Con l’epidurale il travaglio dura di più?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 01/04/2014 Aggiornato il 01/04/2014

Un recente studio dimostra che le donne che optano per l’epidurale hanno un travaglio più lungo di circa tre ore rispetto a quelle che partoriscono senza “aiuti”

Con l’epidurale il travaglio dura di più?

Molte future mamme la considerano un’ancora di salvezza. L’analgesia epidurale, in effetti, è uno dei metodi più efficaci e sicuri per partorire senza dolore. Ma non è priva di effetti indesiderati. La conferma arriva da un recente studio, secondo cui questa pratica può allungare il travaglio fino a tre ore.

Lo studio su 42.268 mamme

Lo studio è stato condotto da un team di ricercatori americani della University of California di San Francisco, e pubblicato sulla rivista scientifica Obstetrics and Gynaecology. Ha riguardato 42.268 mamme. Tutte sono state invitate a rispondere a una serie di domande sul numero di gravidanze avute, i tipi di parto affrontati, la durata di ogni travaglio, il ricorso o meno all’epidurale. Non solo. Gli autori hanno anche analizzato le loro cartelle cliniche per raccogliere ulteriori dati relativi al parto, in particolare alla seconda metà del travaglio.

Epidurale per quasi la metà delle mamme

Dall’analisi dei risultati raccolti, è emerso che circa la metà del campione ha ricevuto l’epidurale. Rientravano in questo gruppo sia donne al primo figlio sia donne che avevano già partorito. In tutti i casi, l’analgesia ha comportato un allungamento dei tempi. Per quanto riguarda il gruppo delle pluripare (donne che avevano già partorito), in quelle che si erano sottoposte all’epidurale, la seconda parte del travaglio è durata due ore e 55 minuti in più rispetto a quelle che avevano partorito senza aiuti. Nelle partorienti “novelle”, invece, il ricorso all’analgesia ha comportato un allungamento del travaglio di due ore e 19 minuti.

Parto meno doloroso ma più faticoso

Gli studiosi hanno concluso che l’epidurale riduce sì i dolori, ma comporta maggiore fatica, visto che dilata i tempi con cui il piccolo viene alla luce. È importante, dunque, che la gestante sia correttamente informata. 

In breve

LE ALTERNATIVE

L’epidurale non rappresenta l’unica soluzione per le donne che non vogliono rinunciare al parto vaginale, ma allo stesso tempo temono il dolore del travaglio e delle contrazioni. Esistono anche tecniche non farmacologiche, come il training autogeno, lo yoga o l’agopuntura. 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti