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Diversi, e tutti non trascurabili, i possibili rischi che l’assunzione di alcol in gravidanza, anche in piccole dosi, può causare al bimbo in arrivo. Dalle malformazioni ai ritardi nella crescita, sia prima che dopo la nascita, dai deficit cognitivi e fisici ai disturbi dell’apprendimento e del comportamento. Tutti questi effetti rientrano in una vera e propria patologia che si chiama Sindrome feto-alcolica (o alcol-fetale): sono circa 25mila i bambini italiani colpiti ogni anno. Questa sindrome risulta essere la prima causa di ritardo mentale nei bambini nei Paesi occidentali, insieme ai disturbi correlati all’abuso di alcol. Una condizione completamente evitabile astenendosi dall’alcol in gravidanza, ricordano gli specialisti.
Tanti problemi
E’ noto ormai da tempo che anche dosi considerate minime di bevande alcoliche assunte durante la dolce attesa possono essere responsabili di serie complicanze come aborto spontaneo e parto prematuro. Questo è valido in ogni epoca della gravidanza: l’assunzione di alcolici e birra influisce negativamente sullo sviluppo corretto del nascituro e può essere responsabile di bambini nati con un basso peso, con crescita rallentata e disturbi al cuore, ai reni e al cervello, così come ritardi e disfunzioni comunicativi e d’apprendimento scolastico. Gli effetti possono essere precocissimi, per questo l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di astenersi dall’alcol in gravidanza e allattamento fin da subito o meglio ancora prima del concepimento, se la coppia è intenzionata a pianificare una gestazione.
Dati allarmanti
È dunque appurato che l’alcol in gravidanza comporta effetti a breve e lungo termine sullo sviluppo psicofisico del nascituro: sono circa 119 mila i bambini che nascono ogni anno con la Sindrome feto-alcolica, di cui soffrono 15 persone su 10.000: lo rivelano dati del The Lancet Global Health del 2017. Nonostante il livello di consapevolezza e informazione delle future mamme sia aumentato, secondo uno studio recente ancora una donna su 10 beve alcol in gravidanza e il 4% pratica addirittura il binge drinking, il consumo elevato di alcol in un’unica occasione. Stime probabilmente sottostimate.
La situazione in Italia
In Italia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il consumo di alcol in gravidanza almeno 1-2 volte al mese va dal 18,3% al 28,6% a seconda dell’area geografica. Il binge drinking è stato riportato una volta al mese dal 3-6% delle mamme.
Da sapere!
L’alcol è una sostanza teratogena: produce anomalie o malformazioni nell’embrione. Oltrepassa la placenta e viene assorbito dal feto, provocando diversi danni: anomalie a carico di organi e apparati, disturbi cognitivi e comportamentali. L’evenienza più grave è la sindrome feto-alcolica.
Fonti / Bibliografia
- Sindrome alcolico fetale
- High global prevalence of alcohol use during pregnancy and fetal alcohol syndrome indicates need for urgent action - The Lancet Global HealthIn The Lancet Global Health, Svetlana Popova and colleagues1 report unacceptably high global prevalence rates of alcohol use in pregnancy (9·8%) and fetal alcohol syndrome (FAS) (14·6 cases per 10 000 population) and estimate that each year 119 000 children are born with FAS. This finding is tragic because FAS is a leading cause of intellectual disability, birth defects, and developmental disorders, yet is entirely preventable.2 FAS is a lifelong condition which might also result in secondary disabilities including academic failure, substance misuse, mental ill-health, and contact with the law due to illegal behaviours, with huge resultant costs to our health, education, and justice sectors.
- Binge drinking, lo sballo del sabato sera: i dati del sistema di sorveglianza Passi