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Non è facile smettere di fumare, anche se si è in gravidanza. È fondamentale però per il benessere del feto, che rischia iposviluppo, problemi respiratori e parto pretermine.
No alle sigarette elettroniche
Fumare in gravidanza le sigarette elettroniche non va bene per vari motivi. Innanzitutto possono contenere comunque nicotina, anche se in quantitativi minori rispetto alle comuni sigarette, tanto è vero che le aziende produttrici per lo più lo sconsigliano nel foglio di istruzioni che accompagna il prodotto. È da evitare, però, anche fumare in gravidanza le sigarette elettroniche senza nicotina. L’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, è contraria perché emettono un aerosol di sostanze e aromi la cui sicurezza e innocuità non è stata ancora provata. E in presenza di un organismo in formazione è bene non correre rischi. Non è stata poi testata la reale capacità di dissuadere dal fumo. Per tutti questi motivi le sigarette elettroniche sono anche vietate ai minorenni.
L’importanza di un sostegno
Non è semplice dire basta alle sigarette. Secondo una recente indagine commissionata dalla Lega nazionale contro la lotta ai tumori, il 40 per cento dei fumatori vorrebbe smettere, ma non sempre ci riesce da solo. Innanzitutto per farcela si deve essere veramente convinti e motivati. La volontà è fondamentale altrimenti si rischia di dire addio alle sigarette solo per un po’ salvo poi ricadere nel vizio dopo qualche settimana. Si può anche ricorrere a un sostegno psicologico, una specie di psicoterapia, singola o di gruppo, in cui si affronta il problema con un esperto e dove vengono consigliati una serie di comportamenti per evitare di riprendere a fumare. Il sostegno psicologico da solo, però, è in genere efficace se la futura mamma non supera le 10 sigarette al giorno, altrimenti si deve intervenire anche sulla dipendenza fisica con le cure sostitutive.
Un aiuto da cerotti e chewing-gum
Se la sola forza di volontà non è sufficiente, si può ricorrere, sotto controllo medico e per pochi giorni, a una cura sostitutiva alla nicotina sotto forma di chewing-gum da masticare o di cerotti transdermici da applicare sulla pelle che possono essere acquistati liberamente in farmacia.
I centri specializzati
Se la futura mamma non riesce da sola a smettere di fumare, non deve farsi prendere dallo sconforto e, soprattutto, non deve rassegnarsi e continuare a fumare. Esistono, infatti, diversi centri specializzati seri e qualificati cui è possibile rivolgersi. Sono strutture in grado di seguire la donna sotto ogni punto di vista, sia psicologico sia fisico, tenendo conto delle condizioni particolari in cui si trova (come, per esempio, la gravidanza).
Qualche consiglio in più
Prima di tutto è bene scegliere una data per smettere di fumare e informare amici e parenti della decisione presa. Dopo quella data non devono più essere presenti sigarette in casa. Un altro consiglio per dimenticare il fumo è quello di dedicarsi a qualcosa che distragga dal pensiero della sigaretta e che, allo stesso tempo, faccia sentire appagate come, per esempio, prepararsi un bagno caldo o chiamare un’amica. Ci si può anche tenere occupate frequentando un corso di preparazione al parto. Ciò è importante soprattutto all’inizio e nei primi quindici giorni di astinenza. Se si è abituate ad avere sempre la sigaretta in bocca e se ne sente la mancanza, al suo posto si può provare a bere dei succhi di frutta o altri liquidi ipocalorici, tenendo la tazza o il bicchiere con la stessa mano utilizzata per fumare o, ancora, fare sciacqui con il collutorio e tenere le mani occupate.
In breve
I DANNI PER IL FETO
Il fumo di sigaretta fa molto male al bimbo nel pancione, in quanto la nicotina e il monossido di carbonio giungono al bambino attraverso la placenta insieme agli altri nutrienti e provocano una scarsa concentrazione dell’ossigeno nel suo sangue. In particolare:
➡ raddoppiano le possibilità che il bambino nasca prematuro (cioè prima della 38a settimana di gestazione);
➡ aumentano le probabilità che il piccolo nasca sottopeso o con problemi respiratori come l’asma oppure che subisca un ritardo nello sviluppo fisico.