Piercing alla lingua: danni alle gengive. E non solo

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 04/09/2018 Aggiornato il 04/09/2018

Sono tanti i rischi che si corrono con un piercing alla lingua: a denti, gengive e all’intero organismo. Ecco perché

Piercing alla lingua: danni alle gengive. E non solo

Il piercing alla lingua potrebbe aumentare il rischio di malattie ai denti, compresa la periodontite, cioè l’infiammazione dei tessuti della bocca. A rilevare la possibile correlazione sono due studi presentati al meeting della European Federation of Periodontology tenutosi di recente ad Amsterdam. Nel primo sono state esaminati 18 pazienti con il piercing alla lingua o alle labbra: per i 14 soggetti con un piercing alla lingua i ricercatori dell’università di Basilea hanno rilevato un maggior rischio di sanguinamento delle gengive e di recessione gengivale rispetto a quelli che lo avevano alle labbra. Nel corso del congresso sono stati anche presentati i casi di due donne di 27 e 32 anni colpite da periodontite e lesioni associate alla presenza di un piercing alla lingua.

Più problemi se si fuma

Gli esperti sono quindi concordi nell’affermare che i giovani che decidono di fare un piercing alla bocca dovrebbero conoscere i rischi a livello locale e in termini di salute generale connessi a questi dispositivi. Rischi che peraltro aumentano se si fuma e si ha una scarsa igiene orale. Negli ultimi anni del resto quella del piercing è divenuta una moda sempre più dilagante tanto che secondo recenti indagini dell’Eurispes il 20% degli italiani tra i 12 e i 18 anni ne avrebbe almeno uno.

Sempre più di moda

I piercing più comuni sono su orecchie, naso, ombelico, sopracciglia, ma anche labbra e lingua sono sedi scelte con sempre più frequenza, senza escludere perfino le parti intime In quest’ultimo caso, oltre al rischio di contrarre infezioni e sviluppare reazioni allergiche, i pericoli cui si va incontro divengono più seri rispetto a parti meno sensibili del corpo. La bocca è infatti costantemente minacciata da un gran numero di batteri, rimane sempre umida ed entra in contatto con cibi e bevande, oltre che con il fumo. Lingua e labbra sono inoltre in costante movimento e interessate da importanti vasi sanguigni. Per tutte queste ragioni quello alla lingua è un piercing difficile da gestire, la cui guarigione può richiedere fino a quattro mesi.

Alto rischio di infezioni

I problemi iniziano già nel momento del foro con la possibile rottura di alcuni dei vasi sanguigni che attraversano la lingua e conseguente copioso sanguinamento che può addirittura rendere necessario rivolgersi a una struttura ospedaliera. Se ci si rivolge poi a personale non specializzato, le possibilità di contrarre infezioni da parte dei virus dell’herpes simplex, dell’Hiv o delle epatiti B e C sono notevoli. La perforazione dei tessuti orali apre inoltre la strada alla possibilità che si innestino numerosi batteri che dalla bocca possono facilmente penetrare nel sistema circolatorio e diffondersi nell’organismo. Altre possibili complicazioni del piercing alla lingua comprendono danni neurologici, intorpidimento, riduzione della sensibilità, produzione eccessiva di saliva, difficoltà di masticazione o deglutizione, formazione di cicatrici, perdita del gusto.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

Oltre alle infiammazione e ai danni alle gengive, i piercing possono provocare scheggiatura, rottura di denti e diastema degli incisivi superiori che, a causa della diffusa abitudine di spingere il piercing contro di essi, tendono a distanziarsi lasciando un antiestetico buco nell’arcata superiore.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Si può dare l’acqua ai piccolissimi?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Ad allattamento ben avviato, quindi più o meno dopo le prime settimane di vita, se ragionevolmente si ritiene che il bebè possa avere sete (o se si notano segni di disidratazione, come il pannolino asciutto per molte ore) gli si possono offrire piccole quantità d'acqua. Se fa numerose poppate nell'arco...  »

Coppia con bisnonni in comune: ci sono rischi per i figli?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Il grado di parentela dovuto a bisnonni in comune non aumenta la probabilità di concepire figli con malattie ereditarie. A meno che vi siano persone malate o disabili tra i consanguinei in comune,   »

Dopo 4 maschietti arriverà la bambina?

16/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Non è assolutamente detto che dopo quattro figli maschi il quinto sarà una femminuccia perchè a ogni gravidanza si ripresentano le stesse probabilità di aver concepito un maschio o una bambina.   »

Placenta bassa in 16^ settimana: si può prendere l’aereo?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Una sospetta inserzione bassa della placenta va confermata con l’ecografia transvaginale a partire dalla 20^ settimana, quindi circa un mese prima di questa data è prematuro diagnosticarla: proprio per questo un viaggio in aereo si può affrontare senza rischi.   »

Dopo tre cesarei si può partorire naturalmente?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Al travaglio di prova dopo un parto cesareo, noto con l'acronimo TOLAC dall'inglese trial of labour after cesarean, possono essere ammesse solo le mamme che abbiano già affrontato l'intervento solo una, massimo due volte.   »

Manovre effettuate durante l’ecografia: possono causare danno al feto?

04/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Nessuna delle manovre manuali esterne effettuate dal medico per poter svolgere l'ecografia nel migliore dei modi può esporre il feto a rischi.   »

Bimbo di 4 anni con una tosse che non passa nonostante l’antibiotico

02/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

È un'eventualità frequente che i bambini della scuola materna passino più tempo a tossire che il contrario. Posto questo, l’antibiotico andrebbe usato quanto la tosse con catarro persiste per più di un mese senza tendenza alla remissione.  »

Fai la tua domanda agli specialisti