Pressione bassa in gravidanza: cause, cure e quando c’è da preoccuparsi

Francesca Scarabelli A cura di Francesca Scarabelli Pubblicato il 29/01/2025 Aggiornato il 05/02/2025

Annebbiamento della vista, capogiri, svenimenti sono segnali tipici di questo disturbo che non mette a rischio la salute del feto, ma può causare qualche fastidio alla futura mamma.

Pressione bassa in gravidanza

Giramenti di testa o vertigini sono i sintomi della pressione bassa in gravidanza. Facilmente riconoscibili soprattutto quando ci si alza bruscamente o si compiono sforzi intensi. Niente paura: la pressione bassa in gravidanza è normale, anzi, si tratta di un fenomeno benefico per il decorso della gravidanza.

La pressione sanguigna tende ad abbassarsi soprattutto verso la metà del secondo trimestre: le cause vanno cercate soprattutto nelle variazioni ormonali e nei cambiamenti circolatori (tra cui la circolazione placentare) a cui va incontro l’organismo della futura mamma.

La pressione bassa in gravidanza può causare alcuni sintomi fastidiosi, come stanchezza, nausea, visione offuscata, vertigini e svenimenti. Questi sintomi possono interferire con la qualità della vita della gestante e richiedere alcuni accorgimenti per prevenirli o alleviarli ma, a meno di casi particolari, non ci sono rischi per il feto.

Cause

Nelle prime fasi della gravidanza la pressione arteriosa tende a scendere mentre il sistema circolatorio si espande per includere quello dell’utero in crescita e della placenta. Gli ormoni, gli estrogeni e il progesterone in particolare, fanno la loro parte nel ridurre l’elasticità dei vasi sanguigni e nella loro dilatazione.

Cambia la circolazione: il sangue fatica di più ad arrivare al cuore e di lì agli altri organi, tra cui il cervello, perché riceve meno spinta dalle strutture che devono favorirne la risalita, cioè dalle pareti dei vasi sanguigni e dalla muscolatura, specie quella dei piedi e delle gambe. Il cuore si trova allora a dover spesso accelerare i battiti, e quindi ad aumentare il suo lavoro, per pompare la stessa quantità di sangue.

La pressione bassa in gravidanza è uno dei disturbi caratteristici della prima metà della gestazione, anche se in qualche caso può arrivare fino alla 28° settimana. Poi la pressione tende a risalire, perché dopo il quinto mese si riduce la quantità di progesterone, causa principale di questo disturbo.

Altre cause che possono contribuire all’abbassamento della pressione in gravidanza sono:

  • il caldo e l’afa, che possono provocare vasodilatazione e sudorazione abbondante;
  • la disidratazione;
  • l’anemia;
  • alcune malattie o infezioni che possono influire sull’equilibrio idroelettrolitico;
  • alcuni farmaci come ad esempio diuretici o antipertensivi.

I sintomi della pressione bassa

Tra i sintomi più frequenti della pressione bassa in gravidanza figura lo svenimento, un meccanismo di difesa che entra in gioco quando il cervello non riceve sangue a sufficienza. Il fatto di trovarsi in posizione sdraiata ripristina rapidamente i rifornimenti di sangue al cervello perché questo non deve più scorrere verso l’alto. Se si ha la sensazione di svenire, quindi, l’ideale è stendersi a terra e alzare le gambe sopra il livello dei fianchi. Se invece non è possibile sdraiarsi, è meglio comunque trovare un appoggio.

Altri sintomi comuni sono:

  • vertigini e capogiri
  • stanchezza
  • nausea e vomito
  • svenimenti o lipotimie
  • visione offuscata
  • palpitazioni o tachicardia
  • mal di testa
  • confusione e difficoltà a concentrarsi

Qual è la pressione giusta per una persona?

