Epidurale: non modifica il travaglio

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 05/01/2017 Aggiornato il 05/01/2017

Chiarita una questione da tempo dibattuta: l'epidurale non modifica il travaglio, lo rende solo meno doloroso. Per questo va incentivata

Epidurale: non modifica il travaglio

Sì al parto con l’analgesia epidurale: non modifica il travaglio, che può essere vissuto appieno dalla futura mamma, ma allo stesso tempo riduce il dolore delle contrazioni, favorendo un maggiore benessere materno e, di conseguenza, del nascituro. È quanto stabilito dai medici britannici riuniti nel corso dell’ultimo meeting della Royal Society of Medicine.

Parto indolore: benefici per tutti

Secondo i medici britannici va sfatato il mito secondo cui un parto condotto in modo completamente naturale e senza l’ausilio di analgesici – e quindi doloroso – è il meglio che possa esserci sia per le mamme che per i bambini. Con l’epidurale, spiegano gli esperti britannici, la partoriente avverte le contrazioni ma non soffre: riesce così a respirare meglio e subisce un livello di stress inferiore, elemento particolarmente positivo soprattutto nel caso di donne con specifiche condizioni mediche come diabete e ipertensione. Le donne, affermano dunque gli esperti, dovrebbero tutt’altro che vergognarsi di voler partorire con questo piccolo “aiuto”.

Come funziona

L’analgesia epidurale non elimina del tutto le contrazioni durante il travaglio, bensì le rende percepibili in modo non doloroso, in modo che la donna risulti sempre attiva e partecipativa. Spiega Gaetano Draisci, direttore dell’Unità operativa complessa di anestesia in ostetricia e day surgery del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, “l’epidurale è una metodica sicura sia per la mamma sia per il bambino, è flessibile perché dà la possibilità di modulare l’analgesia ed è rispettosa delle dinamiche fisiologiche del travaglio”. La tecnica consiste nel posizionamento di un sottile cateterino nello spazio epidurale attraverso il quale, prosegue Draisci, “si iniettano i farmaci analgesici, il cui effetto ha inizio dopo circa 10 minuti e permane per tutta la durata del travaglio, senza compromettere la deambulazione e la partecipazione attiva nella fase espulsiva”. 

 

 

 
 
 

lo sapevi che?

L’effetto antidolorifico dell’epidurale si accompagna a un miglioramento della respirazione materna e conseguentemente a una migliore ossigenazione fetale. 

 

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti