Disturbi e fastidi nel quinto mese di gravidanza

Patrizia Masini A cura di Patrizia Masini Pubblicato il 14/02/2019 Aggiornato il 15/02/2019

Via via che la gravidanza procede possono comparire vari fastidi, in parte legati al normale andamento della gestazione, in parte allo stato emotivo della futura mamma

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Durante il quinto mese di gravidanza, si manifestano prevalentemente questi fastidi: gambe pesanti, pressione bassa, anemia, insonnia, mal di schiena, perdite vaginali

Gambe pesanti

Intorno al quinto mese di gravidanza può succedere più facilmente che le gambe diventino dolenti, gonfie e pesanti. Questa sensazione è dovuta alla stasi venosa: il sangue cioè fa più fatica a risalire dalle parti periferiche verso il cuore e tende a ristagnare all’interno delle vene, le cui pareti cedono e si rilassano. Quando la circolazione sanguigna rallenta, però, subentra un circolo vizioso: maggiore è la stasi venosa, infatti, maggiore risulta lo sfiancamento (cioè l’indebolimento e la dilatazione) delle pareti delle vene e, quindi, sempre più lenta è la risalita del sangue verso il cuore. Si può arrivare così all’insufficienza venosa, una malattia delle gambe caratterizzata da senso di pesantezza, gonfiori, capillari dilatati (riconoscibili come segni rosso-bluastri) e spesso vene varicose (vene visibili e in rilievo).

 Che cosa fare

1 Dormire con le gambe sollevate: è sufficiente infilare un cuscino sotto il materasso all’altezza dei piedi per favorire il ritorno del sangue verso il cuore.

2 Evitare le posizioni sbagliate, come tenere le gambe accavallate da sedute (in questa posizione, infatti, si comprimono le vene, ostacolando la circolazione) o stare a lungo in piedi.

3 Fare qualche esercizio di ginnastica: molto utile per la circolazione è, per esempio, fare lunghe passeggiate ogni giorno o, sdraiata su un tappetino, eseguire il movimento della bicicletta. Un esercizio indicato per chi sta a lungo in piedi è alzarsi sulle punte e molleggiare per qualche secondo, riappoggiando poi la pianta del piede sul pavimento.

 Pressione bassa

Per ipotensione o pressione bassa si intendono valori inferiori a quelli ritenuti nella norma, che sono compresi tra 70 mmHg (millimetri di mercurio) e 90 mmHg per la minima e tra 120 mmHg e 140 mmHg per la massima. Durante la gravidanza, tuttavia, è normale soffrire di abbassamenti di pressione, tanto che questo valore viene tenuto sotto controllo in occasione delle visite periodiche dal ginecologo. Nel secondo trimestre, in particolare, i vasi sanguigni si dilatano a causa sia dell’elevato livello degli ormoni della gravidanza (estrogeni e progesterone) sia della produzione di calore da parte del feto. Questa dilatazione dei vasi fa incontrare meno resistenza al sangue e lo fa scorrere con più facilità, determinando un ulteriore abbassamento della pressione, che si manifesta con capogiri e, talvolta, svenimenti.

 Che cosa fare

1 Consumare cibi ricchi di potassio, un minerale fondamentale per mantenere regolare la pressione. Ne sono particolarmente ricchi i kiwi, le pesche, i pomodori, le albicocche, le banane e le patate.

2 Sedersi e respirare profondamente quando ci si sente affaticate o si ha la sensazione di svenire. Può essere d’aiuto anche mangiare una caramella o succhiare una liquirizia (che ha l’effetto di alzare la pressione) oppure bere un bicchiere di acqua zuccherata.

3 Evitare di soggiornare in ambienti molto caldi, in quanto possono favorire un abbassamento ulteriore della pressione. Per lo stesso motivo, in gravidanza non sono indicati i bagni troppo caldi e le saune.

 Il rimedio dolce

Per contrastare la pressione bassa, è possibile ricorrere anche all’aiuto delle erbe. In particolare, può essere di beneficio l’utilizzo del macerato glicerinato di Quercus peduncolata (ossia la quercia): occorre diluirne 50 gocce in poca acqua da bere al mattino a digiuno. Altri rimedi, come il Ginseng e l’Eleuterococco, in genere consigliati per questo problema, non sono invece adatti durante la gravidanza.

 Anemia

La futura mamma può soffrire facilmente di una forma di anemia, detta sideropenica, dovuta a una carenza di ferro. Questo minerale è necessario alla formazione dell’emoglobina, una proteina contenuta nei globuli rossi che ha il compito di trasportare l’ossigeno ai vari tessuti dell’organismo. Durante la gravidanza, però, servono maggiori quantità di ferro (il fabbisogno aumenta di circa 10 mg al giorno rispetto alle normali necessità), per far fronte anche alle richieste del feto. Di conseguenza, si può avere un abbassamento dell’emoglobina nel sangue, facilmente evidenziabile attraverso un prelievo (detto emocromocitometrico). Il disturbo, che si manifesta con pallore, debolezza e spossatezza, è accentuato dal fatto che in gravidanza può verificarsi una diminuzione della concentrazione di emoglobina nel sangue, che risulta più diluita a causa dell’aumento di volume del sangue in circolo.

