Melanoma in gravidanza: cosa c’è da sapere

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 28/01/2021 Aggiornato il 28/01/2021

Il melanoma in gravidanza è uno dei tumori più frequenti durante la gestazione. Per questo, è bene imparare a conoscerlo

Melanoma in gravidanza: cosa c’è da sapere

La maggior parte di noi associa la parola gravidanza a immagini e pensieri positivi e gioiosi. Certo, i futuri genitori possono nutrire anche qualche preoccupazione, per esempio in merito alla salute del feto e al corretto accrescimento, ma in generale a prevalere sono sentimenti ottimistici. Eppure, anche se in una percentuale limitata di donne, proprio in gravidanza possono comparire delle malattie, come il melanoma, un tumore della pelle. A ricordarlo sono gli esperti dell’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI).

È molto diffuso

Il melanoma in gravidanza rappresenta il 30% di tutti i tumori solidi maligni che compaiono nei nove mesi ed è la seconda neoplasia per frequenza diagnosticata durante l’attesa. Si tratta di un tumore che ha origine dalla trasformazione dei melanociti, le cellule che si trovano nello strato basale dell’epidermide e hanno il compito di produrre la melanina, il pigmento che protegge la pelle dal sole e ne permette l’abbronzatura. Esso può insorgere sulla pelle sana o, più spesso, su un neo già presente (un neo è un accumulo benigno di melanociti).

Può comparire anche dopo il parto

Il melanoma associato alla gravidanza può comparire sia durante i nove mesi sia subito dopo. “Come abbiamo evidenziato da una recente revisione, si definisce melanoma associato alla gravidanza un melanoma insorto durante la gestazione o entro i 12 mesi successivi al parto o aborto. Si considera, infatti, che i tumori diagnosticati nel primo anno dopo il termine dello stato interessante siano correlabili alla gestazione stessa” ha spiegato Enrica Teresa Tanda, oncologa presso l’IRCCS Policlinico San Martino di Genova.

A oggi, non si conoscono ancora i meccanismi alla base del melanoma associato alla gravidanza. Si pensa, però, che un ruolo importante sia giocato dalle alterazioni ormonali tipiche della gestazione e in particolare dall’aumento degli estrogeni(), che portano a una maggiore attività melaninica. 

I fattori di rischio

Le donne più a rischio sono quelle:

– appartenenti ai fototipi I e II, cioè con capelli rossi o biondi e occhi verdi o azzurri e pelle chiara,

– con la sindrome del nevo displastico, caratterizzata dalla presenza di più di 100 nei, di uno o più nei di diametro maggiore di 6 mm e di uno o più nei displastici;
– con una storia familiare di melanoma;
– che in passato hanno subito un’asportazione di nevi displastici;

– che hanno una gravidanza tardiva.

Avere nei sul ventre e sulle altre parti del corpo che in gravidanza tendono a modificarsi, invece, non è un fattore di rischio. È bene, comunque, far valutare da un dermatologo le modificazioni dovute allo stiramento della pelle.

L’importanza della diagnosi precoce

Per prevenire e combattere il melanoma associato alla gravidanza è essenziale la diagnosi precoce. Ecco perché gli esperti consigliano di fare una visita dermatologica a inizio gestazione, ascoltando poi tutte le indicazioni dello specialista.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Le donne che hanno avuto un melanoma sottile possono avere un figlio, ma devono essere seguite attentamente.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Aborto spontaneo: dopo quanto si può cercare un’altra gravidanza?

18/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'ovulazione si verifica 30 giorni dopo un aborto spontaneo ed è possibile concepire anche in questa circostanza senza che vi siano rischi di un qualsiasi tipo.  »

TSH del neonato: va controllato nel tempo se la madre è ipotiroidea?

18/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Gianni Bona

Se il bambino è nato a termine e se dallo screening neonatale non è emerso nulla, non è necessario fare ulteriori controlli.  »

Cisti del plesso corioideo individuata dall’ecografia: meglio fare altre indagini?

13/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Le cisti del plesso corioideo isolate, ossia non associate ad altre anomalie ecografiche, sono considerate varianti normali, senza effetti sullo sviluppo neurologico o intellettivo del bambino: nella maggior parte dei casi, scompaiono spontaneamente tra la 26ª e la 32ª settimana di gestazione. Quando...  »

Mamma bianca con occhi chiari, papà nero con occhi scuri: che occhi avrà il bambino?

11/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Una coppia formata da un genitore con gli occhi scuri e da un genitore con gli occhi chiari avrà molto più facilmente un bambino con occhi scuri. A meno che gli ascendenti del primo genitore non abbiano occhi chiari, eventualità che per le persone di pelle scura è davvero rara.  »

Fai la tua domanda agli specialisti