Emorroidi in gravidanza: i rimedi più efficaci per questo ricorrente disturbo

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 11/06/2024 Aggiornato il 17/06/2024

Compaiono soprattutto nel terzo trimestre e spesso anche dopo il parto: sono decisamente fastidiose, ma non così preoccupanti. Qualche piccolo accorgimento per tenerle sotto controllo e renderle meno dolorose.

Emorroidi in gravidanza: i rimedi più efficaci per questo ricorrente disturbo

L’infiammazione delle emorroidi, definita malattia emorroidaria, è sicuramente uno dei disturbi più frequenti che si presentano durante la gravidanza e il post parto. La ragione sta non solo nell’incremento del flusso sanguigno tipico dell’attesa, ma anche nella pressione pelvica da parte del feto, nonché nell’esasperarsi di una condizione già frequente nelle donne che è la stitichezza.

Le emorroidi  post parto sono più comuni nelle donne che hanno avuto un parto spontaneo rispetto a quelle che hanno partorito con il cesareo. La presenza di sangue e di dolore allarma ovviamente neo e future mamme: occorre comunque tenere presente che il problema – che si calcola interessi circa l’80% delle donne in gravidanza e subito dopo il parto – non è tale da creare gravi complicanze, ma risulta comunque molto fastidioso. Si possono mettere in atto alcune piccole strategie che aiutano a tenere sotto controllo il disturbo contenendo soprattutto il dolore. Ce ne parla il dottor Paolo Giamundo, specialista europeo in chirurgia colonproctologica presso Kiba Istituto Medico di Milano.

Cosa sono le emorroidi 

Le emorroidi sono vasi venosi dilatati, piccoli cuscinetti di tessuto morbido vascolarizzato che fanno naturalmente parte dell’anatomia della area ano-rettale. Possono essere sia interne che esterne e sono basilari per gestire la continenza fecale: quando si è a riposo, infatti, si riempiono di sangue in modo da assorbire i cambiamenti di pressione dovuti agli sforzi; durante l’evacuazione, invece, il sangue che si trova al loro interno viene drenato così da rendere più agevole il processo ed evitare traumi alla mucosa.

I sintomi più frequenti

Per colpa di un aumento della pressione sanguigna sulle loro pareti le emorroidi si possono dilatare e infiammare: si incorre allora in quella che si definisce malattia emorroidaria. «Una patologia che può rappresentare un problema per le donne in gravidanza» commenta il dottor Paolo Giamundo, specialista europeo in chirurgia colonproctologica presso Kiba Istituto Medico di Milano. Questo perché l’infiammarsi delle emorroidi in gravidanza comporta una serie di sintomi che possono essere molto fastidiosi:

  • presenza di sangue al momento dell’evacuazione
  • dolore all’evacuazione, più intenso nel caso delle emorroidi interne rispetto a
    quelle esterne
  • prurito anale, spesso accompagnato da un forte disagio
  • gonfiore locale
  • irregolarità della continenza e dell’evacuazione.   

 

Le cause di questa problematica ricorrente e quando preoccuparsi

La malattia emorroidaria compare a seguito di uno sforzo muscolare frequente e della stitichezza cronica. Ma perché allora è così comune in gravidanza e nel post parto?
«Il peggioramento dei sintomi legati alle emorroidi durante la gestazione è dovuto al fisiologico incremento del flusso sanguigno, ma anche, soprattutto nelle ultime settimane prima del parto, all’aumento della pressione pelvica da parte del feto, che va a comprimere la vena porta e le vene rettali e anali causando una congestione venosa» spiega l’esperto.

Va tenuto presente poi che la stitichezza, uno dei fattori favorenti principali delle emorroidi, peggiora in gravidanza (non a caso si parla di stipsi gravidica) e questo non fa altro che rendere ancora più complesso il quadro.

Dalla terza settimana di gravidanza fino ai sei mesi circa sono soprattutto le variazioni ormonali a favorire la comparsa delle emorroidi in gravidanza. In particolare, il progesterone, determina una maggiore lassità delle pareti dei vasi sanguigni che facilita il ristagno nei piccoli vasi anche a livello anale.

Un fattore predisponente è l’obesità. Si calcola infatti che un peso superiore al 30% rispetto a quello ideale già prima del concepimento aumenti del 10-20% la possibilità che compaiano le emorroidi in gravidanza.

E’ naturale poi che una donna che abbia sofferto di emorroidi infiammate prima della gravidanza sia maggiormente soggetta al ripresentarsi del problema durante l’attesa.

Le emorroidi tendono in genere a presentarsi dal terzo trimestre di gravidanza in poi. Il periodo del post parto è ancora più a rischio. Le percentuali variano in base al tipo di parto: possono comparire nel 25% delle donne che hanno avuto un parto vaginale naturale, nel 36% di quelle che hanno avuto un parto vaginale assistito e nell’11-16% in quelle che sono state sottoposte al cesareo, parto che non comporta lo stesso sforzo fisico di un parto spontaneo. 

