Cesarei in calo, ma solo in due regioni

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 14/02/2019 Aggiornato il 14/02/2019

Siamo lontani dagli standard proposti dall’Organizzazione mondiale della sanità: il numero di cesarei è ancora alto, nonostante qualche miglioramento molto circoscritto

Cesarei in calo, ma solo in due regioni

Solo due regioni italiane, Piemonte e Basilicata, hanno registrato un numero di cesarei in calo negli ultimi 20 anni. Il Piemonte nel 1998 era la prima regione italiana per percentuale di cesarei sul totale dei parti, con il 50% di interventi. Nelle restanti regioni italiane, invece, non solo il numero di cesarei è aumentato, ma è ben oltre i livelli consigliati dalle autorità competenti. Lo indica l’ampio rapporto Oasi 2018 redatto da Bocconi e Cergas.

Oltre i limiti fissati

Il numero di cesarei sul totale dei parti costituisce un indicatore utilizzato  per il monitoraggio dell’efficienza e appropriatezza dei Lea. La percentuale a livello regionale è valutata soddisfacente dal Comitato Lea se corrisponde a un valore inferiore al 30% dei parti totali, mentre l’Organizzazione mondiale della sanità è ancora più severa. Già nel 1985 fissava una soglia massima di 15 parti cesarei su 100 per periodo. Oggi solo alcune regioni rientrano negli standard ministeriali con meno di un terzo dei parti che si svolge tramite il cesareo e nessuna soddisfa le ambiziose soglie dell’Oms. In particolare, tutte le regioni del Nord, a eccezione della Liguria, rispettano l’indicazione ministeriale, mentre il Centro-Sud, tranne Toscana e Umbria, non rispetta la soglia. In Campania addirittura sei donne su 10 che hanno partorito nel 2016 hanno subito il cesareo, in Sicilia quattro su 10.

Lieve inversione di tendenza

La buona notizia è che dal 2010 stiamo registrando una leggera diminuzione nel numero di cesarei, passando dal 38,2% di otto anni fa al 24% di oggi, e siamo uno dei pochi Paesi europei dove il trend è in diminuzione, insieme a Germania, Francia, Spagna e Danimarca, mentre à generalmente in crescita in tutti gli altri Paesi. Purtroppo, però, ancora non basta: siamo comunque il terzo paese in Europa dopo Polonia e Ungheria per numero di tagli cesarei su 1.000 bambini nati vivi, il doppio di Svezia, Norvegia e Finlandia.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Uno dei problemi correlati all’eccesso di cesarei è la questione dei punti nascita. Quelli più piccoli andrebbero chiusi, per ottimizzare le risorse e consentire una migliore assistenza al parto naturale.  

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

L’influenza è pericolosa in gravidanza? Meglio fare il vaccino?

13/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Il vaccino antinfluenzale è fortemente raccomandato alle donne che aspettano un bambino, perché contrarre l'influenza in gravidanza può esporre a gravi rischi.   »

Incinta subito dopo un aborto spontaneo, ma l’embrione ha il battito lento

13/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Il fatto di rimanere incinta subito dopo aver subito un'interruzione spontanea della gravidanza esprime un'ottima fertilità di coppia, tuttavia non garantisce che tutto vada a buon fine.   »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Benzodiazepine assunte per dormire nella 30ma settimana di gravidanza

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Le benzodiazepine sarebbero proprio da evitare in gravidanza in quanto tendono a dare dipendenza farmacologica e crisi di astinenza sia alla mamma che al nascituro. Esiste a un farmaco migliore che agisce sullo stesso recettore delle benzodiazepine (quindi in modo analogo a Lorazepam) senza però dare...  »

Fai la tua domanda agli specialisti