Carenza di ferro: un problema per donne in gravidanza e bambini

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 04/10/2019 Aggiornato il 04/10/2019

La carenza di ferro (Iron Deficiency Day) interessa in Europa oltre il 30% della popolazione femminile, fino al 77% delle donne in gravidanza e il 48% dei bambini

Carenza di ferro: un problema per donne in gravidanza e bambini

Pallide e spossate? Non è stanchezza, ma carenza di ferro. Eppure, nonostante il problema sia così diffuso, è spesso trascurato e sotto diagnosticato, in gran parte proprio per la difficoltà a riconoscerne i sintomi.

Come si scopre

La diagnosi di carenza di ferro viene effettuata mediante un semplice esame del sangue che misura i livelli di emoglobina (il principale componente dei globuli rossi che fa sì che questi leghino l’ossigeno nei polmoni e lo trasportino ai tessuti e agli organi), la ferritina sierica (che riflette la quantità di riserve di ferro presenti nell’organismo) e la saturazione della transferrina (che indica quanto del ferro disponibile può essere utilizzato per produrre nuovi globuli rossi).

Tante conseguenze

Nei bambini la carenza di ferro può indurre disturbi della performance cognitiva, motoria e del comportamento. In gravidanza, l’aumentato fabbisogno di ferro per lo sviluppo del feto e della placenta può indurre uno stato anemico nella gestante, vera e propria patologia derivante da un deficit importante e prolungato, che a sua volta aumenta il rischio di parto prematuro e di basso peso del bambino alla nascita.

Non sottovalutarla

Intervenire tempestivamente per correggere la carenza di ferro, specialmente in gravidanza, è fondamentale, anche alla luce delle diverse strategie terapeutiche che consentono di far fronte al problema: dalla modifica della dieta, all’assunzione di preparati a base di ferro per via orale, alla somministrazione di terapie iniettive quando i farmaci orali sono mal tollerati.

Che cosa mangiare

Sul fronte della dieta, gli alimenti di origine animale che contengono una maggior quantità di ferro più facilmente assimilabile, sono:

  • fegato;
  • frattaglie;
  • carni (in particolare quella di tacchino);
  • pesce;
  • tuorlo d’uovo.

Gli alimenti di origine vegetale più ricchi di ferro, invece, sono:

  • legumi;
  • funghi secchi;
  • frutta secca (le albicocche secche);
  • cereali integrali;
  • verdure a foglia verde scuro (spinaci, crescione e cavolo riccio).

Lo sapevi che?

Il corpo umano ha bisogno di circa 10-12 milligrammi di ferro al giorno, che, in determinate condizioni, può aumentare fino a 20 mg.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Cisti del plesso corioideo individuata dall’ecografia: meglio fare altre indagini?

13/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Le cisti del plesso corioideo isolate, ossia non associate ad altre anomalie ecografiche, sono considerate varianti normali, senza effetti sullo sviluppo neurologico o intellettivo del bambino: nella maggior parte dei casi, scompaiono spontaneamente tra la 26ª e la 32ª settimana di gestazione. Quando...  »

Mamma bianca con occhi chiari, papà nero con occhi scuri: che occhi avrà il bambino?

11/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Una coppia formata da un genitore con gli occhi scuri e da un genitore con gli occhi chiari avrà molto più facilmente un bambino con occhi scuri. A meno che gli ascendenti del primo genitore non abbiano occhi chiari, eventualità che per le persone di pelle scura è davvero rara.  »

Iodio: va preso in allattamento dopo una tiroidectomia?

11/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Gianni Bona

Se la terapia sostitutiva che si affronta quando la tiroide viene asportata mantiene i valori relativi al TSH e agli ormoni tiroidei nella norma, non c'è alcun bisogno di assumere un'integrazione di iodio.   »

Fai la tua domanda agli specialisti