La pressione sanguigna è la forza esercitata dal passaggio del sangue sulle pareti delle arterie (pressione arteriosa) e delle vene (pressione venosa). La pressione sanguigna arteriosa è molto più intensa di quella venosa, perché quando raggiunge le vene, il sangue ha perso in gran parte l’intensità della spinta impressa dal muscolo cardiaco. Nella misurazione, quindi, viene presa in considerazione soltanto la pressione arteriosa, quella che può dare i disturbi più seri se è troppo intensa.

I valori della pressione arteriosa si suddividono in “massimi” e “minimi”. La massima è la pressione esercitata quando il cuore si contrae, mentre la minima è la forza esercitata quando il cuore si dilata per ricevere il sangue di ritorno. In genere, i valori ideali per la massima sono compresi tra 100 e 140, mentre quelli della minima tra 60 e 90. Questi valori però possono variare in base a molti fattori: l’età, il sesso, alcune condizioni e anche il momento della giornata.

La pressione viene misurata con uno speciale apparecchio, chiamato sfigmomanometro. Quelli di uso medico sono costituiti da un bracciale gonfiabile che viene posizionato nella parte alta del braccio, in genere quello sinistro. Su un quadrante o su una colonna di mercurio vengono registrati i valori grazie a un rilevatore.

I valori sono indicati in millimetri di mercurio (mmHg). In commercio esistono anche apparecchi da usare a casa, attendibili e di semplice utilizzo, consigliati soprattutto a chi soffre di ipertensione (pressione alta).

In gravidanza, se la futura mamma non ha problemi particolari, è sufficiente controllare la pressione una volta al mese. In genere, è il ginecologo a rilevare i valori nel corso delle visite di controllo di routine. Se, invece, la gestante soffre di sbalzi di pressione è necessario ricorrere a controlli più frequenti, che possono venire effettuati dal medico curante o in farmacia.

I valori della pressione in gravidanza

La pressione bassa in gravidanza non costituisce un reale pericolo per la salute della futura mamma. Può però essere fastidiosa: quando, infatti, il sangue esercita una spinta troppo debole sulle pareti dei vasi sanguigni, il nutrimento e l’ossigeno contenuti nel sangue stesso non riescono a raggiungere perfettamente tutti i distretti del corpo.

In particolare vengono private di queste preziose sostanze le zone più periferiche del corpo e il cervello. Si avverte allora stanchezza, debolezza muscolare e mentale, mancanza di concentrazione e di memoria. Nei casi più seri, quando la pressione subisce un ulteriore abbassamento è anche possibile avere una lipotimia, cioè uno svenimento.

Un buono stato di salute è segnalato da valori di minima compresi fra 70 a 90 mmHg e di massima compresi fra 120 e 140. Valori inferiori indicano un abbassamento, che però non sempre è negativo: significa, infatti, che il cuore e vasi sanguigni non sono sottoposti a un carico eccessivo di lavoro.

I valori limite della pressione bassa sono soggettivi; in generale, però, quando la massima è superiore a 100-110 mmHg, la futura mamma non avverte nessun disturbo. Al di sotto di questa soglia, ad esempio con una pressione bassa in gravidanza 90 50, possono comparire alcuni sintomi quali perdita dell’equilibrio, sensazione di testa vuota, vertigini, annebbiamento della vista, sudorazione fredda e talvolta anche nausea.

