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Tutti conoscono quello da sdraiate o da sedute. In realtà, c’è una terza opzione: il parto in piedi. Come quello che ha scelto una donna salernitana di 41 anni, ricoverata nel reparto gravidanza a rischio dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”.
Il racconto della mamma protagonista
La donna ha dato alla luce un bimbo del peso di 3,475 chilogrammi stando in piedi. “Una sorpresa inaspettata in un sud con una sanità spesso in difficoltà” ha dichiarato la neomamma. “Durante il parto ho potuto trovare io le posizioni antalgiche più opportune. Ringrazio il direttore generale, donna e mamma, che ha consentito che ciò avvenisse creando gli ambienti idonei”.
Tanti benefici
In realtà, non si tratta di nulla di sorprendente. Il parto in piedi, benché poco praticato, è una delle possibili alternative a quello tradizionale. A fronte di qualche “contro”, offre notevoli vantaggi. Innanzitutto, consente alla mamma di avere un ruolo molto più attivo durante le varie fasi del travaglio. Inoltre, facilita la discesa del piccolo lungo il canale del parto e la dilatazione del collo dell’utero, accelerando i tempi. Non bisogna dimenticare, poi, che il rischio di lacerazioni è ridotto, poiché in questa posizione la testa del bebè non esercita pressioni sul perineo. Sembra, infine, che la posizione eretta diminuisca il dolore.
Poche controindicazioni
Occorre considerare, però, che il parto in piedi non consente il ricorso all’epidurale. Inoltre, è poco conosciuto e non tutte le strutture lo propongono o, comunque, non tutte accettano di farlo. Le donne interessate a questa modalità di parto dovrebbero informarsi in anticipo su ciò che comporta e sugli ospedali che lo effettuano. Anche vedere dei video può essere utile.