Una buona notizie per le donne in gravidanza afflitte da nausea e vomito: il farmaco più assunto comunemente come anti-nausea in gravidanza, (la metoclopramide) non è associato a un aumento del rischio di malformazioni maggiori congenite né aborto spontaneo. È quanto riporta la rivista medico-scientifica internazionale Jama, basandosi su uno studio condotto da Bjorn Pasternak dello Statens Serum Institut in Danimarca. La ricerca danese ha preso in esame oltre 40mila donne trattate con il farmaco anti-nausea a base di metoclopramide nelle prime settimane di attesa. Ebbene, non sono emersi aumenti dei tassi di parto pretermine, di basso peso alla nascita e né diminuzione della crescita fetale associata all’uso del farmaco.
Una molecola usata da anni
Il metoclopramide è il farmaco anti-nausea per eccellenza. Si tratta di un antiemetico (inibisce il riflesso del vomito) e gastroprocinetico (stimola e coordina la motilità del tratto superiore dell’apparato digerente). In particolare favorisce lo svuotamento dello stomaco e diminuisce il reflusso dal duodeno nello stomaco e nell’esofago. Da anni è anche usata per il trattamento della nausea e del vomito durante la gravidanza.
L’invito è alla prudenza
In Italia e in molti altri Paesi, tuttavia, l’uso di metoclopramide nel primo trimestre di gravidanza resta controindicato. Per un eventuale utilizzo nelle fasi successive della gravidanza si deve tenere presente che i prodotti antiemetici, in generale, devono essere impiegati soltanto nei casi di particolare gravità e sempre solo se prescritti dal ginecologo. La metoclopramide, infine, è escreta nel latte materno e pertanto se ne dovrebbe evitare l’utilizzo durante l’allattamento al seno.