Cordocentesi o funicolocentesi – 19-23 settimana di gravidanza

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 13/01/2015 Aggiornato il 03/02/2020

Non è un controllo di routine ma viene eseguito soltanto dopo che sono emerse delle anomalie nello sviluppo del feto. Oggi si esegue raramente

Cordocentesi o funicolocentesi – 19-23 settimana di gravidanza

La cordocentesi

Detta anche funicolocentesi, consiste in un prelievo di sangue eseguito, nei casi in cui se ne riveli la necessità, sul cordone ombelicale a partire dalla 20a settimana di gravidanza. Si effettua sotto controllo ecografico e richiede quindi due operatori: un ecografista e un medico che esegue il prelievo. Una volta visualizzato il cordone ombelicale con l’ecografia, il prelievo dura pochi minuti, non comporta la necessità di anestesia e non è dolorosa. Il cordone ombelicale è raggiunto attraverso la pancia della futura mamma con un ago sottile e, dopo l’esame, la futura mamma deve rimanere in osservazione per qualche ora.

Si tratta di una tecnica invasiva, che comporta un rischio di aborto spontaneo pari a circa 1 caso su 150 ed è per questo che l’esame non si effettua di routine, ma solo in determinati casi. Può essere proposto, per esempio, quando l’ecografia morfologica ha evidenziato delle anomalie che si riscontrano con maggior facilità nei bambini affetti da sindrome di Down e, quindi, si voglia approfondire con un esame il sospetto, anche se ormai come test ne esistono altri, come villocentesi e amniocentesi, che hanno rischio di aborto inferiore. Si ricorre alla cordocentesi, ormai sempre più raramente, per motivi diversi dalla diagnosi prenatale: per esempio, in caso di ritardo di crescita intrauterina del feto o di un’infezione contratta dalla futura mamma in gravidanza. Questo esame è prescritto anche quando si sospettino alcune specifiche infezioni del feto (ad esempio, toxoplasmosi e rosolia) o malattie del sangue (ad esempio, la malattia emolitica fetale) rilevabili solo attraverso questo esame.

La cordocentesi può essere prescritta, talvolta, anche per somministrare farmaci o fare trasfusioni di sangue al feto tramite il cordone ombelicale.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Passaggio dal nido alla scuola materna un po’ prima del tempo: sì o no?

15/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Luisa Vaselli

L'opportunità di anticipare il passaggio dal nido alla scuola materna va valutata tenendo conto di numerose variabili, tra cui il temperamento del bambino e la sua capacità di adattamento.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti