Parto cesareo, c’è un’inversione di tendenza

Laura Raimondi A cura di Laura Raimondi Pubblicato il 06/02/2018 Aggiornato il 24/10/2019

Dal 2010 la percentuale di bimbi nati con parto cesareo è in costante diminuzione, stabilizzandosi al di sotto del 25%. Comunque siamo ancora lontani dal limite auspicato dall’Organizzazione mondiale della sanità

Parto cesareo, c’è un’inversione di tendenza

Sebbene l’Italia storicamente sia una delle nazioni europee con più alto numero di bambini nati parto cesareo, stiamo assistendo a una considerevole diminuzione di questa pratica, che si assesta oggi per la prima volta al di sotto del 25%.

La mappa cesarei

Come dimostrato dai dati diffusi dal Piano Nazionale Esiti, le differenze tra le varie regioni della penisola sono enormi: in alcune al Sud si arriva alla quasi totalità (90%) di bambini nati con il parto cesareo. Per quanto riguarda il Nord Italia e il Centro Nord, invece, la maggior parte delle regioni si assesta sotto il 20%: Piemonte, Lombardia, Trento e Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana. Tra le regioni del Sud, invece, le percentuali si alzano tra il 45% e il 90%, con il primato della Campania seguita da Molise, Abruzzo e Puglia, di gran lunga al di sopra della media nazionale.

Il trend di decrescita

Il trend è stato rapido e costante, passando dal 29% dei cesarei del 2010 al 24,6% del 2016. Ossia circa 58.000 donne in meno che hanno partorito con l’intervento. Tra le donne che avevano già subito il taglio cesareo, la scelta del parto naturale ha riguardato solo l’8%. Siamo comunque ancora molto lontani dal 15%, considerata dall’Oms la soglia ideale di tagli cesarei.

 
 
 

Da sapere!

In Italia nel 2016 su circa 600 punti nascita, ben il 21% presenta meno di 500 parti all’anno (esattamente in 97 strutture ospedaliere).  In queste, si concentra meno del 6% della totalità dei parti.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti