Citomegalovirus: scoperta molecola chiave

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 24/07/2017 Aggiornato il 24/07/2017

Virus pericoloso, che mette a rischio la salute del nascituro, il Citomegalovirus è oggetto di diverse ricerche volte a proteggere la vita del nascituro

Citomegalovirus: scoperta molecola chiave

In gravidanza l’infezione da citomegalovirus è pericolosa, per questo la ricerca sta lavorando alla messa a punto di terapie in grado di scongiurare i rischi di quest’infezione per la salute del bebè. Un nuovo studio dell’università di Edimburgo (Regno Unito), per esempio, sta valutando nuove terapie associate a un minor rischio di resistenze.

Allo studio una nuova cura

Il gruppo di ricercatori inglesi ha, infatti, identificato una molecola indispensabile per la replicazione del microbo: si chiama VCP e non è una componente del virus, ma della cellula infettata. Bloccando la sua attività è possibile bloccare il citomegalovirus con un’efficacia 10 volte superiore rispetto a quella dei farmaci che lo colpiscono direttamente: il virus infatti ne ha bisogno per duplicare il suo materiale genetico e moltiplicarsi.

Appartiene agli Herpesvirus

Il citomegalovirus è un virus molto diffuso, appartenente alla famiglia degli Herpesvirus. Il 60-80% degli adulti ne è immune e presenta nel sangue anticorpi specifici, in quanto hanno contratto l’infezione in passato, spesso senza saperlo, perché la malattia può passare inosservata o essere scambiata per un malanno di stagione, a causa dell’aspecificità dei sintomi (febbricola,  stanchezza e malessere generale, mal di gola, linfonodi ingrossati).

Pericoloso nei nove mesi

In gravidanza l’infezione da citomegalovirus è pericolosa perché può causare danni anche seri al sistema nervoso centrale del bebè, con malformazioni, ritardo mentale, sordità congenita o corioretinite (una grave malattia della retina).

Importante il test in gravidanza

Il virus può infettare chiunque: una volta contratta l’infezione, rimane latente all’interno dell’organismo per tutta la vita, ma può riattivarsi in caso di indebolimento del sistema immunitario. Per sapere se si possiedono gli anticorpi anti-CMV, prima del concepimento o all’inizio della gravidanza viene prescritto un test del sangue, attraverso il quale vengono misurati gli anticorpi specifici, detti immunoglobuline. Se gli anticorpi IgM risultano positivi l’infezione è in atto. Se gli anticorpi IgG sono negativi, siamo in presenza di un’infezione primaria (la più pericolosa). Siccome in gravidanza l’infezione da citomegalovirus è pericolosa, se è confermata l’infezione primaria, deve essere cominciata al più presto una terapia a base di immunoglobuline specifiche. 

 

 

 
 
 

Da sapere!

Cominciando il trattamento in gravidanza e continuandolo dopo la nascita, insieme al trattamento antivirale, si possono ridurre al minimo i danni e bloccare il virus.

 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Allattamento a rischio per condizione aziendale: si ha diritto al 100% della retribuzione?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Paola Bernardi Locatelli

Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale.  »

Minaccia d’aborto: può essere colpa dell’allattamento?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi...  »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Fai la tua domanda agli specialisti