Non ci sono dubbi: il sole è fonte di vita, di salute e di benessere. Ma a patto che lo si prenda con le dovute precauzioni. Un discorso che vale sempre, a qualsiasi età e in qualunque fase della vita, e a maggior ragione in un momento delicato come quello dell’attesa quando proteggersi diventa un obbligo. Per sé e per il piccolo non ancora nato. Ecco quale protezione solare adottare in gravidanza.
Bisogna partire dal presupposto che l’esposizione ai raggi è fondamentale per la sintesi della vitamina D che aiuta lo sviluppo del feto. Ma questo non vuol dire che si possa stare al sole per ore, senza la dovuta protezione offerta dai solari. La prima buona regola? Evitare sempre le ore più calde, dalle 11 fino alle 17 del pomeriggio così da scongiurare, oltre a eritemi e scottature, anche pericolosi colpi di calore.
Innanzitutto, scegliendo una crema solare con un fattore protettivo molto alto, dal 30 al 50+, da usare sia per il viso che per il corpo. Se il sole è molto forte, comunque, meglio stare all’ombra vestite leggere: va sempre tenuto conto infatti che i raggi filtrano sotto l’ombrellone o le tettoie e che la crema solare va quindi applicata anche in queste circostanze.
Oltre al fattore di protezione alto, è bene scegliere formulazioni adatte alla pelle sensibile, preferibilmente senza profumo, visto che la cute diventa ancora più fragile durante l’attesa e particolarmente soggetta a irritarsi per un nonnulla. Fondamentale comunque controllare che il solare scelto offra una protezione fotostabile, resistente cioè alla luce e al calore, su tutto lo spettro solare, UVb, Uva, infrarossi e luce blu, ritenuta ad oggi una delle maggiori responsabili dell’invecchiamento della cute.
In sintesi
Adottando le dovute precauzioni che consistono innanzitutto nell’esporsi sempre e solo nelle ore meno calde e con la protezione di un solare con SPF dal 30 in su. Questo, oltre ad evitare pericolose scottature, preserva dal rischio che si formino macchie scure, frequenti in gravidanza per via del fatto che gli ormoni sollecitano l’attività dei melanociti, le cellule che producono melanina.
Sempre, non solo quando ci si espone in maniera diretta al mare, in montagna o in piscina ma anche quando si fa un picnic in campagna o semplicemente ci si siede su una panchina al parco o al tavolino di un caffè in città. In tutti i casi la regola importante da rispettare è quella di rimettere il solare ogni due ore e sempre dopo un bagno in mare, in piscina o una semplice doccia.
Fonti / Bibliografia
- Colpo di calore e Insolazione: due problemi diversi - ISSaluteIl colpo di calore è provocato da condizioni ambientali - temperatura elevata, ridotta ventilazione, elevata umidità - che non consentono all’organismo di disperdere il calore in eccesso tramite la sudorazione mentre l'insolazione è legata a un'esposizione diretta del corpo, in particolare della testa, alle radiazioni solari