Citomegalovirus in gravidanza: per scoprirlo basta un test

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 04/06/2014 Aggiornato il 04/06/2014

L’infezione da citomegalovirus in gravidanza può essere trasmessa al feto, con seri rischi per la sua salute. È possibile scoprirla presto e curarla

Citomegalovirus in gravidanza: per scoprirlo basta un test

Sembra una banale influenza ma non lo è. L’infezione da citomegalovirus (CMV), presa in gravidanza, può causare danni anche seri al sistema nervoso centrale del bebè, con malformazioni visibili, ritardo mentale, sordità congenita o corioretinite (una malattia della retina che provoca cecità).

È un’infezione molto comune

Il citomegalovirus in gravidanza è pericoloso, fuori da questo periodo no.  Si tratta infatti di un agente infettivo molto comune, tanto che il 60-80% degli adulti presenta anticorpi specifici. Ciò significa che queste persone hanno contratto l’infezione in passato, spesso senza saperlo perché la malattia può passare inosservata e non dare disturbi. In altri casi, invece, viene scambiata per un malanno di stagione, a causa dell’aspecificità dei sintomi (febbricola,  stanchezza e malessere generale, mal di gola, linfonodi ingrossati).

Servono esami per sapere se si è a rischio

Per sapere se si rischia di prendere il citomegalovirus in gravidanza e quindi se si possiedono gli anticorpi anti-CMV, prima del concepimento o all’inizio della gravidanza viene prescritto un test del sangue, insieme ai normali controlli, attraverso il quale vengono misurati gli anticorpi specifici, detti immunoglobuline. Se gli anticorpi IgM risultano positivi l’infezione è in atto. Se gli anticorpi IgG sono negativi, siamo in presenza di un’infezione primaria (la più pericolosa). Se invece anche le IgG sono positive, viene eseguito il cosiddetto “test di avidità”, che permette di sapere se l’infezione è avvenuta nei 3 mesi precedenti o prima: nel secondo caso, i rischi si abbassano all’1% circa. L’amniocentesi verifica se anche il feto è stato infettato. 

Che cosa fare se si è contagiate

Se è confermata l’infezione primaria da citomegalovirus, la donna viene indirizzata a una struttura specializzata, dove le verranno somministrate immunoglobuline specifiche, che abbattono il pericolo di trasmissione del virus al feto o lo aiutano a combattere la malattia. Cominciando il trattamento in gravidanza e continuandolo dopo la nascita, insieme al trattamento antivirale, si possono ridurre al minimo i danni e bloccare il virus.

In breve

ATTENZIONE AI BAMBINI PICCOLI

Il citomegalovirus si trasmette attraverso i fluidi corporei. Se in casa c’è un bimbo che frequenta l’asilo e potrebbe essere stato contagiato, è bene lavarsi le mani dopo avergli cambiato il pannolino e non finire gli avanzi della sua pappa. 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Quinta settimana di gravidanza: non si vede l’embrione e si evidenzia un distacco

21/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Anna Maria Marconi

Non è mai opportuno voler fare la prima ecografia troppo precocemente perché anziché esserne tranquillizzate si rischia di peggiorare la propria ansia. In quinta settimana difficilmente si vedono l'embrione e il battito del cuoricino, in più non si può capire bene se davvero si è in presenza di un distacco...  »

Pillola del giorno dopo a un mese e mezzo dal parto: si può assumere se si sta allattando?

21/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Di fatto, se si sta allattando esclusivamente al seno e dal parto è passato poco tempo, non è necessario assumere la contraccezione d'emergenza perché si può contare su una naturale protezione anticoncezionale.   »

Bimbo di 14 mesi che non vuole masticare

13/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Roberta Levi

In genere è intorno ai 12 mesi che i bambini sono abbastanza in grado di masticare, ma è tra i 18 e i 24 mesi che si arriva a masticare bene di tutto. Solo se a due anni il bambino ha ancora gravi difficoltà col cibo a pezzettini è opportuno discuterne con il pediatra.   »

Fai la tua domanda agli specialisti