Gravidanza molare: cos’è, sintomi e cure

Francesca Scarabelli A cura di Francesca Scarabelli Pubblicato il 08/07/2025 Aggiornato il 08/07/2025

Consiste in una crescita abnorme del tessuto che dà origine alla placenta, che ostacola lo sviluppo dell'embrione. Il trattamento è chirurgico, ma la prognosi è positiva nella maggior parte dei casi.

Gravidanza molare

La gravidanza molare è una complicanza abbastanza rara che consiste nello sviluppo abnorme del tessuto trofoblastico che dà origine alla placenta; in questa situazione non è possibile portare avanti una gravidanza perché la crescita di questo tessuto ostacola la formazione dell’embrione.

Non sempre la mola vescicolare dà sintomi; se ci sono, però, consistono in un utero che cresce più del normale rispetto all’età gestazionale, in sanguinamenti vaginali con cisti che ricordano chicchi d’uva e in un deciso aumento dell’ormone beta HCG, che può dare nausea o vomito gravi.

Se non si verifica un aborto spontaneo nelle prime settimane di gravidanza, si ricorre ad un intervento chirurgico per rimuovere la massa anomala; nella maggior parte dei casi la guarigione è completa e dopo sei mesi si può cercare una nuova gravidanza. In alcuni casi, però, la mola vescicolare si può trasformare in una neoplasia trofoblastica maligna.

Significato e cause

Viene anche chiamata mola vescicolare oppure mola idatiforme. Questo tessuto che cresce in maniera esagerata dà origine a vescicole piene di liquido, ostacolando la formazione dell’embrione. Ci sono due tipologie di gravidanze molari:

  1. gravidanza molare completa, in cui all’interno dell’utero si forma del tessuto placentare alterato, che si gonfia formando cisti piene di liquido. La degenerazione dei villi coriali interessa tutta la placenta; in questo caso il tessuto embrionale o fetale non è visibile
  2. gravidanza molare parziale, quando l’alterazione dei villi coriali è limitata ad un’area. In questo caso il tessuto placentare anormale viene visualizzato insieme al tessuto embrionale.

La gravidanza molare si verifica circa in 1 gravidanza su 1.500; nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente, ma nei restanti casi tende a invadere i tessuti circostanti e a trasformarsi in una neoplasia trofoblastica maligna, che può evolversi in carcinoma (nel 2/3% dei casi).

Le cause della patologia

La causa della gravidanza molare è in genere una anomalia nel processo di fecondazione. Nel caso della mola vescicolare completa, un ovulo vuoto viene fecondato da uno o due spermatozoi, ricevendo quindi tutto il materiale genetico dal padre: i cromosomi della madre vengono persi o disattivati, mentre vengono duplicati quelli del padre.

In una mola vescicolare parziale, invece, il numero di coppie di cromosomi è più alto del normale: l’embrione mostra 69 cromosomi anziché 46. in entrambi i casi, questo materiale genetico alterato dà origine ad una proliferazione abnorme del trofoblasto, che danno origine a cisti piene di liquido sulla placenta.

Ci sono anche alcuni fattori di rischio di cui tenere conto:

  • età inferiore ai 17 anni o superiore ai 35
  • etnia asiatica
  • una precedente malattia trofoblastica gestazionale.

Sintomi

All’inizio si potrebbe avere l’impressione di aver cominciato una gravidanza sana, ma man mano che passa il tempo si possono cominciare a manifestare alcuni di questi sintomi:

  • sanguinamento vaginale di colore dal rosso vivo al marrone scuro, a volte con cisti simili a chicchi d’uva
  • aumento dei livelli di Beta HCG, responsabile dello sviluppo della placenta, con nausea e vomito gravi
  • sensazione di dolore e di pressione a livello del bacino a causa di una crescita dei tessuti più rapida rispetto ad una gravidanza tipica.

Altri segnali da non trascurare sono:

  • rapida crescita dell’utero che non corrisponde all’età gestazionale della gravidanza
  • aumento della pressione sanguigna
  • carenza di ferro
  • sviluppo di preeclampsia.

Quando si vede

In molti casi, la gravidanza molare non dà sintomi e la diagnosi viene fatta a posteriori, dopo un esame istologico effettuato dopo un aborto spontaneo avvenuto nelle prime settimane di gravidanza. A volte, invece, si può diagnosticare la mola vescicolare a causa di un utero che cresce più del normale e di perdite ematiche vaginali spesso con cisti simili a chicchi d’uva: questi sintomi possono portare il ginecologo ad approfondire la situazione e ad arrivare ad una diagnosi. In tutti questi casi, il test di gravidanza risulta positivo, ma non è possibile rilevare il battito cardiaco fetale.

Per arrivare ad una diagnosi si possono eseguire esami del sangue per rilevare i livelli di beta HCG, che in caso di gravidanza molare sono molto alti; si possono completare con un’ecografia addominale e con una biopsia del tessuto prelevato quando la massa viene rimossa.

Cosa fare

Il trattamento previsto in caso di gravidanza molare consiste nella rimozione completa della massa anomala nel più breve tempo possibile per evitare possibili complicazioni. Gli interventi chirurgici consigliati, che il ginecologo valuterà caso per caso, sono:

  • isterosuzione, che permette di asportare embrione ed endometrio tramite una cannula
  • raschiamento, da eseguire mediante anestesia spinale, che permette di rimuovere masse all’interno dell’utero
  • isterectomia, che consiste nella completa rimozione dell’utero e che viene eseguita solo in rari casi.

Dopo l’operazione bisogna ripetere l’ecografia e la misurazione delle beta HCG; se il livello della gonadotropina continua a crescere è necessario prendere ulteriori provvedimenti perché significa che la malattia persiste.

Quanto aspettare per una nuova gravidanza?

Con un trattamento tempestivo, le possibilità di guarigione sono ottime e si può portare a termine una nuova gravidanza, anche se i medici consigliano di aspettare almeno sei mesi. La malattia può tornare ma il rischio rimane basso; per precauzione, però, in caso di gravidanze successive alle donne già colpite da mola vescicolare l’ecografia viene eseguita in anticipo.

Foto in copertina di MART PRODUCTION da Pexels

 
 
 

In breve

Se l’utero cresce troppo in fretta rispetto all’età gestazionale o si nota sanguinamento vaginale, si potrebbe trattare di gravidanza molare, una complicanza che impedisce lo sviluppo dell’embrione.

 

Fonti / Bibliografia

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