Epidurale: vantaggi e consigli

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 07/05/2012 Aggiornato il 07/05/2012

L’analgesia epidurale permette alla donna di sentire molto meno i dolori delle contrazioni, pur restando vigile e attenta durante il travaglio 

Epidurale: vantaggi e consigli

L’analgesia epidurale, o peridurale, è una tecnica efficace per alleviare i dolori del parto. Il vantaggio dell’epidurale è aiutare la donna a sentire meno male durante le contrazioni pur lasciando inalterata la sua capacità di avvertirle e quindi restare vigile e attiva per tutta la fase del travaglio. Chi desidera avvalersi dell’epidurale deve innanzitutto richiederla presso l’ospedale scelto per partorire; quindi deve eseguire una visita preliminare dall’anestesista. Poiché si tratta di un atto medico, l’analgesia epidurale viene effettuata dopo la prescrizione di uno specifico consenso informato, in cui sono indicati benefici ed eventuali effetti collaterali.

Come “funziona”

L’epidurale è eseguita da un medico anestesista; la zona interessata dall’analgesia è la colonna vertebrale, nella parte bassa della schiena. La colonna ha al suo interno il canale vertebrale, nel quale è contenuto il midollo spinale, da cui hanno origine tutti i nervi, anche quelli che fanno percepire il dolore. Il midollo è protetto da tre membrane (le meningi) che lo avvolgono formando altrettanti strati. Attorno alla terza (la più esterna), la dura madre, si trova lo spazio epidurale (o peridurale), ed è qui che si inietta il farmaco analgesico che blocca gli stimoli dolorosi. La donna viene messa seduta o distesa su un fianco con la schiena leggermente incurvata. L’anestesista effettua una pre-anestesia tra la seconda e la terza vertebra lombare (o tra la terza e la quarta), all’altezza dei reni. Una volta resa insensibile la parte, lo specialista infila un ago un po’ più grande nello spazio epidurale attraverso cui viene introdotto un piccolo tubicino di plastica (detto cateterino) per somministrare l’anestetico, dosato a seconda del bisogno del momento. L’ago viene, quindi, tolto mentre il cateterino, fissato con un cerotto, resta posizionato per tutta la durata del travaglio, in modo da permettere alla donna di muoversi liberamente.
L’epidurale può essere eseguita solo a travaglio avviato: le contrazioni sono regolari, l’utero è dilatato di 4-5 centimetri e la testa del piccolo si trova già all’imbocco del canale del parto. L’effetto analgesico si fa sentire dopo 15-20 minuti.

Potrebbe dare qualche problema

L’epidurale (comunque controindicata per donne con disturbi alla colonna vertebrale, problemi di coagulazione del sangue, obese, allergiche o intolleranti ai farmaci impiegati per l’epidurale, affette da diabete gestazionale o ipertensione) ha pochi effetti collaterali. Gli analgesici iniettati non entrano nel circolo sanguigno, ma restano nello spazio epidurale; si tratta, quindi, di una tecnica sicura per il piccolo. Tuttavia, il nascituro potrebbe avere momenti di bradicardia (cioè rallentamento del battito cardiaco). La donna, invece, in certi casi, potrebbe avere un calo di pressione.
L’epidurale può comportare anche qualche piccolo fastidio subito dopo la sua somministrazione. In particolare, la donna potrebbe avvertire le gambe pesanti o un certo formicolio, avere difficoltà a urinare e sentire prurito nella zona dell’iniezione. Possibili anche mal di schiena e mal di testa, che però spesso scompaiono nel giro di poco tempo.

In breve

Parto indolore (o quasi) con l'epidurale

L’analgesia epidurale è un metodo efficace che consente alla donna in fase di travaglio di sentire meno dolore al momento delle contrazioni. La richiesta va fatta all’ospedale in cui si intende partorire, dovrà poi seguire una visita preliminare dall’anestesista e, trattandosi di un atto medico, può essere eseguita solo dopo che la gestante ha firmato il consenso informato.

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