Il tampone vaginale: a cosa serve e come si effettua

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 13/01/2015 Aggiornato il 06/03/2015

Il tampone vaginale non è un esame di routine, ma viene prescritto spesso intorno a quest'epoca per accertare la presenza nella vagina di particolari batteri, che possono provocare infezioni locali

Tritest, amniocentesi e cordocentesi

In gravidanza è molto importante prevenire le infezioni vaginali, che potrebbero risalire nell’utero e svilupparsi anche al suo interno, creando seri problemi per il feto. L’esame consiste in un semplice esame di laboratorio, che si effettua analizzando le sostanze prodotte dalla vagina.

Viene prescritto quando le perdite vaginali bianche, che entro certi limiti rappresentano un fenomeno normale, hanno consistenza, colore o odore diversi dal solito o sono accompagnate da prurito o bruciore. Non bisogna, invece, preoccuparsi se le secrezioni vaginali sono solo più abbondanti.

In che cosa consiste

 

Il ginecologo preleva le sostanze secrete dalla vagina utilizzando uno strumento, costituito da un apposito bastoncino che termina con un piccolo tampone. Il materiale viene poi consegnato al laboratorio di analisi, dove vengono fatti proliferare i microrganismi eventualmente presenti sul tampone.

A questo punto si procede all’analisi vera e propria, che permette di stabilire se tra i microbi che proliferano sul tampone vi sono batteri in grado di provocare un’infezione. Se il risultato è positivo (vi sono cioè germi dannosi), occorre eseguire anche l’antibiogramma, un esame utile per stabilire qual è l’antibiotico più indicato per eliminare lo specifico batterio evidenziato con il tampone vaginale.

Se il tampone viene prescritto dal medico, è previsto comunque il pagamento di un ticket (cui se ne deve aggiungere un altro se bisogna fare anche l’antibiogramma).

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