Ospedali in Italia: dalla gravidanza al parto

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 06/05/2013 Aggiornato il 06/05/2013

Un’indagine di Cittadinanzattiva condotta su 50 ospedali in Italia ha fatto emergere ancora significative differenze tra regione e regione riguardo l'assistenza in gravidanza e il parto. Vediamo cosa è emerso per quanto riguarda l’assistenza in gravidanza fino al travaglio

Ospedali in Italia: dalla gravidanza al parto

L’attesa di un figlio è un momento magico nella vita di una coppia. Il rapporto con i servizi sanitari, invece, può essere molto meno felice. Gli ostacoli, infatti, che i futuri genitori possono trovare lungo il loro cammino, dall’avvio della gravidanza fino al parto, non sono pochi. E proprio questo cammino è al centro di una rilevazione, intitolata “Percorso nascita, indagine civica sulle prestazioni sanitarie. Focus sugli screening neonatali”, che è stata condotta  da Cittadinanzattiva in 51 ospedali in Italia (31 presidi ospedalieri, 12 Asl, 5 policlinici universitari, 2 strutture accreditate convenzionate, un istituto di ricovero e cura), differenti per numero di parti (da quelle con meno di 500 nascite all’anno a quelle che superano le 2.500). L’indagine ha riguardato ospedali in tutta Italia (il 30% al sud, un altro 30% alle isole, il 22% al centro e il 18% al nord) e ha monitorato in particolare l’accesso ai servizi sanitari ospedalieri, la continuità delle cure, il miglioramento della salute della donna e del nascituro (e quindi il parto in analgesia, il rooming in, l’allattamento al seno) e l’accesso alle procedure diagnostiche neonatali.

I tempi di attesa per gli esami nei 9 mesi

I tempi di attesa degli ospedali in Italia per accedere alle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale eroga gratuitamente alle donne incinte fino al parto (prima visita ginecologica, ecografia ostetrica ed ecografia morfologica) possono variare, anche sensibilmente, tra pubblico e intramoenia, ossia quelle prestazioni erogate dai medici e/o psicologi di una struttura sanitaria pubblica, al di fuori dell’orario di lavoro, che utilizzano gli ambulatori e gli strumenti diagnostici dell’ospedale stesso, a fronte del pagamento di una tariffa da parte del paziente. Ma non basta: grosse differenze ci sono anche nell’ambito della stessa Regione, persino tra realtà ospedaliere che hanno il medesimo numero di parti all’anno.

Da 1-2 giorni a 200 per un’ecografia

Prendiamo per esempio, i tempi di attesa per l’ecografia ostetrica: alcuni centri la garantiscono in 10-15 giorni, mentre in altre strutture l’attesa può arrivare fino a 90 giorni (o addirittura superare i 200 giorni!), quando cioè non ha più alcun senso diagnostico. In intramoenia, invece, le strutture riescono a erogarla in un arco di tempo che va da 1-2 giorni a un massimo di 10-15 giorni. Stessa “variabilità” per quanto riguarda un altro esame diagnostico, l’ecografia morfologica: nel “pubblico” si va da un minimo di 8 giorni di attesa a un massimo di 78 (nelle strutture con meno di 500 parti annuali), di 90 (nelle strutture con un numero di parti compreso tra 500 e 800) e di 104 giorni (nei centri con un più elevato numero di nascite).

epidurale solo se l’ora è “giusta”

Interessante anche il dato che emerge a proposito del parto in analgesia: se è vero che viene erogato nel 72 per cento dei punti nascita, solo le strutture con più di 2.500 parti all’anno garantiscono 24 ore su 24 il servizio di anestesia epidurale, mentre in quelle più piccole questa possibilità è garantita solo in un caso su 5. Come dire… anche per partorire sarebbe bene scegliere l’ora giusta!  Ma c’è di più: anche per l’erogazione dell’epidurale esiste una grande variabilità tra le regioni: la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia garantiscono il parto in analgesia in tutti i propri punti nascita, seguite dal Trentino con l’86,7 per cento e dalla Toscana con l’84,2 per cento. In fondo alla lista, invece il Molise, che non lo prevede in nessuno dei suoi punti nascita, e la Sicilia, che lo esegue nel 6,2 per cento dei suoi ospedali. La Calabria, la Campania e l’Abruzzo non superano la copertura del 30 per cento, mentre il Lazio è fermo al 38 per cento.

In breve

Ancora troppe differenze

Dall’indagine condotta da Cittadinanzattiva è emerso che ci sono ancora tante differenze tra gli ospedali dal punto di vista della qualità (e anche della tempestività) delle prestazioni offerte. E le strutture sanitarie più piccole sembrano avere i problemi maggiori…

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

EllaOne: si deve sospendere l’allattamento dopo averla presa?

14/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Antonio Clavenna

In effetti nel foglietto di accompagnamento della "pillola dei cinque giorni dopo" (principio attivo ulipristal) sta scritto di sospendere l'allattamento per sette giorni dopo averla assunta. In realtà non è necessario farlo.  »

Arteria ombelicale unica del feto

14/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

L'arteria ombelicale unica, se non è associata ad altri parametri, oggi non è più considerata un elemento che suggerisce di indagare sul cariotipo del feto.   »

Bimbo di 14 mesi che non vuole masticare

13/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Roberta Levi

In genere è intorno ai 12 mesi che i bambini sono abbastanza in grado di masticare, ma è tra i 18 e i 24 mesi che si arriva a masticare bene di tutto. Solo se a due anni il bambino ha ancora gravi difficoltà col cibo a pezzettini è opportuno discuterne con il pediatra.   »

Incinta di tre settimane: è tardi per prendere l’acido folico?

30/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Antonio Clavenna

Per poter contare sulla piena efficacia nel ridurre il rischio di difetti del tubo neurale del feto, l'assunzione quotidiana di acido folico deve iniziare almeno un mese prima del concepimento.  »

Fai la tua domanda agli specialisti