Parto cesareo: in futuro lo farà un robot?

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 19/02/2019 Aggiornato il 19/02/2019

Il parto cesareo può essere una procedura medica affidata a un robot. È quanto viene ipotizzato dagli inglesi

Parto cesareo: in futuro lo farà un robot?

Secondo gli esperti del Royal College of Surgeons, tra pochi anni ostetriche e chirurghi degli ospedali del Regno Unito non dovranno più essere necessariamente presenti in sala operatoria in caso di parto cesareo, dato che i robot, sempre più sofisticati e sicuri, potranno essere guidati anche dal personale di sala, che diventerà responsabile dell’esecuzione dell’operazione, eseguita oggi su circa una donna su quattro.

Robot in sala operatoria

Il rapporto redatto dagli specialisti inglesi evidenzia come i progressi nella chirurgia robotica saranno presto in grado di creare robot capaci di standardizzare una procedura per eseguire il parto cesareo. Professionisti altamente qualificati saranno formati per affrontare queste tecniche, anche se l’intervento avverrà sempre sotto la supervisione di un chirurgo. È fondamentale, precisano gli esperti, che questi progressi vengano introdotti in modo tale da garantire il massimo beneficio per la futura mamma e non mettano a rischio la sua sicurezza.

Importante il fattore umano

Il parto cesareo è l’intervento chirurgico più praticato nel genere femminile: in Italia è “responsabile” del 35% delle nascite ogni anno, una percentuale elevata (le Linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità parlano di un valore soglia del 15%), ma migliorata rispetto al passato. Sulla possibilità di usare un robot, restano scettici gli specialisti italiani, che sottolineano l’efficacia di un aiuto hi-tech in sala parto, ma anche l’importanza di salvaguardare il fattore umano in un momento così intimo e delicato come quello della nascita di un bambino.

Umanizzare anche il cesareo

Negli ultimi anni la comunità scientifica si sta adoperando per il cosiddetto “cesareo dolce”, una serie di misure che rendono questa procedura il più possibile simile a quella del parto naturale: per esempio presenza del padre in sala operatoria (in alcune strutture) e possibilità di favorire il contatto pelle-a-pelle con la mamma subito dopo la nascita.

 
 
 

Da sapere!

Molti ginecologi sono soliti far partecipare le mamme, facendo veder loro il momento della nascita o consentendo di ascoltare la musica che preferiscono. Momenti difficilmente sostituibili da un robot.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti