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Entrata in vigore il 3 luglio, la direttiva dell’Unione europea sui prodotti monouso in plastica mira a ridurre l’inquinamento attraverso restrizioni sui prodotti che rientrano tra i dieci più rinvenuti sulle spiagge europee. Non mancano le problematiche e i dubbi, sollevati anche da Confindustria e dal nostro Governo, per un settore che in Italia occupa qualcosa come 50mila lavoratori. I dubbi riguardano la gestione e l’applicazione della normativa. Se non approcciato al meglio, infatti, si corre il rischio di avere un piano difficilmente sostenibile per l’industria, con conseguenti sacrifici a livello sociale.
Tre tipologie di prodotti in plastica
La normativa distingue tre tipologie di prodotti monouso in plastica:
– prodotti in plastica con alternative già in commercio, come posate, piatti, cannucce, bastoncini cotonati, contenitori e bicchieri in polistirene, che da luglio non possono più essere usati;
– prodotti ancora privi di alternative che non contengano plastica, come tazze, bicchieri, contenitori per il cibo, bicchieri di carta rivestiti di plastica. Non è prevista una proibizione immediata e non è stata stabilita una data per dirgli addio;
– prodotti per cui sono previsti particolari requisiti tecnici, di etichettatura e specifiche responsabilità di sensibilizzazione e di raccolta differenziata, che restano sul mercato.
Il problema della direttiva
Ma dov’è il problema? Attraverso una lettera indirizzata ai vertici della Commissione europea, alcuni europarlamentari non hanno nascoso la loro preoccupazione. Tra i firmatari ci sono politici italiani di tutti gli schieramenti. I dubbi sollevati riguardano alcuni sviluppi delle Linee guida, che andrebbero a interessare anche quei prodotti che non rientrano tra i dieci più rinvenuti sulle spiagge. Un ampliamento poco giustificato e difficile da sostenere e che andrebbe a creare problemi per gli Stati membri e per le industrie, più che servire meglio il pubblico. L’appello non ha avuto risconto, ma il nuovo meccanismo di calcolo potrebbe rappresentare a una buona soluzione.
Un obiettivo ambizioso
La Commissione sta, infatti, lavorando per stabilire un criterio di valutazione basato sul peso della plastica contenuta nei prodotti monouso misti, così da rendere più semplice la stima dell’impatto ambientale. La direttiva chiede a ogni Stato membro di adottare misure necessarie per raggiungere una riduzione ambiziosa e duratura del consumo dei prodotti monouso in plastica. L’obiettivo resta quello di invertire la tendenza dei consumatori, con un impatto positivo sull’ambiente e sulla vita delle famiglie, cambiando la vita pratica di grandi e piccoli.
Una curiosità
Tra i prodotti che destano i maggiori dubbi c’è la carta usa e getta. Il motivo? Non è plastica e, la 55esima posizione tra i rifiuti trovati sulle spiagge dell’Ue, dovrebbe escluderla dalla norma.