Che cosa fare

1 Consumare ogni giorno cibi ricchi di ferro, come la carne rossa e il pesce. Questo minerale è contenuto anche nei vegetali, ma in una forma meno assimilabile dall’organismo rispetto a quello presente negli alimenti di origine animale.

2 Farsi prescrivere un integratore di ferro dal ginecologo o dal medico di base, se la carenza di questo minerale è forte. Specialmente nelle donne che già soffrivano di anemia prima della gravidanza, la carenza può accentuarsi tra il secondo e il terzo trimestre quando le richieste di minerale da parte del feto aumentano.

 Insonnia

Anche nel secondo trimestre la futura mamma può continuare a soffrire di insonnia. In questa fase della gravidanza, la difficoltà a prendere sonno o i frequenti risvegli notturni possono essere provocati sia dai movimenti del feto, che spesso si percepiscono con maggiore intensità proprio durante la notte e possono far svegliare la futura mamma, sia dall’ingombro crescente del pancione che può ostacolare il riposo anche per il fatto di dover dormire in una posizione diversa da quella abituale. Infine, il sonno può essere disturbato anche da problemi che possono insorgere in questo periodo, come per esempio i bruciori di stomaco.

 Che cosa fare

1 Evitare di bere caffè o bibite eccitanti alla sera: queste sostanze possono interferire con il riposo notturno.

2 Attendere un paio d’ore dopo la cena prima di andare a dormire: in gravidanza, infatti, la digestione è più difficoltosa.

3 Non mangiare fritti o cibi troppo pesanti per cena: favoriscono i bruciori di stomaco e, di conseguenza, rendono più difficoltoso il sonno.

 Mal di schiena

I dolori della regione lombo-sacrale, cioè della parte bassa della schiena, possono presentarsi in ogni momento della gravidanza, ma in genere sono più frequenti a partire dal quinto-sesto mese, quando il pancione si fa più pesante e grava quindi maggiormente sulla colonna vertebrale. Tra le cause principali ci sono anzitutto i cambiamenti ormonali che avvengono nell’organismo della futura mamma in funzione del parto. In particolare, due ormoni (il progesterone e la relaxina) esercitano un’azione di rilassamento su tutta la muscolatura della donna. Di conseguenza, anche la colonna vertebrale, che non è esclusa da questo effetto di rilassamento generale, diviene meno tonica e rigida, finendo per risentire maggiormente dell’aumento di peso e degli eventuali sforzi e manifestando così il dolore. In secondo luogo, anche l’aumento di peso e la crescita progressiva del pancione incidono sulla postura della futura mamma, spingendola a inarcarsi (portando il bacino in avanti e le spalle all’indietro) e accentuando così i dolori.

 Che cosa fare 

È possibile prevenire i dolori di schiena scegliendo i movimenti più indicati per evitare di sollecitare in modo eccessivo i muscoli della colonna vertebrale. Ecco i principali.

-> per alzarsi da sdraiate: mettersi su un fianco, sedersi facendo leva sulle braccia e, spingendo le gambe oltre il bordo del letto, appoggiare i piedi sul pavimento e sollevarsi con l’aiuto dei muscoli delle cosce e dei glutei.

-> quando si sta a lungo in piedi: se si deve rimanere per tanto tempo in questa posizione, per esempio per stirare, occorre mantenere la schiena ben diritta evitando di inarcarla. È utile anche appoggiare i piedi (alternandoli uno alla volta) su un piccolo sgabello per scaricare in modo equilibrato il peso della colonna.

-> se si rifà il letto: occorre evitare di piegarsi sulla schiena, per non sollecitare troppo i muscoli della colonna; meglio quindi piegarsi sulle gambe, appoggiando un ginocchio a terra.

-> per sollevare un peso: occorre abbassarsi sulle gambe, tenendo il busto diritto, fino ad appoggiare un ginocchio sul pavimento, poi avvicinare l’oggetto a sé e rialzarsi senza inarcare la schiena.

-> quando si sta alla scrivania: è bene mantenere la schiena ben diritta e aderente allo schienale della sedia, con i piedi appoggiati a terra o, meglio ancora, su una pedana.

Aumento delle perdite vaginali

È normale che, con il progredire della gravidanza, aumenti anche la secrezione vaginale: si tratta della leucorrea, cioè perdite di colore biancastro causate dall’incremento della circolazione sanguigna in quest’area. Si tratta di un trasudato, cioè un liquido, della mucosa (il tessuto di rivestimento interno) che riveste l’utero. Nei nove mesi, infatti, si verifica un maggiore afflusso di sangue ai genitali per favorire la gravidanza stessa; tuttavia ciò determina una quantità maggiore di questo trasudato, che viene eliminato attraverso la vagina.

 Che cosa fare

-> Se le perdite sono bianche e inodori: è sufficiente curare normalmente la propria igiene intima, utilizzando detergenti con pH (grado di acidità) leggermente acido, cioè da 3,5 a 5,5, che rispetti quello naturale dell’ambiente vaginale.

-> Se le perdite hanno un colore giallastro o verdognolo oppure sono dense e maleodoranti: bisogna contattare il ginecologo, in quanto potrebbero essere la spia di un’infezione batterica, da curare con antibiotici prescritti dal medico.

 

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