Dove partorire? Occhio al numero di parti dell’ospedale

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 15/05/2018 Aggiornato il 02/08/2018

Il numero di parti dell’ospedale dove partorire è un elemento importante da valutare, perché indice di affidabilità e sicurezza

Dove partorire? Occhio al numero di parti dell’ospedale

La scelta dell’ospedale dove partorire è un argomento che sta molto a cuore alle donne. Le autorità ministeriali hanno stabilito alcuni punti fermi che consentano di valutare l’affidabilità di una struttura. Il primo è il numero di parti dell’ospedale dove partorire. In base all’Accordo Stato Regioni del 2010, i punti nascita devono eseguire almeno 1.000 parti annui. I volumi di attività possono avere, infatti, un rilevante impatto sull’efficacia degli interventi e sull’esito delle cure, come dimostrato dalle evidenze scientifiche.

Non troppi cesarei

Oltre al numero di parti dell’ospedale dove partorire, un altro elemento importante è la giusta proporzione di tagli cesarei, indice di adeguatezza delle cure. Il parto cesareo rispetto a quello naturale comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino e dovrebbe essere effettuato solo in presenza di indicazioni specifiche. I valori massimi fissati dal ministero della Salute sono: 25%, per i punti nascita che effettuano più di 1.000 parti all’anno, e 15% per quelli che ne eseguono meno di 1.000.

Più virtuoso il Nord

In base al Programma Nazionale Esiti gestito dall’Agenas per conto del ministero della Salute del 2017, solo il 38% delle strutture effettua almeno i 1.000 parti annui richiesti: il 43% si trova al Nord, il 22% al Centro e il 34% al Sud. Di quelli che raggiungono la quota minima stabilita, solamente il 58% rispetta anche il valore di riferimento per quanto concerne la percentuale di tagli cesarei (che deve essere inferiore o uguale al 25%): il 63% si trova al Nord, il 19% al Centro e il 18% al Sud.

Italia maglia nera

Quanto alla quota annuale di cesarei, l’Italia è tra i Paesi europei che ne eseguono di più. Negli ultimi anni, però, la situazione è migliorata: i tagli cesarei primari sono passati dal 29% del 2010 al 24,5% del 2016, il che si traduce in 58.500 donne cui è stato evitato l’intervento. D’altra parte, resta un notevole divario tra Nord e Sud, con le regioni meridionali che faticano a rispettare i valori soglia fissati dalle autorità. È importante dunque tenere conto anche di questi aspetti, oltre che del numero di parti dell’ospedale dove partorire.

 
 
 

Da sapere!

A fronte del dato medio nazionale del 24,5% si osserva una notevole variabilità di cesarei anche all’interno delle stesse regioni, con valori per struttura che vanno dal 6% al 92%.

 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Aborto spontaneo: dopo quanto si può cercare un’altra gravidanza?

18/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'ovulazione si verifica 30 giorni dopo un aborto spontaneo ed è possibile concepire anche in questa circostanza senza che vi siano rischi di un qualsiasi tipo.  »

TSH del neonato: va controllato nel tempo se la madre è ipotiroidea?

18/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Gianni Bona

Se il bambino è nato a termine e se dallo screening neonatale non è emerso nulla, non è necessario fare ulteriori controlli.  »

Cisti del plesso corioideo individuata dall’ecografia: meglio fare altre indagini?

13/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Le cisti del plesso corioideo isolate, ossia non associate ad altre anomalie ecografiche, sono considerate varianti normali, senza effetti sullo sviluppo neurologico o intellettivo del bambino: nella maggior parte dei casi, scompaiono spontaneamente tra la 26ª e la 32ª settimana di gestazione. Quando...  »

Mamma bianca con occhi chiari, papà nero con occhi scuri: che occhi avrà il bambino?

11/08/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Una coppia formata da un genitore con gli occhi scuri e da un genitore con gli occhi chiari avrà molto più facilmente un bambino con occhi scuri. A meno che gli ascendenti del primo genitore non abbiano occhi chiari, eventualità che per le persone di pelle scura è davvero rara.  »

Fai la tua domanda agli specialisti