Cosa si intende per gravidanza a rischio e cosa non fare

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 27/11/2025 Aggiornato il 27/11/2025

Rischio di aborto nel primo trimestre, gravidanza gemellare, presenza di diabete o di altre malattie richiedono un monitoraggio particolare da parte del medico e alcune precauzioni in più.

Cosa si intende per gravidanza a rischio e cosa non fare

Per gravidanza a rischio si intende una gestazione in cui sono presenti alcune condizioni che possono costituire un pericolo per il buon andamento della gravidanza stessa.

Queste possono essere legate all’età materna, a malattie preesistenti della donna, a infezioni. La gravidanza a rischio comporta controlli ancora più serrati e specifici da parte del ginecologo e alcune precauzioni nella vita quotidiana. In questo modo, la gestazione può procedere in modo regolare.

Il colloquio con il ginecologo

Quando il ginecologo informa la coppia che la  gravidanza è a rischio, è normale provare un po’ di preoccupazione. Per questo motivo, è importante mantenere la calma, nella consapevolezza che le gravidanze di questo tipo non sono affatto rare, ma rappresentano circa il 15% di tutte le gestazioni.

Inoltre, è bene comunicare al medico i propri timori e cercare di farsi spiegare quali sono le condizioni che espongono la gestazione a un pericolo, in che misura, le situazioni che si possono presentare e in che modo si vadano affrontate.

Infatti, i motivi per cui si definisce una gravidanza a rischio sono numerosi e molto diversi tra loro. La loro presenza richiede una sorveglianza più attenta rispetto a quanto avviene nella gravidanza fisiologica.

I fattori di rischio generali

Comprendono condizioni non ideali per la crescita del bambino nel ventre materno, come:

  • abitudini della donna a fumo, alcol, stupefacenti. Queste sostanze creano una condizione di intossicazione cronica dell’organismo materno, che può danneggiare la corretta crescita del feto
  • età materna pari o superiore a 35 anni o inferiore a 20. L’organismo di una donna molto giovane o nella seconda fase dell’età fertile può essere più sensibile agli effetti della gravidanza, quindi sviluppare condizioni secondarie come diabete gestazionale o pre eclampsia
  • gravidanza gemellare, che rappresenta sempre una situazione a rischio proprio perché i feti sono due o più, invece che uno
  • gestante sottopeso o sovrappeso. Mentre il sovrappeso espone a diabete gestazionale, ipertensione e altri disturbi, il sottopeso può coincidere con una condizione di anemia da carenza di ferro che non è l’ideale per il benessere della mamma e lo sviluppo del feto
  • situazione di intenso stress psicofisico.

Malattie della mamma

Esistono diverse condizioni di malattia, che possono causare un rischio per la gravidanza e vanno quindi controllate. Tra le più frequenti ci sono:

  • diabete
  • ipertensione
  • obesità
  • malattie della tiroide
  • disordini autoimmuni
  • malattie dei reni
  • infezioni croniche come l’Aids o le epatiti.

Tutte queste malattie causano disordini all’organismo materno e, di conseguenza, si ripercuotono sul benessere del feto in crescita, esponendolo al rischio di scompensi metabolici o di rallentarne il corretto sviluppo. Queste condizioni fanno sì che la gravidanza sia definita, più esattamente, “ad alto rischio” e richieda un monitoraggio attento e che coinvolga diversi specialisti.

Problemi legati alla gravidanza

Di questo gruppo fanno parte tutte le condizioni che si verificano in modo specifico durante la gestazione e non in altri periodi della vita. 

  1. L’inizio della gravidanza stessa, fino a tutto il terzo mese, è un periodo delicato perché è in questa fase che si verifica più frequentemente un aborto spontaneo, a causa di problemi di impianto del feto, di anomalie cromosomiche, di infezioni non diagnosticate. A volte non esiste un motivo vero e proprio per cui si verifica un aborto spontaneo, ma il primo trimestre rappresenta un momento delicato.
  2. L’iperemesi gravidica, ossia la sensazione intensa di nausea che impedisce di mangiare e il vomito frequente comportano una condizione di gravidanza a rischio perché espongono il corpo della donna a disidratazione e a perdite di elettroliti. Anche l’organismo del feto in crescita può risentire di questa situazione.
  3. Eventuali infezioni contratte dalla mamma, per esempio la Toxoplasmosi, dovuta a un microrganismo che si trova nelle carni crude e nei vegetali non ben lavati. La Toxoplasmosi in altre fasi della vita causa sintomi simili a quelli di un’influenza, ma in gestazione può avere ripercussioni sullo sviluppo del feto. Questo succede anche per altre malattie infettive, come la rosolia, l’infezione dal Citomegalovirus e altre ancora. In particolare l’infezione da rosolia in gravidanza richiede una particolare attenzione e fa definire la gravidanza “ad alto rischio”.
  4. Problemi della cervice uterina, la struttura sulla quale poggia il peso del feto nell’utero stesso, del liquido amniotico e degli annessi. È il caso per esempio, del collo dell’utero incontinente o insufficienza cervicale, perché troppo corto o indebolito, che tende quindi ad abbassarsi e ad allargarsi, esponendo alla possibilità di un parto prematuro.
  5. Complicanze della gravidanza stessa, come la pre eclampsia, che consiste in aumento della pressione arteriosa, presenza di proteina nelle urine e ritenzione di liquidi nei tessuti. Può portare a un parto prematuro.