Cosa succede trimestre per trimestre

  • nel primo trimestre il cuore aumenta il numero dei battiti e pompa più sangue. Di conseguenza, la gittata cardiaca (la quantità di sangue che il cuore pompa all’interno dei vasi) aumenta notevolmente, fino a raggiungere un valore di circa il 40 per cento in più tra la 20° e la 25° settimana di gestazione. Questo accade perché è aumentato il letto vascolare (la quantità di vasi sanguigni) in modo da riuscire a irrorare anche la placenta (l’organo che nutre e ossigena il bimbo nel pancione) e il feto;
  • nel secondo trimestre, con il progredire della gravidanza, i vasi sanguigni (soprattutto le arterie) si dilatano a causa sia dell’elevata presenza degli ormoni della gravidanza (in particolare, aumentano le prostaglandine che provocano un rilasciamento dei vasi), sia della produzione di calore da parte del feto. La dilatazione dei vasi fa sì che il sangue incontri una minore resistenza e scorra con più facilità, quindi, la pressione tende ad abbassarsi ulteriormente. Generalmente la massima subisce un abbassamento più marcato della minima;
  • nel terzo trimestre l’organismo della donna si è abituato alla nuova situazione: nella maggior parte dei casi, quindi, la pressione tende a ritornare ai valori precedenti la gestazione. Tuttavia, in alcuni casi, in questo periodo, può subentrare un altro fenomeno di natura meccanica che può portare ad un abbassamento della pressione: l’utero, aumentato di volume può comprimere la vena cava inferiore, che porta il sangue venoso dall’addome e dagli arti inferiori al cuore. Di conseguenza si può ridurre l’afflusso di sangue dalla periferia al cuore e, quindi, la gittata cardiaca e la pressione arteriosa. Generalmente intervengono meccanismi di compensazione, ma in una piccola percentuale di donne (3-10 per cento), ciò può non avvenire e possono così comparire stanchezza, senso di svenimento, nausea o perdita di coscienza.

Cosa fare

Se si soffre di pressione bassa in gravidanza, una volta escluse eventuali cause patologiche con il medico, si possono mettere in atto alcuni semplici accorgimenti per aiutare ad alzare la pressione e a prevenire così i sintomi della pressione bassa, evitando crisi ipotensive.
Una delle prime cose a cui fare attenzione sono i bruschi cambiamenti di posizione: quando si passa da una posizione seduta o sdraiata ad una posizione eretta si può verificare la cosiddetta ipotensione posturale, che può causare capogiri e svenimenti. Meglio quindi alzarsi con calma e con cautela, facendo attenzione a non piegarsi in avanti o indietro.
Si possono inoltre indossare calze elastiche, che esercitano una pressione graduata sulle gambe favorendo il ritorno venoso al cuore, aiutando così a mantenere una pressione adeguata.
È poi utile sdraiarsi e riposare sul fianco sinistro, posizione che favorisce il ritorno sanguigno al cuore anche quando si è sdraiate. Per rendere la posizione più comoda, si può posizionare un cuscino sotto le cosce o lungo la schiena.

Cosa mangiare per alzare la pressione in gravidanza

Un regime alimentare sano ed equilibrato è fondamentale per contrastare gli sbalzi di pressione:

  • in primo luogo è necessario non far mancare all’organismo l’energia fornita dagli zuccheri, soprattutto dai cosiddetti carboidrati complessi (pasta, pane e riso). Questi alimenti (soprattutto se integrali) forniscono energia a lento rilascio, quindi anche alcune ore dopo l’ultima ingestione mettono al riparo dal rischio di ipoglicemia (cioè l’abbassamento degli zuccheri nel sangue);
  • non bisogna rinunciare alle proteine (in pesce e carne, formaggi magri e uova) indispensabili per prevenire i cali di pressione. È bene anche mangiare kiwi, pesche, banane, patate, pomodori e albicocche: sono alimenti ricchi di potassio, un minerale che favorisce la contrazione muscolare e regolarizza il battito cardiaco;
  • aumentare, senza però esagerare, il consumo di sale. Il sale, infatti, trattiene i liquidi e di conseguenza aumenta il volume del sangue, che quindi esercita maggiore forza sui vasi;
  • masticare qualche pastiglia di liquirizia è un sistema naturale contro i cali di pressione;
  • bere molto: un sufficiente ricambio idrico favorisce la perdita di calore corporeo attraverso la sudorazione, limitando quindi l’eccessiva dilatazione dei capillari. Se il calore viene espulso con la sudorazione, infatti, l’organismo per farlo non deve dilatare troppo i vasi;
  • sono utili anche gli integratori salini, disponibili già pronti o in bustine da sciogliere in acqua;
  • si possono assumere integratori di vitamina B12, importante per la produzione di globuli rossi e per il metabolismo energetico. Una carenza di questa sostanza può causare anemia e ipotensione;
  • evitare il consumo di bevande alcoliche e di caffè.

