Scadenza alimenti: conta davvero?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 23/12/2015 Aggiornato il 23/12/2015

Allarme della Coldiretti: gli italiani consumano troppo spesso cibi scaduti e non conoscono il vero significato delle diciture sull’etichetta. Ecco una guida

Scadenza alimenti: conta davvero?

Il 55% degli italiani mangia alimenti scaduti, cioè alimenti che hanno superato la data di scadenza indicata sulla confezione. Ad affermarlo è un sondaggio on line della Coldiretti basato sui dati Eurobarometro di settembre 2015.

Tempo di vita

Secondo Coldiretti gli italiani farebbero spesso confusione sul significato delle diverse diciture presenti sul prodotto relative al suo “tempo di vita”. Solo il 32%, infatti, butterebbe il cibo scaduto facendo attenzione alla data di scadenza indicata, mentre l’11% deciderebbe a seconda del tipo di alimento se consumarlo o buttarlo.

Etichette, queste sconosciute

Sarebbe la scarsa conoscenza delle informazioni presenti in etichetta, in particolare quelle relative alla scadenza dei prodotti, che spingerebbe il 20% degli italiani a consumare un alimento anche oltre la data di scadenza, pensando che oltre questa data, la conseguenza peggiore sia solo mangiare un prodotto di qualità inferiore rispetto ad uno non scaduto. Il 27% della popolazione italiana, avrebbe, invece, comportamenti diversi a seconda del tipo di prodotto scaduto.

Due diciture diverse

A seconda di quello che è scritto nell’etichetta si può dedurre la deperibilità dell’alimento. La funzione è quella di fornire indicazioni sulla scadenza dei prodotti, in particolare:

– “Da consumarsi entro” indica la data di scadenza entro cui un alimento deve essere consumato e oltre la quale non può più essere messo in vendita. In questo caso mangiare un prodotto scaduto può essere pericoloso per la salute. Questa definizione si applica obbligatoriamente a tutti i prodotti che deperiscono rapidamente come, per esempio, il latte fresco e le uova.

– “Da consumarsi preferibilmente entro il …” indica la data fino alla quale l’alimento conserva le proprietà organolettiche come il sapore e l’odore o nutrizionali, ma può essere consumato senza rischi per la salute anche dopo la data di scadenza riportata in etichetta.

 

 
 
 

In breve

 

MEGLIO NON ANDARE TROPPO OLTRE

Secondo Coldiretti, più ci si allontana dal termine minimo di conservazione (Tmc) e più la qualità del prodotto si riduce. Quindi, aggiunge Coldiretti, se oltre alla salute si vuole garantire anche il gusto, è meglio non superare il Tmc. 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

L’influenza è pericolosa in gravidanza? Meglio fare il vaccino?

13/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Il vaccino antinfluenzale è fortemente raccomandato alle donne che aspettano un bambino, perché contrarre l'influenza in gravidanza può esporre a gravi rischi.   »

Incinta subito dopo un aborto spontaneo, ma l’embrione ha il battito lento

13/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Il fatto di rimanere incinta subito dopo aver subito un'interruzione spontanea della gravidanza esprime un'ottima fertilità di coppia, tuttavia non garantisce che tutto vada a buon fine.   »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Benzodiazepine assunte per dormire nella 30ma settimana di gravidanza

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Le benzodiazepine sarebbero proprio da evitare in gravidanza in quanto tendono a dare dipendenza farmacologica e crisi di astinenza sia alla mamma che al nascituro. Esiste a un farmaco migliore che agisce sullo stesso recettore delle benzodiazepine (quindi in modo analogo a Lorazepam) senza però dare...  »

Fai la tua domanda agli specialisti