L’ecografia permette di sapere molte cose su come sta procedendo la gravidanza. Fa sapere se l’embrione è localizzato nell’utero, indaga le condizioni della placenta e dell’utero stesso, permette di ascoltare il battito del feto, scopre eventuali anomalie a carico di organi del bambino (che oggi possono essere curate subito dopo la nascita o addirittura quando il piccolo è ancora nell’utero), valuta la qualità del liquido amniotico che avvolge il bambino, un parametro importante soprattutto verso la fine della gravidanza.
La prima ecografia si effettua tra l’11a e la 13a settimana di gravidanza. È del tutto gratuita (non si paga nemmeno il ticket se eseguita in un centro pubblico o convenzionato con il Servizio sanitario nazionale). Questo controllo serve in primo luogo ad assicurarsi che la donna sia realmente in attesa e che l’embrione si trovi all’interno dell’utero e non si stia invece sviluppando all’interno di una tuba (si tratta della cosiddetta “gravidanza extrauterina” ). Distingue insomma tra gravidanza “evolutiva”, ossia che continuerà, e gravidanza che è invece, purtroppo, destinata a interrompersi. Inoltre, permette di ascoltare il battito cardiaco fetale. Si può anche scoprire se il bambino è uno solo o se si tratta di gemelli. Infine, basandosi su alcuni parametri come la lunghezza del feto, l’ecografia può stabilire la data presunta per il parto, incrociando il dato con il giorno dell’ultima mestruazione della donna.
Tra la 19a e la 23a settimana di gravidanza si esegue l’ecografia morfologica, considerata anche la più emozionante. Anche in questo caso l’esame è gratuito (non si paga nemmeno il ticket se eseguito in un centro pubblico o convenzionato con il Servizio sanitario nazionale). Serve a verificare il regolare sviluppo del feto. In quest’occasione può essere anche possibile vedere il sesso del nascituro. L’ecografia controlla il battito cardiaco del feto e i suoi movimenti, segnale di benessere. Valuta anche nel minimo dettaglio la crescita del bambino: la struttura e le dimensioni del cuore, il sistema nervoso (per escludere difetti seri come la spina bifida), lo sviluppo di polmoni, reni e vescica. Viene esaminata anche la placenta, che deve trovarsi in una posizione regolare e non essere posta davanti all’apertura dell’utero: in questo caso si parla di placenta previa, una condizione che può causare sanguinamenti e ostacolare il parto. Infine, controlla la quantità e la qualità del liquido amniotico.
Quella del terzo trimestre è l’ultima ecografia a carico del Servizio sanitario nazionale (quindi è gratuita se eseguita in un centro pubblico o convenzionato). Si esegue intorno alla 32a settimana e serve a riconfermare quanto già rilevato con la morfologica. Valuta infatti la corretta crescita del feto, la quantità e la qualità di liquido amniotico, il flusso di sangue a livello del cordone ombelicale e delle arterie del cervello. Inoltre, visualizza gli organi (in particolare cuore, reni, cervello) per identificare eventuali malformazioni che possono essere sfuggite alla morfologica. Infine, fa vedere se il bambino è già in posizione cefalica (e quindi pronto per il parto) o se si presenta di piedi o di sederino (nel qual caso è necessario il cesareo). Anche questa ecografia rappresenta un momento di grande emozione per i genitori perché si tratta dell’ultima occasione di vedere il proprio bambino all’interno del grembo materno, prima che, dopo poche settimane, venga alla luce.
Se il bambino tarda a nascere è necessario effettuare un’altra ecografia per tenere sotto controllo la placenta, che è ormai “invecchiata”, il liquido amniotico e, soprattutto, lo stato di benessere del bambino.
Intorno alla 11a-13a settimana di gestazione, viene eseguita l’ecografia della translucenza nucale, spesso in associazione a un test del sangue della mamma per il dosaggio di due sostanze prodotte dalla placenta (l’organo che nutre e ossigena il feto): la free beta-HCG (la frazione libera dell’ormone HCG, la gonadotropina corionica) e la PAPP-A (una proteina). Valori alterati del sangue e parametri ecografici non nella norma potrebbero indicare un rischio aumentato di anomalie cromosomiche del feto.
In sintesi
L’ecografia sfrutta l’azione degli ultrasuoni, onde sonore non percepibili dall’orecchio umano. Se un organo ha una densità bassa, cioè è liquido, gli ultrasuoni vengono assorbiti. Se, invece, un organo o una formazione sono molto densi, gli ultrasuoni vengono rimbalzati. L’eco degli ultrasuoni, a questo punto, viene registrata da una speciale apparecchiatura che li trasforma in immagini a video, che compaiono su un monitor. Queste immagini possono essere di colore bianco, nero o in varie sfumature di grigio. Gli ecografi di ultima generazione riescono a produrre anche immagini in tre dimensioni, addirittura con sfumature di colore che mimano quelle naturali del bambino all’interno dell’utero. L’ecografia in 3D, disponibile in molti centri di maternità e ambulatori privati, permette una maggiore accuratezza nell’indagine.
L’ecografia in gravidanza può essere eseguita per via addominale oppure per via transvaginale. In entrambi i casi è opportuno avere la vescica piena, in quanto il liquido presente in vescica permette una migliore propagazione degli ultrasuoni e quindi l’operatore riesce a visualizzare al meglio l’utero e il feto. In genere, la prima ecografia è transvaginale, le altre due invece sono addominali, ossia con la sonda appoggiata sul pancione.
Fonti / Bibliografia
- Gravidanza extrauterina - Fondazione Ospedale Isola Tiberina - Gemelli Isola ETSCon il termine gravidanza extrauterina (o ectopica) si indica una gravidanza in cui l’impianto dell’embrione si verifica al di fuori dell’utero, dell’endometrio e della cavità uterina. L’impianto avviene a livello della cervice, delle tube, dell’ovaio o della cavità addominale o pelvica. Le più frequenti sono le gravidanze tubariche. Nel 50% dei casi l’impianto tubarico è...
- gravidanza, movimenti fetali, monitoraggio, | NEWS | ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda
- Translucenza nucale, cosa fare se il rischio è alto? - Humanitas Medical CareDurante la gravidanza, per individuare le probabilità di anomalie cromosomiche, la futura mamma può essere sottoposta a diversi test, come la translucenza nucale. Un esame non invasivo che viene eseguito mediante un’ecografia, insieme ad un prelievo di sangue (test combinato). La translucenza nucale non ha un valore fisso, la sua misurazione si modifica al variare […]