessive. Se il ragazzino capisce che mamma e papà gli sono vicini ma senza invadere eccessivamente il suo territorio, si fiderà e si confiderà con loro.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Gravidanza che non inizia in allattamento, dopo 4 mesi di tentativi: che fare?

16/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Le gravidanze non si avviano premendo un interruttore. Ci possono volere mesi di tentativi prima di iniziarne una, soprattutto se si sta ancora allattando perché se è vero che l'allattamento al seno non assicura la contraccezione, lo è altrettanto che può rendere più difficile concepire.   »

Gravidanza e antidepressivo sospeso dalla psichiatra: è l’indicazione corretta?

16/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

L'antidepressivo paroxetina è perfettamente compatibile con la gravidanza e anche con l'allattamento al seno, quindi non è necessario sospenderlo quando si è in attesa di un bambino e a conferma di questo esiste un'ampia documentazione scientifica.   »

Ridatazione della gravidanza: c’è da preoccuparsi?

11/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Non c'è nulla di cui preoccuparsi quando la gravidanza viene ridatata, specialmente se la differenza tra l'epoca calcolata in base alla data dell'ultima mestruazione e le misure rilevate dall'ecografia è di appena una settimana.   »

Fai la tua domanda agli specialisti