Pressione bassa e attività fisica

Se eseguito in modo corretto, lo sport aiuta a innalzare la pressione. Il movimento, che in un primo momento svolge un effetto vasodilatante (per cui la pressione esercitata dal sangue sugli stessi è minore), con il passare dei giorni favorisce la stabilizzazione della pressione.

Stimola infatti la produzione di sostanze come l’adrenalina e la noradrenalina, che agiscono sul sistema nervoso provocando restringimento dei vasi sanguigni. In questo modo aumenta la pressione arteriosa. Aumenta inoltre la quantità di endorfine, sostanze che alzano il tono dell’umore e il livello energetico dell’organismo.

È sempre meglio, però, fare attività sportiva almeno due-tre ore prima di coricarsi, perché il movimento può causare insonnia. In gravidanza le attività più consigliate sono il nuoto, le passeggiate e la ginnastica dolce.

Come aumentare la pressione bassa in estate

Durante i mesi caldi aumenta il rischio per la futura mamma di soffrire di cali di pressione. La colpa è del caldo e del clima tendenzialmente umido. La temperatura ideale interna del corpo umano è di circa 37° C: quando fa caldo è, quindi, necessario disperdere il calore in eccesso.

L’organismo mette allora in atto una serie di processi che causano una vasodilatazione, cioè un aumento del diametro dei vasi sanguigni: in questo modo, è possibile aumentare la dispersione del calore del sangue. Chi ha la pressione alta, quindi, in estate sta meglio. Gli ipotesi (cioè le persone che hanno la pressione bassa) e le future mamme, al contrario, vanno incontro a una debolezza ancora più intensa, perché il sangue, che già esercita una forza scarsa all’interno delle arterie, nei vasi dilatati scorre ancora più lentamente.

Il rischio si corre ancora di più se si sta a lungo in posizione eretta, condizione che non favorisce la buona irrorazione sanguigna del cervello, oppure quando il capo resta a lungo esposto al sole senza protezione: per disperdere l’eccessivo calore i vasi sanguigni si dilatano al massimo, al punto che il sangue defluisce quasi del tutto da questa zona. Ecco perché è meglio che le future mamme non soggiornino in ambienti troppo caldi.
Per prevenire i problemi, quindi, è bene evitare di uscire nelle ore più calde, esporsi al sole con moderazione e solo nelle ore più fresche, in casa arieggiare frequentemente i locali, al mare. Meglio poi indossare abiti chiari, comodi e freschi, di tessuti naturali che lasciano traspirare meglio il pelle. Inoltre è consigliabile preferire la doccia al bagno, seguire una dieta bilanciata con pasti leggeri e digeribili, mangiare tanta frutta e verdura e bere spesso, almeno un litro e mezzo di acqua al giorno.

Quando preoccuparsi

Se non è associata ad altre patologie o a complicazioni, la pressione bassa in gravidanza non mette a rischio la salute di mamma e bambino, anche se bisogna fare attenzione ad eventuali cadute che possono provocare traumi e lesioni alla mamma e al feto. È meglio però contattare il medico quando si verificano svenimenti frequenti, vomito protratto, dispnea, polso molto rapido, dolore al petto, forti cefalee e intorpidimento in qualche parte del corpo.

In copertina foto di Gadini da Pixabay

 
 

In breve

Un’alimentazione leggera e sana, bere molta acqua, aggiungere un pizzico di sale ai cibi e fare un’attività fisica moderata sono tutti rimedi utili contro la pressione bassa in gravidanza, che può causare capogiri e svenimenti alle donne in dolce attesa.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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