Come funziona il rooming in

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 02/05/2013 Aggiornato il 02/05/2013

Nelle prime ore dopo la nascita, è importante che mamma e neonato stiano a stretto contatto, per prolungare il legame speciale che si è creato durante la gestazione. Per questo, in molti reparti di maternità è in funzione il servizio di rooming in

Come funziona il rooming in

Nei reparti maternità in cui si pratica il rooming in (dall’inglese “stare insieme in una stanza”), la mamma e il bambino hanno la possibilità di non essere separati, a parte subito dopo la nascita e quando il piccolo viene sottoposto ai normali controlli pediatrici. Per il resto del tempo che trascorrono in ospedale, la mamma e il bebè possono stare insieme giorno e notte. Si tratta di una filosofia molto diversa rispetto alla logica della nursery tradizionale, che prevede che i neonati stiano tutti insieme in un reparto, dove sono accuditi e cambiati dalle puericultrici e sono portati dalla mamma soltanto a orari fissi per la poppata. Anche nel caso del rooming in, comunque, la mamma può però scegliere in qualsiasi momento di far portare il bimbo alla nursery, sia di giorno sia di notte, se desidera riposare un po’.

Insieme sin dai primi istanti

Il rooming in inizia già in sala parto, quando il neonato viene appoggiato sul seno della mamma perché possa riconoscerla, avvertire il suo odore, sentirsi rassicurato e riscaldato. Dopo il taglio del cordone ombelicale, il piccolo viene portato via per qualche minuto in modo che il neonatologo possa sottoporlo alle visite di routine; l’ostetrica, poi, gli fa il bagnetto, gli mette il pannolino e lo porta dalla mamma. A questo punto, la donna e il piccolo vengono trasferiti nella loro stanza, dove la mamma può iniziare subito a occuparsi del bebè, attaccandolo al seno e imparando a cambiarlo e a vestirlo. Del resto, stare il più possibile vicini è un’esigenza del tutto naturale per la mamma e il bambino. Studi recenti hanno provato, infatti, che se viene appoggiato sul petto della madre nei primi istanti di vita, il neonato è in grado di spostarsi fino a raggiungere il seno e sa attaccarsi spontaneamente.

Le strutture necessarie

Gli ospedali più moderni e attrezzati offrono camere sufficientemente grandi per ospitare, oltre al letto della neomamma e alla culla, anche l’occorrente per occuparsi del bambino: un lavandino per pulirlo e il fasciatoio dove cambiarlo. Alcune strutture dispongono addirittura di uno spazio sufficiente per permettere a ogni donna di avere una stanza tutta per sé, per poter tenere sempre il bimbo accanto al suo letto senza timore di infastidire una compagna di stanza che, magari, ha appena partorito e desidera riposare. La possibilità di avere una stanza privata permette alla donna di avere accanto il compagno, che può aiutarla ad accudire il neonato e godersi i primi giorni di vita del piccolo assieme a lei.

In breve

INSIEME GIORNO E NOTTE

Per tutto il tempo in cui la neomamma e il suo bambino staranno in ospedale, avranno la possibilità di restare vicini. Un’esigenza assolutamente naturale, come dimostra il fatto che un neonato appoggiato sul petto della mamma si “arrampica” fino a raggiungere il seno e attaccarsi da solo.

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