La presenza di emorroidi in gravidanza, comunque, non è in genere invalidante e non dovrebbe suscitare particolare preoccupazione dal momento che non provoca complicanze gravi. In ogni caso è bene affrontare il problema per evitare di creare uno stato di ansia in un momento già di per sé molto delicato come è quello dell’attesa e del post parto.

Emorroidi in gravidanza: tutti i rimedi

«Tendenzialmente la terapia delle crisi emorroidarie in gravidanza deve rimane conservativa e prevede quindi una serie di accorgimenti utili a tenere sotto controllo il problema e attenuare le sensazioni di fastidio e di dolore» commenta l’esperto. Ecco qualche consiglio in merito.

  • Incrementare la quantità di fibre assunte con la dieta. E’ un modo semplice ma efficace per contrastare la stitichezza. Largo quindi sulla tavola a frutta e verdura, sia crude che cotte, cereali integrali e legumi.
  • No ai cibi astringenti e irritanti: attenzione a tutto quanto può supportare l’infiammazione come insaccati, spezie piccanti, cioccolato, tè e caffè in eccesso, pietanze molto grasse e fritte.
  • Mantenere un’adeguata idratazione. Anche bere con regolarità, acqua e tisane se piacciono, è utile per favorire il transito intestinale.
  • Ricorrere agli integratori. Si tratta di prodotti specifici per contrastare la stitichezza che possono essere assunti su consiglio e sotto controllo del medico evitando sempre il fai da te.
  • Evitare il più possibile la sedentarietà. E’ una delle ragioni della stitichezza. Non si tratta in ogni caso di impegnarsi in attività sportive decisamente poco indicate con il pancione: basta cercare di muoversi un po’, camminando a passo spedito se il fisico lo consente o semplicemente camminando. Un’attività quest’ultima che può tranquillamente accompagnare le giornate di una mamma in attesa fino al giorno del parto.
  • Controllare il peso. Una crescita ponderale eccessiva aumenta le probabilità di emorroidi in gravidanza.
  • Non attardarsi eccessivamente in bagno. Meglio non prolungare troppo l’atto defecatorio perché questo può risultare irritante e infiammare le emorroidi.
  • Fare frequenti semicupi caldi dopo le evacuazioni. E’ un gesto semplice, ma che può essere utile per alleviare la sensazione dolorosa.
  • Dormire su un fianco. E’ una precauzione da adottare soprattutto nel terzo trimestre quando la pressione meccanica del feto rappresenta la causa maggiore della comparsa e dell’aggravarsi delle emorroidi. Dormendo di lato, meglio se sul lato sinistro, si evita che il nascituro comprima la vena cava peggiorando la congestione delle emorroidi.
  • Usare pomate specifiche. Non sono controindicate né in gravidanza né dopo il parto. Si possono scegliere preparazioni a base di sostanze naturali calmanti come l’amamelide, l’aloe e l’ossido di zinco oppure di protettivi dei capillari, sempre di derivazione naturale, come i flavonoidi (per esempio la diosmina presente negli agrumi e nella ruta), gli estratti di ippocastano, la bromelina. Queste ultime sostanze sono presenti anche in integratori per bocca che possono essere suggeriti e assunti sotto controllo del medico. Da tenere presente che molti frutti, in particolare i frutti di bosco, contengono sostanze dalle proprietà antinfiammatorie e protettive contro la fragilità capillare, di cui si può fare tesoro per ridurre il gonfiore e il fastidio delle emorroidi in gravidanza.

«Per quanto riguarda la chirurgia, questa viene generalmente rimandata alla fine della gestazione» spiega l’esperto. Questo anche perché spesso le emorroidi rientrano spontaneamente dopo la nascita del piccolo. «Tuttavia, in casi selezionati, è possibile ricorrere anche durante la gravidanza a interventi chirurgici mini-invasivi che non richiedono anestesia generale e che non provocano postumi dolorosi o severe complicanze potenziali. Tra questi va annoverata anche la dearterializzazione emorroidaria con laser, intervento che viene generalmente eseguito senza anestesia e che ha un bassissimo rischio di complicanze».

 
 
 

In breve

Le emorroidi sono un problema che interessa circa l’80% delle donne in gravidanza e dopo il parto. Si tratta di un disturbo fastidioso, ma che non deve preoccupare più di tanto. Alcuni piccoli accorgimenti, dalla dieta al movimento, dal controllo del peso all’uso di pomate specifiche, possono aiutare a tenere sotto controllo il dolore e a fare in modo che le emorroidi risultino meno invalidanti.

 

 

 

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