Le condizioni che si identificano con una gravidanza a rischio sono quindi numerose e richiedono diversi modi per essere affrontate. La collaborazione della donna e della coppia è essenziale ed è importante avere una consapevolezza chiara delle proprie condizioni, oltre che dei propri diritti nel caso sia necessario richiedere l’astensione anticipata dal lavoro.

Come affrontarla

La gravidanza a rischio si affronta in modo diverso, a seconda del problema individuato. Solo il ginecologo, eventualmente insieme con altri specialisti, può indicare il modo corretto per gestire di volta in volta le diverse situazioni.

Nel primo trimestre, quando in generale ogni gravidanza corre un certo rischio di aborto spontaneo, è opportuno seguire i consigli del ginecologo, non sottoporre l’organismo a stress fisici e psicologici eccessivi ed eseguire regolarmente le analisi del sangue e delle urine.

Attraverso questi controlli è possibile individuare per tempo possibili situazioni a rischio. Nel primo trimestre è bene prestare attenzione a eventuali sintomi, come dolori addominali, perdite color sangue, malessere generale.

Se la gravidanza è a rischio per malattie come diabete, ipertensione arteriosa, pre eclampsia, è necessario seguire le indicazioni del ginecologo che attraverso misure dietetiche, promozione di attività fisica o, al contrario, di riposo, trattamenti medici con farmaci antipertensivi può tenere sotto controllo i vari disturbi. Durante i vari trattamenti, possono essere coinvolte anche altre figure professionali come per esempio il diabetologo, l’endocrinologo, l’internista e altre ancora.

I problemi fisici, come in caso di insufficienza cervicale, vanno affrontati di volta in volta nel modo appropriato. Per esempio, il ginecologo può decidere di prescrivere alla donna un periodo di riposo a letto, in modo che gli sforzi fisici non mettano a rischio la gravidanza. Per rendere la cervice uterina più resistente, il ginecologo può stabilire che sia opportuno effettuare un cerchiaggio. Questo intervento, non invasivo e veloce, consiste nell’apporre un supporto in materiale sintetico e anallergico, che sostiene il collo dell’utero e quindi l’utero e il feto stesso.

Cosa fare 

Per tutelarsi in caso di gravidanza a rischio, è essenziale che la donna in attesa segua le indicazioni del ginecologo.

  • Seguire uno stile di vita sano, con alimenti sicuri ed evitando materie prime non pastorizzate (come latte e uova) che potrebbero essere responsabili di infezioni
  • Se il medico suggerisce un periodo di riposo a letto, attenersi alle sue indicazioni senza sottovalutare le possibili conseguenze
  • Rispettare eventuali indicazioni dietetiche, per esempio evitare gli alimenti ricchi di zuccheri semplici e di grassi che possono predisporre al diabete, oppure ridurre il sale nel caso ci siano problemi di ipertensione arteriosa
  • Valutare se chiedere il congedo anticipato di maternità, per disturbi legati alla gravidanza stessa oppure per condizioni ambientali non favorevoli alle proprie condizioni di gestante.

Cosa non fare

Allo stesso modo il ginecologo indicherà tutti quegli atteggiamenti o abitudini da non fare.

  • Ignorare le indicazioni del ginecologo in caso di gravidanza a rischio, facendo di testa propria e sottovalutando i suoi avvertimenti
  • Assumere farmaci, integratori o sostanze naturali che si pensa possano dare sollievo, di propria iniziativa senza chiedere al medico
  • Sottoporsi a fatiche e stress fisici e psicologici perché ci si sente bene
  • Ignorare eventuali segnali come perdite, dolori addominali, mal di schiena, vertigini
  • È bene ricordare che una gravidanza a rischio, adeguatamente seguita, nella maggior parte dei casi si conclude in modo positivo.

Photo by Yan Krukau for pexels

 
 
 

In breve

Collo dell’utero debole, malattie infettive, problemi cronici della mamma possono essere responsabili della gravidanza a rischio. Grazie ai controlli ginecologici e alle cure necessarie caso per caso, si possono controllare le diverse condizioni per una conclusione lieta della gestazione

 

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