Sindrome di Down: allo studio un nuovo test diagnostico

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 06/06/2014 Aggiornato il 06/06/2014

Per la sindrome di down si sta valutando l’efficacia di un nuovo test poco traumatico in grado di identificarla precocemente. Ecco come funziona

Sindrome di Down: allo studio un nuovo test diagnostico

Al momento, gli unici esami che permettono di scoprire con certezza se il feto ha la sindrome di Down sono la villocentesi e l’amniocentesi. In futuro, però, le cose potrebbero cambiare. Infatti, un gruppo di ricercatori italiani, della Fondazione Cutino di Palermo, sta verificando l’attendibilità e l’efficacia di un nuovo test diagnostico non invasivo, chiamato celocentesi.

Una scoperta italiana

La celocentesi è un’innovativa metodica di diagnosi prenatale, messa a punto dalla Fondazione Cutino, con la collaborazione dell’Ematologia dell’ospedale “Cervello” di Palermo. Si sta studiando la sua efficacia per la sindrome di Down.

Per via transvaginale

Il test, che va eseguito fra la settima e la nona settimana di gestazione, consiste nel prelievo di un campione di liquido celomatico. Si tratta di un liquido che nelle prime settimane di gravidanza avvolge il sacco amniotico, per poi scomparire successivamente. In pratica, tramite un sottile ago introdotto per via transvaginale, si preleva il materiale che viene poi analizzato in laboratorio. I macchinari permettono di isolare le cellule embrionali e di analizzare il loro Dna, alla ricerca di eventuali anomalie genetiche.

Era nato per la diagnosi della talassemia

Inizialmente, il test era nato non per la sindrome di Down, ma per individuare i feti colpiti da talassemia, una malattia ereditaria che comporta anemia. Ora, però, si stanno studiando altre possibili applicazioni. In particolare, grazie al progetto “Sistema di purificazione di cellule fetali per indagini prenatali precoci” finanziato dall’Assessorato alle attività produttive, la Fondazione Cutino e altri Enti nazionali stanno conducendo delle ricerche per verificarne l’attendibilità anche nella diagnosi della sindrome di Down e di altre malattie cromosomiche.

La situazione attuale

Per ora, la celocentesi per la talassemia è eseguita solo presso il reparto di Ematologia II, diretto dal dottor Aurelio Maggio, dell’ospedale “Cervello” di Palermo. Fornisce risultati certi al 100% già dal secondo mese di gravidanza. “Anticipare i risultati al 2° mese consente di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza e non all’aborto terapeutico, con un beneficio per la donna sia fisico che emotivo. Ma l’aborto non è la sola prospettiva. La diagnosi così precoce apre la strada a interventi terapeutici in utero. Questa è la direzione verso cui lavoriamo” ha spiegato Aurelio Maggio.

In breve

NON SI PERFORA L’ADDOME

La celocentesi pur essendo invasiva, non comporta la perforazione della parete addominale come l’amniocentesi e la villocentesi. Per questo, sembra meno traumatica per il feto e in futuro potrebbe diventare l’esame di prima scelta per la diagnosi precoce della sindrome di Down. 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti