Carenza di vitamina D in gravidanza, rischi per mamma e bambino

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 20/11/2020 Aggiornato il 20/11/2020

Rischio di diabete per la donna e possibilità che il bambino abbia un basso peso e soffra di asma. Sono le conseguenza della carenza di vitamina D in gravidanza

Carenza di vitamina D in gravidanza, rischi per mamma e bambino

Quando si parla della vitamina D si pensa subito alla salute delle ossa. Questa preziosa sostanza, però, è importante per molte altre funzioni dell’organismo, tanto che di recente l’Agenzia italiana del farmaco ha stabilito nuove indicazioni per la prescrizione negli adulti. In gravidanza, poi, svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema muscolo-scheletrico del feto, ma non solo. Recenti indagini hanno scoperto che la carenza di vitamina D in gravidanza può esporre il neonato a più problemi di salute.

Rischio di asma per il bambino

Uno studio danese per esempio ha accertato che i bimbi nati da donne che avevano problemi di carenza di vitamina D in gravidanza correvano un rischio maggiore di soffrire di asma() negli anni successivi. La possibilità sarebbe maggiore rispetto alla media e pari a quella dei bambini nati da donne con problemi di asma, quindi soggetti a predisposizione genetica.

Un altro studio condotto negli Stati Uniti è giunto a conclusioni simili: l’assunzione di quantità adeguate, mai eccessive, di vitamina D3 o colecalciferolo, la forma attiva della sostanza, si associa a un rischio inferiore di respiro sibilante nei primi anni di vita di un bambino. Anche esperti italiani come il professor Francesco Vierucci, pediatra della Struttura complessa di Pediatria dell’ospedale San Luca di Lucca, ritengono che un apporto sufficiente di vitamina D in gestazione possa rappresentare una efficace prevenzione.

Peso scarso e ossa deboli

La carenza di vitamina D in gravidanza può portare anche ad altri problemi. Se questa sostanza è presente in scarse quantità, la gestante può andare incontro a complicazioni come il diabete gestazionale, come è stato verificato da vari studi. Non solo l’eccesso di peso, la sedentarietà, la predisposizione quindi, ma anche una inadeguata assunzione di vitamina D può causare questa malattia metabolica, caratterizzata da eccesso di zuccheri nel sangue, che a sua volta può esporre a complicanze, come un parto pretermine.  

Ancora, la carenza di vitamina D in gravidanza e anche in allattamento può causare rispettivamente nel bambino, basso peso alla nascita e scarso sviluppo osseo. Il rischio vale anche per la donna, che se non può contare su uno stato vitaminico adeguato rischia una riduzione di massa ossea che non può recuperare e che può farsi più evidente dalla menopausa in poi, con i problemi di osteoporosi.  

Come farne scorta

Per assicurarsi la giusta dose di vitamina D, prima di tutto è importante cercare di esporre il più possibile aree di pelle scoperta alla luce del sole. I raggi solari, infatti, sintetizzano la vitamina D. Inoltre, è importante non farsi mancare uova, latte e derivati, pesce come salmone e sgombro: tutti alimenti che apportano discrete dosi di questa sostanza. Per essere però sicure di ricevere la dose adeguata, pari a 600 Ui/die per la gestante, è opportuno parlare con il ginecologo, che potrà valutare la salute della donna ed eventualmente consigliare un’integrazione.

 

 

 

 

 

 
 
 

Lo sapevi che?

Anche il bambino in allattamento, al seno o con latte di formula, deve ricevere una dose adeguata di vitamina D. Il pediatra saprà fornire tutte le spiegazioni in merito.

Fonti / Bibliografia

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