Inquinanti in gravidanza: QI più basso per i bebè

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta Pubblicato il 26/02/2020 Aggiornato il 26/02/2020

Gli inquinanti in gravidanza, come piombo e mercurio, possono comportare danni a livello cerebrale già a partire dalla gestazione e influire sul quoziente intellettivo dei piccoli

Inquinanti in gravidanza: QI più basso per i bebè

Si chiamano ritardanti di fiamma: a dispetto del loro nome poco comune sono invece molto diffusi, poiché si usano in diversi prodotti che si trovano in commercio, come tessuti, vestiti e dispositivi elettronici. E insieme ai pesticidi, al piombo e al mercurio rappresentano quattro tra gli inquinanti più pericolosi per la salute umana. Uno studio pubblicato su Molecular and Cellular Endocrinology  ricercatori della New York University: guidati da Abigail Gaylord ha messo in evidenza come nei soli Stati Uniti questi inquinanti in gravidanza abbiano fatto perdere in 15 anni oltre 18 milioni di punti di quoziente intellettivo (QI) ai bambini che vi sono stati esposti mentre erano in utero.

La ricerca su inquinanti e QI

Grazie ai dati raccolti per una ricerca condotta a livello nazionale, i ricercatori hanno potuto esaminare i dati dei bambini nati tra il 2001 e il 2016 negli Usa e di riscontrare eventuali effetti negativi a livello cerebrale dovuti all’esposizione a quattro inquinanti in gravidanza – piombo, mercurio, pesticidi e ritardanti di fiamma – noti per il loro effetto negativo sul cervello. Dai dati raccolti è emerso che le sostanze inquinanti esaminate hanno causato la perdita di 18 milioni di punti di quoziente intellettivo (QI), passando dai 27 milioni di punti di QI nel 2001  a 9 milioni di punti di QI nel 2015-2016.

Disabilità intellettive nei bambini

Nella loro indagine i ricercatori hanno scoperto che il contatto quotidiano con queste sostanze inquinanti durante i 16 anni di durata dello studio ha provocato circa 1.190.230 casi di qualche forma di disabilità intellettiva, per un costo economico per gli Stati Uniti che si aggira intorno ai 7,5 trilioni di dollari tra perdita di produttività economica e altri costi sociali.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Poiché purtroppo l’esposizione a questi prodotti chimici persiste nonostante la messa a punto di normative più stringenti, gli esperti affermano che è possibile limitare alcuni degli effetti negativi di queste sostanze evitando l’uso di prodotti per la casa o alimenti che li contengano.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti