Omega 3 in gravidanza proteggono i bambini dall’asma

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 21/02/2017 Aggiornato il 11/11/2019

Pesci grassi e frutta secca in gravidanza aiutano a scongiurare il rischio di asma nei nascituri: merito degli acidi grassi Omega 3, contenuti in questi cibi

Omega 3 in gravidanza proteggono i bambini dall’asma

Assumere Omega 3 in gravidanza protegge i bambini dall’asma: è quanto sostiene uno studio condotto su oltre 700 future mamme da ricercatori danesi del Copsac (Copenaghen Prospective Studies on Asthma in Childhood) e dell’ateneo canadese di Waterloo.

Un problema in forte aumento

L’asma è una malattia cronica che negli ultimi 50 anni è raddoppiata nei bambini, passando dal 7% di prevalenza negli anni Settanta al 13% di oggi: è una patologia multifattoriale, nella quale concorrono molte cause (familiarità, ambiente e alimentazione). Anche la bronchite asmatica è cresciuta: oggi colpisce un quarto dei bambini nei primi 3 anni di vita.

Meno rischi con gli Omega 3

Lo studio suggerisce che assumere Omega 3 in gravidanza protegge i bambini dall’asma. Nei figli delle donne trattate con olio di pesce, infatti, il rischio relativo di sviluppare asma o bronchite asmatica è risultato pari allo 16,9%, mentre quello misurato nei bambini nati dal gruppo di controllo è stato del 23,7%, che equivale a una riduzione del rischio del 30,7% nei primi 3 anni di vita.

A beneficiare di più dell’integrazione sarebbero state le donne che all’avvio dello studio avevano i livelli ematici più bassi di Omega 3: per i loro bambini la riduzione del rischio avrebbe raggiunto il 34,5 %. La pubblicazione apre la strada a ulteriori indagini, soprattutto per quanto riguarda la durata nel tempo di questi benefici.

Più pesce e frutta secca

Assumere Omega 3 in gravidanza protegge i bambini dall’asma, ma è importante assumerne la quantità consigliata. Queste sostanze, infatti, vanno assunte con la dieta perché l’organismo non è in grado di produrle. Sono contenuti soprattutto nei pesci d’acqua fredda: sardine, aringhe, salmone, alimenti che però scarseggiano sulle tavole degli italiani, come rivela la ricerca Curare la salute realizzata con GfK-Eurisko.

A consumarne il corretto quantitativo settimanale è solo 1 italiano su 3, come anche la frutta a guscio (un’altra fonte importante di Omega 3): solo 1 italiano su 2 ne mangia i quantitativi raccomandati.

Gli studiosi concludono che integrare la dieta con 2,4 grammi di Omega 3 in gravidanza al giorno nell’ultimo trimestre ridurrebbe del 30% il rischio nei bambini di ammalarsi di asma e respiro sibilante, ma sono necessarie ulteriori indagini per raccomandare integratori specifici alle future mamme.

Da sapere!

Gli Omega-3 hanno proprietà antinfiammatorie, contribuiscono al corretto funzionamento del cuore, a mantenere normali la pressione sanguigna e il livello di trigliceridi nel sangue.

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Integrazione di progesterone dopo la 12^ settimana: è pericoloso sospenderla?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel secondo trimestre la placenta provvede abbondantemente a produrre gli ormoni utili alla gravidanza, quindi non sono più necessari apporti esterni.   »

Pianto poco vigoroso alla nascita: c’è da preoccuparsi?

14/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Antonella Di Stefano

Se il neonato si attacca al seno con vigore e dai controlli effettuati alla nascita e nelle settimane successive non emerge nulla di anomalo, non è opportuno attribuire una valenza importante al fatto che subito dopo il parto il suo pianto sia stato flebile.   »

IgG e IgM in relazione alla toxoplasmosi: cosa esprimono?

07/07/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Gli anticorpi IgG positivi segnalano che in passato ci si è ammalate di toxoplasmosi (quindi si è immunizzate), mentre gli anticorpi IgM positivi indicano che tale infezione è in corso (o comunque è stata sviluppata di recente). Se entrambi i tipi risultano negativi vuol dire che non si è immuni.   »

Fai la tua domanda agli specialisti