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Non è affatto raro che verso la fine dei nove mesi il bimbo sia podalico, ossia con le gambe o il sederino rivolti verso il canale del parto, cioè le strutture che il piccolo deve attraversare per nascere. In questi casi, il ginecologo può cercare di far girare il bimbo podalico, ricorrendo al rivolgimento per manovre esterne.
Se non è girato di testa
La posizione più adatta per il parto naturale vaginale è quella cefalica: il bebè è posizionato con il capo verso il basso e la testa è la prima parte che fuoriesce al momento della nascita. Infatti, è quella più sicura per la mamma e il suo bambino. Quando il bimbo è podalico, invece, ci possono essere più rischi, per questo se i controlli del terzo trimestre indicano che la posizione del feto è questa, spesso si programma un taglio cesareo.
Si esegue in ospedale
Prima che la gravidanza giunga al termine si può cercare di far girare il bebè podalico attraverso il rivolgimento per manovre esterne. In pratica, il ginecologo manipola esternamente l’addome della mamma, esercitando alcune pressioni, in modo da spingere delicatamente la testa del piccolo verso il basso e da indurlo a ruotare in posizione cefalica. La procedura viene eseguita in ospedale, sotto controllo ecografico e dopo somministrazione di farmaci in grado di bloccare per qualche ora le contrazioni.
Le complicazioni sono rare
Solitamente, il rivolgimento per manovre esterne viene eseguito intorno alle 36-37 settimane. A quel punto, infatti, è difficile che il piccolo si giri spontaneamente. In alcuni casi non può essere effettuato, per esempio se la mamma soffre di placenta previa (la placenta copre l’orifizio uterino) o se ha subito un cesareo. Le complicazioni sono rare e, comunque, possono essere affrontate con un taglio cesareo d’urgenza (ecco perché la manovra si esegue in ospedale). La manovra ha successo nel 50-70% dei casi.
In breve
BATTITO SOTTO CONTROLLO
Prima, durante e dopo il rivolgimento per manovre esterne viene effettuato un monitoraggio cardiotocografico, per controllare il battito cardiaco fetale. Se il bebè resta podalico, si deciderà con il ginecologo come procedere.